Milano, un bene comune?

Marzia Frateschi




Milano, 14 gennaio 2006


"I temi del Lavoro, degli Spazi, della Salute delle Donne nella città di Milano sono stati individuati, nell'assemblea del 28 settembre scorso, come i tre ambiti su cui avviare un percorso di relazione tra istituzione/comune e cittadinanza, assolutamente innovativo". Così ha esordito Anita Sonego, Presidente Commissione delle Pari Opportunità, nel secondo incontro pubblico il 14 marzo a Palazzo Marino, dove i gruppi di lavoro hanno presentato i resoconti dei singoli tavoli e richieste specifiche alla Giunta Comunale.

La sera del 14 marzo, nella splendida e luminosa Sala Alessi, si respirava una sensazione diversa come se "la politica intesa davvero come passione e impegno per il bene comune praticata dalle decine e decine di donne dei tavoli", come ha detto Anita Sonego, creasse una forte corrente di speranza, di un reale e concreto cambiamento nella politica femminile milanese.
Dopo il saluto di Francesca Zajczyk, delegata del sindaco per le Pari Opportunità e di Marilisa D'Amico, Vicepresidente Commissione Pari Opportunità, sono intervenute con un dialogo attento alla fine delle singole relazioni il Vicesindaco MariaGrazia Guida, le assessore Chiara Bisconti, Daniela Benelli, Cristina Tajani e Lucia De Cesaris.

Ma le vere protagoniste, giustamente, erano "le donne dei tavoli", rappresentanti non solo simboliche, di un momento importante per le donne milanesi. In cinque mesi di lavoro a Palazzo Marino, appositamente aperto ad accoglierli, i gruppi di lavoro hanno dato vita a un progetto comune, a un nuovo modello di partecipazione finalizzato a proposte concrete da presentare alla giunta, una giunta non più sentita come organo passivo di ascolto, ma "come strumento concreto di realizzazione".
Agguerrite, competenti, le rappresentanti dei tavoli hanno presentato i documenti finali ad una platea attenta e partecipe, disegnando la loro Milano.
Ma, in definitiva, come la immaginano, la pensano, la vogliano le donne che vivono a Milano? 

Una Milano intesa come "Giardino" e le cittadine le sue "Giardiniere" e cioè donne che vogliono abitare una città a misura di chi ci vive. Il concetto di salute non solo dipendente dalla Sanità in senso stretto, ma concepita come il frutto di modalità di gestione dei beni comuni: aria, acqua, suolo, cibo, spazio. La salute quindi strettamente connessa al modello di sviluppo economico, a come sono gestiti i beni comuni e a come si impiegano le risorse della comunità. Viene quindi richiesto all'Amministrazione quali possibili provvedimenti saranno adottati, oltre all'area C, per concretizzare questa realtà. (Tavolo Salute-Ambiente)

Ma non basta. È necessario che la “questione salute” ritrovi anche la riqualificazione di uno spazio importante per tutte le donne: i Consultori Familiari. Strutture pubbliche centrate sulla tutela della salute della donna, nella sua dimensione sociale e personale, il suo benessere fisico e psicologico, la sua autodeterminzione che sono attualmente sotto attacco sul territorio e a livello nazionale attraverso piani di ridimensionamento del loro numero e degli organici.  
Viene quindi richiesta una globale riqualificazione di questo fondamentale presidio sanitario attraverso un’indagine conoscitiva dei servizi offerti dai Consultori stessi per verificare e mettere a confronto l'offerta in relazione alle richieste del territorio intese come reali esigenze delle donne, dei giovani e dei diversi nuclei famigliari. E, non meno importante, la richiesta di difendere il diritto in tutti i suoi aspetti, anche della interruzione volontaria della gravidanza secondo la legge 194  e di promuovere il rilancio dei Consultori nelle singole zone. (Tavolo Salute-gruppo Consultori)

Salute ad ampio raggio. Dai tavoli non viene dimenticato il drammatico fenomeno della violenza di genere, attuata con soprusi fisici, psicologici ed economici e riconosciuta quale violazione del diritto alla integrità fisica e psicologica della donna, chiedendo quindi la costituzione di parte civile dell'Ente Locale Comune di Milano nei reati di violenza contro le donne (Tavolo salute: documento programmatico sulla violenza di genere).

E ancora, anche Milano, deve avere uno spazio, un reale punto di incontro sociale e progettuale al femminile. Si chiede dunque la creazione di una Casa delle Donne, realtà presente in molte città italiane e del mondo. (Tavolo Spazi)

Ma la Milano che le donne desiderano è anche una città dove il tema centrale e trasversale del lavoro delle donne sia proposto con nuove formule che prevedono una interlocuzione diretta con la attuale Giunta, un confronto costante sui progetti e la loro realizzazione.
Numerose e ben articolate le proposte concrete: Conferenza lavoro delle donne a Milano, Curriculum Anonimo, Coworking, Una tata per Milano, "Tre giorni per i papà (quando mamma e bimbo arrivano a casa), Centro prima infanzia, Area Gender per il sito web del comune di Milano, Tavolo Expó 2015-Pari Opportunità per le imprese femminili di Milano, Statistiche di genere: proposta per un modello di indicatori sulla condizione femminile a Milano da pubblicare nel sito istituzionale. (Tavolo Lavoro)

Un sogno, questa Milano al femminile?
Ora tocca all’Amministrazione tradurlo in realtà. 

 

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