In
occasione dell' Anno Internazionale della Fisica 2005, l' Università
degli Studi di Milano - Istituto di Fisica Generale Applicata - Sezione
di Storia della Fisica - ha organizzato la mostra:
Galileo
Galilei. Messaggero della nuova scienza
Una sezione era dedicata a
Le
donne di Galileo
di Sara Sesti
Virginia Galilei
Come accadeva
comunemente fino a pochi decenni fa, anche l'epoca di Galileo Galilei
ha visto un numero limitato di donne contribuire allo sviluppo della scienza.
Possiamo ricordare, durante la vita di Galilei, i contributi di Sophie
Brahe (1556-1643), la sorella del grande astronomo Tycho, che lo aiutò
nelle sue osservazioni ad Uraniborg e scoprì diverse comete, e quelli di Maria Cunitz (1610-1664),
la "seconda Ipazia", che produsse tavole astronomiche
per il calcolo delle posizioni planetarie contenute nell'"Urania
propitia". Ci sono,
però, tre donne che, pur senza essere scienziate, hanno giocato
un ruolo importante nella vita di Galilei.
La madre di Galilei, Giulia
degli Ammannati, apparteneva ad una famiglia di setaioli ed era una
donna prepotente e intrigante. Galilei fu spesso in disaccordo con la
madre, ma ereditò probabilmente da lei la verve polemica che troviamo
nei suoi scritti.Negli anni
di Padova, Galilei convisse con Marina di Andrea Gamba dalla quale
nacquero i tre figli Virginia, Livia e Vincenzo. Quando ritornò
in Toscana, Galilei abbandonò Marina con il figlio, mentre si portò
con sé le due figlie che mise in convento.
Galilei
rimase, comunque, in buoni rapporti con Marina anche dopo il suo matrimonio
con Giovanni Bartoluzzi.
La figura
femminile più affezionata al padre è proprio la figlia primogenita, Virginia (1600-1634). Alla nascita, lo scienziato stese di suo pugno un oroscopo nel quale delineò i tratti principali del carattere della figlia e gli influssi dei pianeti che ne avrebbero segnato lo sviluppo. Lo zelo, la sensibilità e la devozione a Dio, predetti da Galileo, si manifestarono davvero nella personalità di Virginia, così come emerge dalle 124 lettere al padre pervenute fino a noi.
Virginia Galilei entrata in convento giovanissima prese il nome di Suor Maria Celeste. Dal 1623 al 1634, anno della sua morte, Virginia ebbe con il padre una fitta corrispondenza, che fu di conforto per l'una e per l'altro.
Galileo fu profondamente legato a entrambe le figlie, ma in Virginia trovò un riflesso del proprio carattere e non di rado le aprì il cuore.
Virginia sostenne amorevolmente il padre durante le drammatiche vicissitudini del processo per eresia e dopo la condanna che lo costrinse all'abiura forzata. Galileo sosteneva infatti la teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa Cattolica.
La sua morte fu per Galileo un durissimo colpo. Lui stesso così scrisse di lei: «[Virgina era] donna di esquisito ingegno, singolar bontà et a me affezzionatissima. […] in sei giorni si morì, essendo di età di trentatrè anni, lasciando me in una estrema afflizzione». Di salute spesso cagionevole,
Suor Maria Celeste morì pochi mesi dopo il ritorno di Galilei ad
Arcetri nel 1634.
Rimandiamo al sito dell'Enciclopedia delle Donne
per approfondire la biografia e la bibliografia su Virginia Galilei
www.brera.unimi.it/GALILEI
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