Carlo Giuliani, ragazzo

di Francesca Comencini

Questo film ricostruisce l'ultimo giorno di vita di Carlo Giuliani e lo fa seguendo la narrazione di sua madre: nulla di più commovente, toccante, come si dice solitamente di un'opera che coinvolge forti sentimenti, che ricostruisce una tragedia; e la si colloca così nell'ambito della mestizia, un po' melensa e imbarazzata, che circonda a volte un lutto eccessivo.
Ma il film si muove completamente su un altro piano: documenta con rigore e puntualità i momenti privati della giornata di Carlo e le vicende collettive in cui quel mite ragazzo genovese si è trovato a morire.

Il volto di sua madre Haidi Gaggio Giuliani, dolce e intenso, manifesta una compostezza, una profondità che rendono poco a poco tutto più vicino e, insieme, incredibile a noi che abbiamo vissuto più da lontano quei fatti che hanno comunque cambiato anche la nostra vita. Più vicino perché assolutamente normali sono state le sue azioni e comuni sono le facce dei suoi amici e della sua ragazza, incredibile per l'assurdità di quanto è accaduto a un giovane che ha scritto delle poesie come quelle che accompagnano il filmato.

Quel 20 luglio 2001 e poi il 21 hanno interrotto il normale fluire dei giorni, aprendo interrogativi sull'umanità e sulla civiltà del mondo in cui viviamo, e lo sconcerto si è approfondito l'11 settembre lasciandoci smarrite e inquiete circa il futuro.

Lo sguardo che Haidi Giuliani e Francesca Comencini, insieme, ci restituiscono su quella giornata cruciale è sorprendente, inatteso perché assolutamente lontano da retoriche e da sentimentalismi; è anche in qualche modo pacificante perché esse comunicano un'umanità profonda, forte, lucida, adeguata al livello della situazione attuale.
Forse si può vivere in un mondo dove ci sono due donne così.

La cassetta del film è distribuita insieme al n. del 18 luglio 2002 de L'Espresso