Una convergenza casuale di date che è diventata una scelta rivendicata: nelle intenzioni di promotrici e promotori non c'è rischio di sovrapposizione, né di reciproca elisione, al contrario la doppietta si presenta come un'opportunità di far sentire la voce di donne e di uomini che si ribellano alle molestie vaticane e all'aggressività mortifera del centrodestra. A Milano - cuore pulsante di «Usciamo dal silenzio» -, ma anche a Roma, le migliaia e migliaia di donne riunite in più di una assemblea e in costante dialogo in Rete, hanno deciso di non far slittare la data proprio per non scivolare in posizione seconda rispetto alla mobilitazione per i Pacs.
Il «ponte tra Milano e Roma» può diventare - come si legge nel documento «Libertà
del vivere e del convivere» della Casa Internazionale delle donne
firmato, tra le altre, da Bianca Pomeranzi, Maria Rosa Cutrufelli, Edda
Billi, Lea Melandri, Maria Luisa Boccia - «una dimostrazione di come
l'autonoma autodeterminazione delle donne possa incontrare persone
altrettanto consapevoli e capaci di nominare il proprio sapere sessuato,
quindi parziale e non universale, per costruire nuove forme di convivenza
e un diverso concetto di libertà: quella dell'essere e non dell'avere».
Sotto il cappello delle leggi che mancano (per permettere convivenze
libere, civili e riconosciute al di fuori del matrimonio eterosessuale
santificato) e di quelle che si tenta di smontare (la 194), la comune
rivendicazione dei diritti. Contro il tentativo di mettere sotto regime di
vaglio e controllo le scelte in materia di sessualità, convivenza e
procreazione la comune rivendicazione della laicità dello stato. Ma
proprio qui sta il punto su cui riflettere.
L'aborto è stato interrogato per un verso come l'esperienza che ogni donna
conosce anche se non l'ha vissuta sul proprio corpo, che molto dice e
molto rivela della sessualità e dei rapporti tra uomini e donne, dentro e
fuori le camere da letto. Per l'altro verso, come termometro infallibile
delle ricorrenti prove di una politica istituzionale esangue che si
rianima sul controllo del corpo e della libertà femminile nella
procreazione.
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