Gruppo "Donne e politica"


Milano, 14 gennaio 2006


Il gruppo ha curato il primo seminario del 2009/2010

Il gruppo ‘donne e politica’ negli ultimi incontri prima dell'estate ha deciso di focalizzare l'attenzione sui legami sempre più stretti tra famiglia – lavoro – ambiente - rapporto tra culture diverse, il che, detto altrimenti potrebbe anche essere formulato come la necessità di esplicitare i nessi tra sessismo, organizzazione capitalistica del lavoro, xenofobia, modello di sviluppo, devastazione ambientale e così via. 
E' un quadro ampio e complesso di problemi, che  oggi si tengono insieme, sia perché sono caduti i confini tra sfera privata e sfera pubblica, tra persona e società, sessualità e economia/politica, sia perché siamo di fronte a un cambiamento significativo della presenza femminile nello spazio pubblico. Si è pensato che potrebbe essere proprio la 'femminilizzazione' (in modi tradizionali, tipo i servizi, o nuovi come la femminilizzazione del lavoro, dei movimenti e dell'azione sociale, ecc.) a fare da filo conduttore nel rintracciare i legami tra casa e pòlis, lavoro di cura e lavoro extradomestico, insignificanza del pensiero femminile e valorizzazione delle donne come 'risorsa' di un sistema costruito in loro assenza.
In particolare, nell'ultimo incontro, si è rilevata una evidente contraddizione nel fatto che a questa più estesa presenza non corrisponde una maggiore e più estesa conflittualità tra i sessi. Anzi, diciamo pure che questo ingresso nello spazio pubblico non sembra accompagnato dalla consapevolezza di quanto esso sia segnato dal dominio storico dell'uomo, di quali adattamenti e ostacoli comporti per chi il sesso che ne è stato escluso da secoli.

Un gruppo di donne, di età e storie diverse, si interroga sui temi sopra indicati a partire dalla propria esperienza quotidiana, per cercare insieme di prefigurare un'alternativa, un diverso modello di sviluppo e di convivenza tra i sessi e le culture.


Floriana Lipparini, che ha posto fin dall’inizio degli incontri del gruppo ‘donne e politica’ l’attenzione sullo spazio pubblico e sui cambiamenti che oggi lo attraversano, scrive:
“La riflessione nata dagli ultimi scambi verbali e scritti avuti nel gruppo ci ha portato a focalizzare un progetto/proposta che rispecchia l’intreccio dei nostri interessi, dei nostri disagi ma soprattutto dei nostri desideri rispetto a una polis in cui non possiamo riconoscerci perché il nodo continuamente irrisolto, attorno a cui si dipanano le questioni-chiave del nostro tempo, è sempre quello del rapporto diseguale fra i sessi. La violenza sessista, l’attacco alla laicità, i drammi del lavoro, i problemi ambientali, l’esclusione di fasce sempre più ampie di persone, le difficoltà dei nuovi tipi di famiglia e di convivenza, la presenza di altre culture, l’assenza di servizi sociali, la solitudine di giovani e anziani… Non è facile trovare il punto debole da cui iniziare a decostruire questo modello di sviluppo predatorio e antifemminile, per immaginare invece un altro modello di città-società dove le donne abbiano piena cittadinanza e ogni aspetto della realtà porti concretamente il segno del loro esserci. Forse occorre iniziare da alcune domande, semplici ma essenziali. Come vivono oggi le donne in questo tipo di città? Quali sentimenti, quali emozioni, quali pensieri nutrono? Come affrontano i problemi, a cosa rinunciano, e soprattutto cosa invece vorrebbero? Quale altra città sognano? Dentro di noi sappiamo che il pensiero delle femministe ha già in parte prefigurato l’embrione di un modello di società diversa, nuove forme di relazione e di convivenza, altre modalità di lavoro, un diverso approccio alle risorse e al territorio. Ma quello che ora ci manca è l’interrogazione di noi stesse e delle altre, del nostro e del loro attuale vissuto. Nulla può sostituire la verifica dell’esperienza e dell’autonarrazione. Nella città invisibile, per fortuna, già si muovono micro-esperienze e progetti alternativi, serbatoi di innovazione e speranza che è importante indagare”.

In sintesi, il lavoro che il gruppo si propone per il prossimo anno, ma già a partire dall’autunno 2009, è di analizzare i cambiamenti che stanno avvenendo nella pòlis, come conseguenza dello spostamento dei confini tra sfera privata e sfera pubblica,  della ‘femminilizzazione’ del lavoro, della politica, dei consumi, dei media e dell’industria dello spettacolo; capire come si collocano oggi le donne reali in un contesto che le vede presenti essenzialmente attraverso quelle che è stato il loro ruolo tradizionale, le loro ‘potenti attrattive’ -la maternità e la seduzione-, e che lasciando inalterata la loro funzione riproduttiva, le costringe all’impossibile ‘conciliazione’ di lavoro di cura e lavoro extradomestico; provare a immaginare altre forme di sviluppo e di convivenza, a partire  dalla mappatura di esperienze alternative che già esistono nell’ambiente in cui si vive.

Per fare questo è necessario uscire dal cerchio ristretto delle partecipanti al gruppo, sollecitare incontri con altre donne, servendosi di quella che abbiamo chiamato auto-inchiesta, o auto-narrazione, interrogazione del ‘vissuto’ delle donne, prese tra famiglia e lavoro, casa e città, in modo da creare nuove e continuative relazioni. Ognuna potrà scegliere gli ambiti che preferisce, sulla base della sua quotidianità e dei suoi interessi. Il materiale raccolto, pur non avendo pretese di ‘scientificità’ sociologica, avrà comunque il valore di una ‘esemplificazione’ che permette a molte di riconoscersi, rendersi consapevoli di una condizione comune, immaginare forme di solidarietà e di autonomia dai modelli imposti da una società costruita ‘in assenza delle donne’.

Nel corso dell’estate, e sulla base delle discussioni preparatorie fatte nel gruppo, ognuna tenterà di dare il suo apporto scritto a un  ‘documento programmatico’, che risulterà così una composizione di voci e angolature diverse dello stesso tema.”


Gli incontri si tengono in Corso di Porta Nuova, 32

il mercoledì con cadenza quindicinale dalle 18 alle 20

per informazioni : universitadonne@tiscali.it

 

 

20-09-2009

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