Le informazioni che ci fornisce Marina Forti in questo articolo, apparso sul numero del 13 Aprile 2001 de "Il Manifesto", fanno riflettere su una trasformazione radicale di atteggiamento che ha portato dalla venerazione alla distruzione di una fonte primaria di vita. Come reagire alle numerose notizie di questo tipo, se non si vuole cadere nel nostalgico rimpianto di un antico felice passato, dove magari -come in questo caso- il femminile era esaltato come divino?
La discesa del Gange
di Marina Forti

La "discesa del Gange" è un bellissimo bassorilievo che si trova in un complesso di templi hindù a Mahabalipuram, piccola località a sud di Madras sulla costa meridionale del golfo del Bengala. Il Gange vi è raffigurato per quello che rappresenta nella mitologia hindù: una dea, la Ganga, una della numerose incarnazioni della sposa di Shiva. I suoi capelli sono l'acqua che scende dalle pendici dell'Himalaya (l'Olimpo hindu). Lungo il suo percorso, prima di fondersi con il Brahmaputra in un gigantesco delta nel golfo del Bangala, la Ganga fa vivere un'immensa pianura, disseta milioni di persone (centinaia di milioni, al giorno d'oggi), fa crescere raccolti, lambisce templi e bagna pellegrini.

Ma gli scultori di quel bassorilievo di epoca medioevale oggi dovrebbero rappresentare una scena ben più turbolenta. E il motivo è che si stanno sciogliendo i ghiacciai da cui ha origine la Ganga (insieme a molti altri grandi fiumi asiatici, dall'Indo a ovest al Mekong e lo Yangtze a est). La questione è nota, è una delle conseguenze del cambiamento del clima: tutti i grandi ghiacciai al mondo si stanno ritirando. Nel suo ultimo rapporto, il Comitato intergovernativo sul cambiamento del clima (Ipcc, la rete internazionale di scienziati riunita dall'Onu) dedica un capitolo allarmato all'Himalaya e ai suoi quasi 1.500 ghiacciai, che coprono una superficie stimata di 33 mila chilometri quadrati.

L'allarme è raccolto dallo studio appena pubblicato da alcuni glaciologi dell'università del Garhwal (India): tratta del Gangotri, il secondo ghiacciaio per grandezza in tutto l'Himalaya, e dice che negli ultimi trent'anni si è ritirato a un ritmo tre volte più veloce dei due secoli precedenti. Un ghiacciaio è un sistema dinamico. Le nevi che cadono aumentano la sua massa; trasformandosi in ghiaccio aggiungono peso e provocano un movimento verso il basso; nella parte più bassa è la zona di "ablazione", dove avvengono lo scioglimento e l'evaporazione. Il bilancio tra neve che cade e ghiaccio che si scioglie dice se il ghiacciaio è in equilibrio, o si espande, o si restringe: questi sono fenomeni ciclici, e gli ultimi due secoli sono definiti una "fase inter-glaciale tiepida", ovvero tutti i ghiacciai si sono gradualmente ridotti. Il punto è che negli ultimi decenni lo scioglimento è improvvisamente accelerato, ovunque: e questo è attribuito al riscaldamento globale del clima. Poi ci sono le particolarità di ogni ghiacciaio. Quelli dell'Himalaya centrale e orientale, ad esempio, risentono del sistema monsonico: l'accumulazione (di nuove nevi e ghiaccio) e l'ablazione (scioglimento) avvengono nella stessa stagione, nei mesi estivi, e questo significa che sono ghiacciai molto più sensibili ai cambiamenti di temperatura.

Lo studio dei glaciologi indiani (Ajay K. Naithani e altri, Current science, 10 gennaio 2001: ma noi lo riprendiamo dal quindicinale Frontline) studia diversi fattori morfologici, come la formazione di morene, e considera il movimento della "linea di equilibrio" (tra accumulo e scioglimento) e il fronte del Gangotri. Risulta che la linea di equilibrio era retrocessa di 7,3 metri all'anno in media tra il 1842 e il 1935, e di 19 metri all'anno tra il '35 e il '96. Ma è dopo il 1971 che tutto accelera: la linea di equilibrio ora retrocede di 34 metri all'anno. "Tra maggio e giugno del 1999 la linea di equilibrio cambiava forma quasi ogni giorno per i grossi blocchi di ghiaccio che si staccavano dal corpo principale, ogni giorno. non avevamo mai visto una cosa simile", dicono gli autori.

I movimenti della linea d'equilibrio e del fronte di un ghiacciaio sono indicatori di massima del restringimento (o espansione) dei ghiacciai. Ma poi serve misurare le precipitazioni, le temperature, e il volume di neve e ghiaccio disciolti... e solo ora il governo sta incoraggiando le sue università e istituzioni scientifiche a cominciare studi a lungo termine. Anche perché quel primo studio è allarmante. E perché se si scioglie il Gangotri, più acqua affluisce nei corsi d'acqua e reservoirs che alimentano la Ganga (e insieme anche più sedimenti); e questo, sommato alla deforestazione e l'uso dei terreni più a valle, aumenta il rischio di inondazioni, anche nelle annate di siccità. E se la Ganga si arrabbia, l'intera India settentrionale ne risente...