Restituire il tempo alla vita

di Francesca Foti

Intervento all'assemblea degli autoconvocati - Roma, 10 febbraio 2008


In questo processo che finalmente, forse per costrizione, sta accelerando - la sinistra deve costituirsi, e deve farlo attraverso la ricerca e il radicamento. Dobbiamo rispondere alle nuove domande di senso della società, perché solo così si può reagire alla crisi della politica. Quando c’è un’emergenza democratica di questo tipo vuol dire che ci sono dei vuoti culturali, direi delle voragini, una difficoltà a trovare le ragioni di una nuova cittadinanza.

Trovare le connessioni con le varie soggettività e tra i soggetti si può fare solo dentro ad uno spazio pubblico, comune, in cui tutte e tutti si riconoscano reciprocamente. Allora non si tratta di cancellare le nostre identità, ma metterle a servizio, fare un passo avanti per esistere oggi e per avere una prospettiva.

Diceva Hannah Arendt che se è la paura il sentimento predominante degli uomini e delle donne, non c’è spazio per l’azione politica.
Io credo che la paura sia ciò su cui si avvitano le esistenze in questa società.

Oggi, generazioni di cittadini e cittadine – le più giovani - vivono in uno stato d’ansia permanente. Dobbiamo sapere che se vogliamo combattere la precarietà non dobbiamo concentrarci sull’idea del furto di un futuro certo, ma capire come restituire il tempo alla vita, perché già non c’è presente. E la condizione della precarietà, nelle sue forme molteplici, si sta estendo a tutto il lavoro.  

E ugualmente dobbiamo restituire alla persona la libertà di pensarsi soggetto e non oggetto, a partire dalla sua sessualità, dal suo genere, dal suo orientamento sessuale. È necessario restituire alla vita la sua sostanza, la sua esperienza, le sue relazioni.

Per questo abbiamo il dovere di dare l’avvio alla campagna di adesione alla sinistra- arcobaleno che coinvolga i partiti, le associazioni, i territori, ma soprattutto i cittadini e le cittadine che al momento  sono senza un’appartenenza ma che si sentono nel campo della sinistra.
Dobbiamo affinare insieme a tutti loro gli strumenti e le coordinate della nostra ricerca.
E dobbiamo estendere la sovranità delle decisioni.
Ho sentito da più parti dire che è necessario elaborare il lutto dell’esperienza di governo e il suo fallimento, ma per farlo dobbiamo cercare cosa manca.

Il tema secondo me è costruire un progetto politico improntato sull’intreccio fra la democrazia rappresentativa e quella partecipativa. Su questo stesso terreno, dobbiamo pensare a come si misura un soggetto di sinistra, quando sarà al governo, nel suo rapporto con le organizzazioni sociali, con la cittadinanza attiva con i conflitti sociali.

Io credo che il femminismo, su questo tema, abbia dato un contributo fondamentale che è stato elemento vitale del movimento dei movimenti: la critica del potere.

Io credo che questo sia il momento di assumersi la responsabilità di costruire lo spazio per una vera prospettiva di cambiamento a questo paese, all’Europa e al mondo.

 

18-02-2008

home