Documento conclusivo e relazioni dei tavoli

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Il 23 e 24 febbraio 2008 in più di 400, femministe e lesbiche, ci siamo incontrate a Roma per dare un seguito al percorso nazionale iniziato con la  manifestazione del 24 novembre contro la violenza maschile sulle donne.


Due giorni in cui i nostri desideri, le nostre differenze e le nostre idee ed elaborazioni politiche si sono incontrate per dare sostanza all'affermazione della nostra autodeterminazione.
Abbiamo discusso insieme delle strategie di resistenza e trasformazione del mondo che abitiamo e delle pratiche che intendiamo agire per fermare la violenza maschile che si manifesta in varie forme: quella che avviene in famiglia, quella delle istituzioni e delle leggi che espropriano e controllano i nostri corpi, del sistema economico che precarizza le nostre esistenze, della cultura e della formazione che ci educa alla passività e alla subalternità, dell'eterosistema che costringe i nostri desideri e le nostre relazioni all'interno del modello unico dell'eterosessualità.

Abbiamo discusso di spazio pubblico, della sua presunta neutralità e della necessità di riappropriarci di tutti gli spazi con la nostra pratica collettiva e autodeterminata.
Abbiamo parlato dell'accesso e della riappropriazione da parte delle donne delle tecnologia e dei mezzi di comunicazione, tramite l'utilizzo del free-software.
Abbiamo parlato di razzismo, cercando di partire da noi per esplorare la complessità del rapporto con l'altra, anche alla luce dei nostri privilegi, sottolineando che non possiamo dirci autodeterminate se a tutte, e quindi anche alle donne migranti, non vengono garantiti quei diritti che rivendichiamo e riteniamo minimi per la nostra esistenza.

Il sommovimento femminista e lesbico ha espresso la necessità di altri momenti di confronto e discussione, nonchè di proseguire il percorso comune facendo vivere le nostre elaborazioni negli prossimi appuntamenti che verranno costruiti:

•    un presidio il 4 marzo sotto il Tribunale di Bologna per un processo per stupro;
•    un presidio il 5 marzo sotto la sede della Corte di cassazione a Roma per solidarietà alle donne che hanno denunciato per stupro un medico anestesista;
•    presidio il 18 marzo a Perugia, sotto il tribunale dove si terrà l'udienza preliminare per l'uccisione di Barbara Cicioni da parte del marito;
•    una manifestazione nazionale a maggio in una città del sud contro la violenza maschile nelle sue varie forme;
•    due giorni di discussione nazionale forse nel mese di giugno;
•    una campagna nazionale per l'autodeterminazione e la libertà delle donne e delle lesbiche che si articolerà attraverso le proposte discusse dai vari gruppi  tematici e l'assemblea ha accolto la campagna "Obiettiamo gli obiettori", che ogni territorio sceglierà poi di articolare eventualmente come vuole.
•    un 8 marzo autorganizzato da femministe e le lesbiche a livello territoriale che rilanci la lotta per l'autodeterminazione, manifestando con lo striscione comune:


«Tra la festa, il rito e il silenzio noi scegliamo la lotta!»

Assemblea nazionale di femministe e lesbiche

Relazioni dei tavoli

Nella due giorni di discussione sono state numerose le proposte e le riflessioni, proviamo a riassumerne alcune dando sicuramente priorità a quelle che concretamente potrebbero svilupparsi territorialmente sempre rapportandosi alle specifità e ai bisogni dei diversi contesti.

