Convegno 
        A PROPOSITO DI CURA: 
una trasformazione radicale nelle relazioni, nella politica, con la natura 
        
       
      Palazzo Vecchio - Firenze - 24 ottobre 2014 
         
          ALISA DEL RE 
        Continua la riflessione pubblica sul tema della sfida femminista alla crisi 
      www.firenzeprimumvivere.wordpress.com 
        
      Dal convegno femminista  di Paestum 2012 nasce FirenzePrimumVivere, un gruppo fiorentino che  si incontra ogni martedì da due anni. Ha organizzato 3  incontri  pubblici. Due  in Palazzo Vecchio e l'ultimo con Antonella Picchio  all'Universita di lingue e letterature straniere. Questo è il 4°  incontro sempre sul tema della riproduzione sociale. 
      
  
      A  	proposito di c u r a,  	ci sentiamo di dire che senza avere cura di sé, nel senso di stare  	in prossimità del proprio essere autentico, pensante, parlante e  	desiderante, non possiamo sviluppare un nuovo concetto di cura, con  	il rischio di rimanere impigliate nella cura che ci ha assegnato il  	patriarcato, come  un dovere (dimenticanza di sé e disvalore). Il  	femminismo ha messo l’accento sulle relazioni tra donne -qualità  	nuova nello stare insieme, politica, pubblica, trasformativa-  e se  	promoviamo la cura non sarà più senza un soggetto femminile forte. 
        - 
          
 Cura  	di sé, cura di chi si ama, cura dell’ambiente in cui viviamo e  	della politica per un benvivere,   	perché si esprimano le potenzialità di ciascuna/o, si valorizzino  	le risorse profonde, i desideri, i tentativi di realizzarli,  	riconoscendo  	le nostre vulnerabilità. Cura come ascolto, responsabilità,  	empatia dove il  	tempo è nodo centrale. Prendersi  cura in una relazione di disparità  	significa riconoscere la dipendenza, senza agire dominio, bensì  	ricercando una reciprocità. Corporeità, sessualità, dipendenza e   	vulnerabilità sono le dimensioni rimosse dal patriarcato.  
         - 
          
La  	  c u r a , -dall’eccezionalità alla quotidianità, sentimento della cura e  	pratiche trasformative, che costruiscano spazi di libertà e  	rispondano al desiderio di dare un senso al vivere insieme- come  	paradigma della convivenza, è un’etica dell’umano, può  	rappresentare uno strumento per contrastare l’attuale ordine  	economico e politico. Oggi,  	in cui  il deficit di relazioni pesa quanto il deficit di beni, si  	tratta di pensare alla  c u r a  come pratica che riapre il  	conflitto tra capitale e vita. 
         - 
          
Desideriamo anche liberare la cura dalle pastoie delle costruzioni sociali e  	simboliche che ne depotenziano il significato e ostacolano la forza  	di cambiamento. Consideriamo inoltre le aspettative sociali, cui  	molte donne rispondono nel dedicarsi alla cura.  	Risulta che spesso l’atteggiamento femminile di cura si espande  	anche verso il corpo d’impresa a causa di rapporti sentimentali in  	senso lato  che molte donne sviluppano verso i progetti lavorativi  	che le impegnano. La conseguenza di questo slittamento è una  	tendenziale donazione di sé,  del proprio tempo e delle proprie  	risorse cognitive e di socialità, talvolta al di fuori di qualsiasi  	compenso economico quasi il compenso fosse rappresentato dalla  	possibilità stessa di svolgere quel lavoro  	partecipando  	all’impresa.  	Si tende alla  	gratuità (perniciosa) anche nel lavoro per il  mercato.  
        
      
        - 
          
 La propensione alla cura  	corrisponde anche allo sforzo di conciliare lavoro per il      	mercato, maternità, accudimento di anziani e malati, impegno  	sociale, piacere di vivere. 
         -  Quanto  	resta, però, di questo piacere  	di vivere a tale soggetto femminile così polifunzionale?
      
  
       
         
        Chi è Alisa Del Re  
       
      Suggerimenti di lettura  
       
      29-10-2014   
        
           
       
      home 
       
         
      
  |