Laura Fusco, Aqua nuda
Camilla Torre



La poesia di Laura Fusco seduce e coinvolge. Come nella danza, musica e figura sono i due centrali dispositivi di seduzione: gli stessi dell'arte teatrale; la Fusco è anche regista e sceneggiatrice.

 

Poesia e musica: canto e in-canto

L'arte, il ritmo, il rito. Triade imprescindibile della poesia di Laura Fusco. Tre parole legate dall'identico etimo: muovere, andare, scorrere, ri-andare. Il ritmo segna la ripetizione musicale, come il rito quella degli accadimenti. La ripetizione ha l'effetto magico di conferire sacralità al tempo in divenire, illudendo di poterlo incatenare al ritorno, in-cantando.

Il ritmo-rito si può rilevare non solo in una singola poesia (alcune espressamente dedicate al rito) ma in tutta la raccolta, leggibile come una rapsodia, una raccolta/tessitura di canti con andamento circolare, che sussegue le esperienze a successive spirali rituali: l’alba di un incontro, la nascita del desiderio, l’innamoramento, la conquista del legame, la passione, l’addio, il lutto, l’esodo, la perdita dell’identità, il riscatto, la rinascita.

Talvolta, invece, la melodia assume inattese aritmie; pause musicali. Si spezza l'ipnosi; il contrappunto desta meraviglia, scuote e invita all'attenzione. Oppure, lo sconcerto è suscitato da una sintassi che, pur raccogliendo parole semplici, le lega in modo insolito, liberandone sorprendenti potenzialità semantiche.

Il silenzio sospende. Apre le porte al mistero, rapisce ad una nuova ricerca, inclina all'ambiguità, alla sospensione del giudizio; inizia a nuove possibilità d'interpretazione e di conoscenza.

Nella ricerca musicale di Laura Fusco rivive la memoria degli aedi greci, dei cantastorie, dei poeti-cantori erranti.


Musica e viaggio: movimento

Il viaggio è elemento centrale della vita di Laura Fusco: viaggia per lavoro, necessità e per scelta. La sua scrittura registra l'impronta di questo punto di vista “errante” e “trasportato”. Perlustrando la sua raccolta di poesie, si possono localizzare le vicende narrate in una vasta cartografia geografica (più o meno esplicita), che diventa -per il potere suggestivo dei luoghi- cartografia emotiva, spesso in risonanza con le condizioni d'animo dei protagonisti.

Troviamo: Parigi, Milano, Torino, Istanbul, Ur, NY, Berlino. Sono luoghi densi di memoria, dove le ombre di antiche vicende (storiche o mitologiche) emergono come visioni e s'intrecciano in sincronìa a quelle di oggi, proiettando sul quotidiano un'aura di mistero.

Viaggio e movimento: trasformazione

Troviamo anche luoghi ageografici capaci di sedurre. Sono luoghi di confine e di vigilia; luoghi incerti: bui, su cui la luce cresce piano. Soglie tra luna e sole. Vi si muore e rinasce.

Sono i luoghi della trasformazione, del cambiamento; il nido dell'Araba Fenice; i territori di provenienza e di ritorno del Dàimon; la patria del talento visionario.
Sono, infine, le circostanze alchemiche del divenire, che si consuma come “doppio fuoco”, ossia in continua dialettica tra opposti (prima-dopo; leggerezza-gravità; unicità-ripetizione).

Un “doppio fuoco” s'innesca ad ogni incontro tra il lettore e l'autrice.
Per il suo carattere altamente simbolico, la poesia della Fusco è ogni volta occasione di singolare e irripetibile alchimia, che produce speciali interpretazioni, trasformazioni di significato: nuovi e autentici atti poetici. Sono due i poeti: chi scrive e chi legge, o -meglio- chi canta e chi ascolta.

Queste considerazioni avvalorano i recenti progetti di reading intrapresi da Laura Fusco, che aggiungono ulteriori condizioni di unicità dell'incontro creativo: i luoghi non convenzionali, le circostanze irripetibili della rappresentazione, la disposizione del pubblico, la performance della lettura.
Progetti, aderenti al personale percorso di esperienze nell'arte del teatro, che convalidano la consonanza tra l'opera della Fusco e la tradizione della poesia orale.


Poesia e figura:narrazione e mito-poiesi

La rispondenza con la tradizione epica orale trova, però, piena espressione nel secondo dispositivo di seduzione della sua poetica: la narrazione.

Ogni poesia, per quanto evocativa ed enigmatica nelle possibili interpretazioni, mette in scena un racconto attraverso una successione di immagini svelte, ma intense e avvincenti, che narrano situazioni, condizioni esistenziali o vicende di donne, uomini, popoli.
Non c'è spazio per espressioni astratte; ogni emozione, percezione, sentimento è tradotto in figura o in frammenti di dialogo.
Questa impostazione prettamente narrativa e iconica (ma allo stesso tempo fortemente simbolica) trova riferimento, appunto, nella tradizione della poesia mitologica.
Potremmo definire quella di Laura Fusco una mitopoiesi contemporanea, nelle cui figure, pur fermamente incastonate nel nostro tempo e reinventate, risuona l'eco delle figure antiche (Proserpina, Ulisse...), ma anche di quelle moderne di grandi “mito-poeti” come Shakespeare o Cervantes.


Acqua nuda: centralità della figura femminile

Acqua. Il pensiero cosmologico greco nasce dall’acqua: liquido notturno inafferrabile, in stretto contatto con il femminile e la sacralità di generare la vita; o “ignoto” del mare dove potenze antagoniste - le correnti, i venti - trascinano il destino e lo mutano. L’Acqua del titolo è tutto questo ma anche il Lete, la Senna, la poggia, l’acqua sognata che avvolge il sonno e in cui ci si abbandona. Il suo fluire amniotico è sottofondo interiore, “dentro il suo suono” le donne del libro si svegliano e innamorano, cambiano vita. La sua imprevedibilità, il suo non essere mai uguale a se stessa, implica la trasformazione/rinascita riscontrabile in molte delle singole storie/poesie e nell’intera rapsodia.

Nuda. La “nudità” in quanto semplicità della Parola è una cifra della raccolta e della poetica della Fusco, che da sempre ha cercato di coniugare un linguaggio alto all’esigenza profonda di parlare al grande pubblico.

La “nudità” è anche la condizione privilegiata di quel viaggio attraverso le percezioni e i sensi tutti, inclusi il tatto e l’olfatto, che la poetessa utilizza per parlare di quello che fisico non è.

La poesia della Fusco è stata definita come una sorta di cosmogonia al femminile.

Persefone, la violinista, la giovane suicida, la ragazza di Ur, Elenoire, la cameriera di un capodanno a Parigi, la vittima di una violenza sono figure mitiche e magiche proiettate nelle scene di città e metropoli dei nostri giorni.

 

Presentazione a Milano - 15 novembre 2011 - Spazio Mercury

6-11-2011

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