Gli abbracci spezzati
di Selene Pascarella

Fin dalla prima sequenza si ha una sensazione di sdoppiamento: siamo nella terra di Volver, l’ultimo film del regista uscito nel 2006, e quindi nel più puro universo Almodovar, e allo stesso tempo stiamo compiendo un percorso che ci porterà inesorabilmente da un’altra parte.
In questo film, presentato con successo a Cannes, c’è tutto quello che si possa ragionevolmente chiedere a una pellicola di Pedro Almodovar: l’amore allo stato brado, la malinconia sotto braccio a sorrisi scomposti, la morte e il cinema, le uniche realtà della vita di cui l’uomo parlerà fino alla fine dei tempi, senza aver detto l’essenziale.
E poi c’è Penelope Cruz, metà icona e metà musa, bionda come Marilyn o con il codino alla Audrey Hepburn: reale, immaginaria, evocata, immortalata in una statua di celluloide. Non si ha nemmeno il tempo di chiedersi se sia troppo, tanto la storia sommerge e avviluppa, scolpita maniacalmente con una accuratezza formale che si fa freddezza, questa si, per il nostro Pedro, una novità.
Mateo Blanco era un regista e amava Lena, ma è successo in un’altra vita. Ora Mateo non esiste più; è morto perché ha perso Lena e i suoi occhi non possono vedere più nulla. Si fa chiamare Harry Caine, lo pseudonimo con cui firma le sue sceneggiature di successo e i suoi libri, vive al pari con la sua immagine di non vedente affascinante, dispensa cattiveria e sorrisi affilati, si appoggia una donna fedele, la sua vecchia produttrice cinematografica, Judit, e a suo figlio Diego, segretario, badante e dattilografo.
Judit sa tutto di Mateo, conosce il tragico triangolo di amor fou che ha funestato la vita sua, di Magdalena e di Ernesto Martel. Diego ha davanti agli occhi solo il vecchio Harry, ma quando il ragazzo ha un incidente e le parti di assistito e assistente si invertono, allora Mr. Caine fa rivivere per il ragazzo l’incanto e la tragedia della storia infelice di Mateo e Lena.
Un film nel film costruito di flash, istantanee, citazioni classiche e giochi metatestuali (Mateo sta girando un lungometraggio, Ragazze e valige, che ricorda Donne sull’orlo di una crisi di nervi) che rende il viaggio più complesso da percorrere, ma più intrigante.
Piacerà a chi ama il noir, le "storiacce d’amore" e, naturalmente, Pedro & Penelope.
13-11-2009
da Repubblica.it