16° Congresso Nazionale  CGIL, Rimini 5-8 maggio 2010
Intervento di Geni Sardo

 

Care compagne e cari compagni,
            ritengo che nei due documenti congressuali l’attacco che le donne subiscono in questa fase di crisi del capitalismo venga analizzato in maniera non sufficiente e a volte sporadica: così per la questione previdenziale per quanto riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, così per la questione della rappresentanza di genere nell’organizzazione, così di sfuggita parlando dei servizi per l’infanzia.

Si fa quindi un passo indietro rispetto alle tesi del XV Congresso in cui si davano delle linee politiche e organizzative per affrontare le tematiche di genere, proponendo alle donne della CGIL di confrontarsi e mettersi in rete con le organizzazioni femminili e i movimenti femministi.
E’ importante  restare in questo congresso nel merito dei problemi e affrontarli per non perdere l’importante occasione di confronto che ci viene data.
Ecco i temi che ritengo centrali.

  1. La tutela della donna lavoratrice, emarginata nel mercato del lavoro, soggetta ad un uso ricattatorio del part-time e delle forme di lavoro atipiche con proposte di lavoro dequalificate, penalizzata con il prolungamento dell’ età pensionabile a 65 anni .

  2. La rivendicazione di servizi adeguati per la donne lavoratrice, a partire da quelli di tutela della maternità, degli asili nido, dei presìdi per l’accudimento dei figli e dei famigliari non autosufficienti, che spesso gravano ulteriormente nel nucleo familiare principalmente sulla donna.

  3. La difesa della salute della donna attraverso:

  4. il rilancio dei consultori  pubblici;

  5. la risposta e la mobilitazione contro  gli attacchi portati alla legge 194

  6. il diritto all’analgesia del parto

  7. il diritto all’uso della pillola RU 486, soggetta in questi giorni ad un pesante attacco, nel tentativo di espropriare le donne del controllo del proprio corpo ed i medici della loro autonomia professionale; un vero conto da pagare da parte delle destre alle gerarchie ecclesiastiche in cambio dell’appoggio elettorale ricevuto

  8. la lotta per la revisione della legge 40 che costringe le donne a trovare all’estero le risposte per la diagnosi embrionaria della malattie genetiche e per una adeguata procreazione assistita

  9. La proposizione di un modello positivo e reale della donna, alternativo all’immagine mediatica  mercificata che intende il corpo femminile come merce di scambio nella società e nella politica.

  10. La lotta alla violenza maschile, fisica e psicologica, sulle donne; violenza che si esplica principalmente nel chiuso dei nuclei familiari e, sotto forma di molestie, sui luoghi di lavoro

  11. La difesa più generale dei diritti della donna dentro la società e dentro le organizzazioni politiche e sindacali.

Solo ponendo la questione delle donne come uno dei punti centrali della nostra proposta, sarà possibile attuare una strategia di alleanze, sui temi specifici,  con tutte le organizzazioni femminili, di partito e no, ma soprattutto stabilire un legame stretto e una partecipazione attiva ai movimenti femministi .
Proprio perché oggi il movimento femminista come tutta la sinistra vive un momento di frammentazione e le donne faticano a far sentire la propria voce, spetta alla CGIL (come recita lo slogan di questo congresso) difendere il lavoro delle donne e tutelare e liberare i nostri diritti.
Per questo motivo ho presentato un ordine del giorno su questa questione, firmato da diverse compagne.
Vorrei concludere con una considerazione. L’opzione confederale è essenziale per tentare di coinvolgere tutta l’organizzazione e  impegnarla sia nelle  tematiche poste sia nell’elaborazione di una proposta organizzativa.
E’ importante che le sedi dello SPI, radicate nel territorio, continuino la contrattazione  sociale, ma siano anche luogo di un’azione concretamente confederale con le altre categorie e punto di riferimento per le donne, i giovani e gli immigrati.
Solo così possiamo rilanciare la confederalità, combatterne le degenerazioni burocratiche e costruire una vera discontinuità di contenuti e di metodi.

 

Ordine del Giorno sulle donne 
presentato da Geni Sardo



Il 16° Congresso Nazionale della CGIL pone come questione centrale i problemi delle donne, nel sindacato e nella società, e individua i seguenti punti specifici di intervento e di azione sindacale

  1. La tutela della donna lavoratrice, emarginata nel mercato del lavoro, soggetta ad un uso ricattatorio del part-time e delle forme di lavoro atipiche con proposte di lavoro dequalificate, penalizzata con il prolungamento dell’ età pensionabile a 65 anni nel pubblico e la minaccia a di estensione anche al privato. Questa ipotesi risulta del tutto inaccettabile data la disparità tra uomini e donne sia a livello di contributi pensionistici sia di vita lavorativa frammentata e di lavori usuranti che ne deteriorano la salute.

  2. La rivendicazione.di servizi adeguati per la donne lavoratrice, a partire da quelli di tutela della maternità, degli asili nido, dei presìdi per l’accudimento dei figli e dei famigliari non autosufficienti, che spesso gravano ulteriormente nel nucleo familiare principalmente sulla donna.

  3. Va ridefinto, nei luoghi di lavoro come nel sindacato, un modello organizzativo che salvaguardi i diritti delle donne lavoratrici, intervenendo sulla politica dei tempi, degli orari, e dei servizi. Particolare attenzione va posta al ritorno al lavoro dopo la maternità, in cui si riscontrano frequentemente casi di mobbing e di ricatti inerenti la qualità e l’orario di lavoro.

  4. La difesa della salute della donna, con il rilancio dei consultori  pubblici, la risposta e la mobilitazione contro  gli attacchi portati alla legge 194, il diritto all’analgesia del parto, il diritto all’uso della pillola RU 486, la lotta per la revisione della legge 40 che costringe le donne a trovare all’estero le risposte per la diagnosi embrionaria della malattie genetiche e per una adeguata procreazione assistita

  5. La proposizione di un modello positivo e reale della donna, alternativo all’immagine mediatica  mercificata che intende il corpo femminile come merce di scambio nella società e nella politica.

  6. La lotta alla violenza maschile, fisica e psicologica, sulle donne; frutto di una cultura autoritaria, illiberale e maschilista, che si alimenta delle disuguaglianze, dei conflitti e delle discriminazioni; violenza che si esplica principalmente nel chiuso dei nuclei familiari e, sotto forma di molestie, sui luoghi di lavoro

  7. La difesa più generale dei diritti della donna dentro la società e dentro le organizzazioni politiche e sindacali.
Solo ponendo la questione delle donne come uno dei punti centrali della nostra proposta, sarà possibile attuare una strategia di alleanze su temi specifici,  con tutte le organizzazioni femminili, e la messa in rete con il movimento /i movimenti  femministi che si propongono sulla scena politica.

Geni Sardo, SPI CGIL Trieste (FVG)


11-05-2010

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