La magliaia lettrice

di Franca Fabbri

 



ritratto di Virginia Woolf
dipinto dalla sorella Vanessa

“Fondare biblioteche
è come costruire granai,
ammassare riserve
contro un inverno dello spirito
che, da molti indizi,
vedo purtroppo avanzare”

Margherite Yourcenar

 

Vorrei presentare una persona che con i libri ha molto a che fare: è una lettrice, ma una lettrice d’eccezione che, pur facendo di mestiere la magliaia, dedica alla lettura tutto il suo tempo libero, con vera passione.

Da oltre vent’anni Carla conduce un gruppo di lettura frequentato da assidue lettrici che ogni settimana si incontrano nella biblioteca comunale di Cernusco sul Naviglio. Il luogo scelto per questi incontri è particolarmente adatto alla lettura: ambiente silenzioso, immerso in un parco secolare appartenuto alla dimora di un ricco signore milanese che, percorrendo in barca il Naviglio, poteva facilmente raggiungere Milano navigando sulle placide acque di quel canale che, a tutt’oggi, è uno fra gli elementi naturali più pittoreschi della zona.

Carla, ad ogni Settembre, propone al gruppo un certo numero di scrittrici e, insieme, decidono quali scegliere per gustare insieme la lettura e approfondire la conoscenza dei testi scelti. Lei stessa contatta le scrittrici “raggiungibili” invitandole in biblioteca a parlarci delle loro opere. Mai ha avuto un rifiuto.

Interrogata sul come e quando le sia nato tanto amore per la lettura, Carla risponde con queste parole:

“Mi è sempre piaciuto leggere. In casa mio padre comprava l’Unità solo la domenica (non c’erano soldi per altro). Io ero una di quelle ragazzine che andavano di casa in casa a vendere il giornale e mi accontentavo di leggere quello. Sono cresciuta con l’Unità da quando ero piccola (anno 1950).
Giunta in 5° elementare, finalmente, la classe aveva una piccola biblioteca ed io portavo a casa un libro a settimana, oltre al grosso “sussidiario”che conteneva le materie da studiare: storia, geografia, scienze, letteratura. C’era tanto da leggere!

Frequentando la casa delle mie cugine, ho scoperto la rivista settimanale “Noi Donne”. Allora ho insistito con papà per fare l’abbonamento perché mi piaceva tanto leggerlo. Arrivava il sabato e non vedevo l’ora che arrivasse il postino per ritirarlo.

Dopo la 5°, le maestre si sono impegnate per istituire due anni ancora, così sono riuscita, insieme ad altri bambini che non potevano andare alle Scuole Medie di Mantova, ad avere l’opportunità di continuare.

Il secondo anno la nostra maestra, per invogliarci alla lettura, ha iniziato a farci leggere in classe, a turno, “I Promessi Sposi”. Inoltre organizzò una gara fra chi leggeva di più durante l’ anno. Vinsi io! E quel libro-premio è fra i miei libri con la dedica della mia maestra.

In casa non c’erano soldi per i libri e non c’era la cultura di comprarne.
Al mio paesino abitavo in un cortile e il gabinetto era in comune con le altre famiglie che vi abitavano. Tra queste c’era il barbiere che comprava tutti i giorni “La Gazzetta dello Sport” da tenere in negozio. Il giorno dopo lo trovavo tagliato a pezzetti appesi al chiodo del gabinetto e io mi leggevo anche i pezzetti, per me anche quella era un’occasione di lettura.

A diciassette anni sono venuta ad abitare a Cernusco, ho trovato lavoro a Monza, così ogni giorno mi portavo in borsetta un foglio di giornale perché, portarlo tutto era ingombrante e poi non sarei riuscita a leggerlo per intero. Lo terminavo a fine settimana e poi lo commentavo con papà.

Quando mi sono sposata ho cominciato a comprare qualche libro. La scelta dei libri da leggere avvenne con i corsi monografici della Regione; lì ho conosciuto un nuovo  modo di leggere e di scegliere i libri.

Il primo libro letto è stato “Le tre ghinee” di Virginia Woolf a cui ne sono seguiti tanti altri che continuano ad accrescere la mia biblioteca di cui oggi vado orgogliosa”.

Nel mondo di oggi, dove i giovani sono ormai abituati ai mezzi di comunicazione  moderni e divertenti, per lo più elettronici, vivaci per il movimento, le immagini, le voci e le musiche, il racconto di Carla può sembrare obsoleto e superato ma, come scrive Cesare Segre (Corriere Sera-Ott.‘10): “E’ dai libri che si impara ad esprimersi e a scoprire il piacere, anzi il godimento di esprimersi con efficacia. E’ dai libri che si imparano le magie della scrittura, le sue capacità di dar voce al sentimento, di creare atmosfere. Una pagina scritta dura millenni, ed è attraverso le pagine scritte che tutta la letteratura esistente si è trasmessa, che le grandi religioni si sono diffuse”.

Mi piace concludere questa breve pagina dedicata alla lettura con un pensiero di Montesquieu, che, certamente, Carla condividerà : “La lettura è per me il rimedio sovrano contro i guai della vita, non avendo mai io avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”.

 

21-11-2010

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