Attraverso le relazioni dei vari tavoli sono emerse le seguenti:
Dal tavolo 2:
-    Denuncia delle farmacie e dei pronto soccorsi che non forniscono la pillola del giorno dopo.
-    Azioni giudiziarie  per mancata prestazione sanitaria.
-    Difesa e riappropriazione degli spazi dei consultori e presa in carico del ricambio generazionale dei medici e mediche non obiettori/rici.
Dal tavolo 3:
- creare un gruppo di comunicazione permanente che metta insieme saperi, materiali e risorse e che sia aperto non solo a chi lo fa di professione ma anche a chi rientra nel circuito comunicativo in maniera informale. Con onestà ci siamo dette che è necessario farlo dandosi però tempo, viste le vite precarie di tutte noi;
- mettere in campo tutte le forme possibili di comunicazione svincolate dai media ufficiali quando vogliamo essere/agire nello spazio pubblico;
- usare consapevolmente gli strumenti collettivi e qui veniamo alla netiquette
Dal tavolo 4:
-. continuare a ragionare insieme della proposta di un reddito di esistenza
-. mettere in piedi un laboratorio di autonarrazione, anche su blog, che possa essere uno strumento di un osservatorio sul nostro lavoro, che ci aiuti a comprendere la natura sociale delle difficoltà che individualmente incontriamo nel lavoro.
Dal tavolo 5:
Ci sembra perciò importante proporre:
-    la creazione di una rete di femministe e lesbiche operanti nel settore della formazione e dell'educazione per condividere proposte, progetti, idee, materiali ed esperienze.
-    data l'inadeguatezza dei libri di testo rispetto alle problematiche di genere, proponiamo l'utilizzo di un blog e la creazione di un dossier (da distribuire fuori dalle scuole, ai corsi di aggiornamento e alle SIS) in cui vengano individuate ed analizzate, da parte di insegnanti e studentesse/i insieme,  omissioni e mistificazioni presenti nei libri di testo e nei materiali didattici; per quanto riguarda gli asili il blog e il dossier potrebbero affrontare i significati dei giochi, delle favole e dei colori.
-    creare gruppi o associazioni di femministe e lesbiche che progettino laboratori di genere da realizzare con bambine/i e ragazze/i nelle scuole o in altri contesti, i quali siano focalizzati sul lavoro sul corpo, sulla relazione, la fisicità, la sessualità.
-    proporre che l'insegnamento dell'educazione sessuale comprenda tutti i tipi di orientamento sessuale, e che quindi non trasmetta solamente la prospettiva eterosessuale, in tutti gradi di formazione, dall'asilo alle scuole superiori.
-    prevedere dei corsi di pedagogia della differenza in tutti i luoghi di formazione, soprattutto in quelli dei futuri insegnanti (es SIS e corsi di aggiornamento).
Dal tavolo 8:
Per dare continuità a questo sforzo abbiamo ipotizzato delle azioni:
-      In qualsiasi mobilitazione vanno  tenuti presente i limiti che all'autoderminazione hanno le donne migranti .
-     Proponiamo pratiche di interculturalità ,contrapposte alla multiculturalità che a volte altro non è che un patto tra patriarcati.
dove  il termine ''inter =tra'' rimanda ad una relazione tra pari ,
l'interculturalità è quindi uno spazio terzo , un prodotto altro.
-     Siamo poi contro ogni forma di nazionalismo foriero di una identità esclusiva che non puo' non toccare l' autoderminazione delle donne, perchè tutti i nazionalismi .e le guerre ricadono sul corpo delle donne (stupri in ex yugoslavia, il burqa in afganistan dopo l'11 settembre, l'assedio israeliano in Palestina etc.. )
-     La trasversalità del tema del razzismo e del lesbismo dovrebbero diventare  temi centrali del pensiero femminista su cui non possiamo smettere di interrogarci .

Queste proposte hanno ancora bisogno di essere discusse e condivise, ma sono il punto di partenza per gli incontri futuri.

L'assemblea ritiene necessario che femministe e lesbiche producano conflitto in piena autonomia e in modo autodeterminato. Esprimiamo un forte e chiaro no alla strumentalizzazione a fini elettorali dell'8 marzo da parte di cgil cisl e uil, organizzazioni che sostengono politiche familiste e di controllo sui corpi e a cui non deleghiamo l'espressione del nostro pensiero e delle nostre pratiche politiche.

 

Assemblea nazionale di femministe e lesbiche

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28-02-2008

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