Gruppo "Donne e scrittura"


Elisabetta Sirani

Quest’anno 2008-2009 lavoriamo su il libro “ La perdita” di Manuela Fraire e Rossana Rossanda, a cura e con postfazione di Lea Melandri.

Nei primi incontri si è visto subito quanto, nell'esiguità delle dimensioni, sia denso di spunti di riflessione: i primi temi che ci sono venuti in mente sono naturalmente l’idea della perdita, in senso lato, da quella delle persone amate, come per Lea -che scrive in corrispondenza della morte della madre-, a quella di un punto di riferimento nella politica.

Daniela  ha messo in relazione il libro con il lavoro che il gruppo aveva compiuto per due anni sulla nascita del desiderio di politica (con il testo che abbiamo prodotto), e il fatto che Lea riprenda una domanda di Fraire se cioè l’impegno politico, e in generale la cultura e tutte le attività dell’intelligenza umana non siano altro che un modo di esorcizzare la morte, una strategia antimelanconica. Nelle prime righe, poi, si dice che “ci è stato chiesto di scrivere della perdita, ma abbiamo visto che ci interessava di più pensarci insieme, parlarne, senza perderci di vista” e ci sono poi delle belle riflessioni sull’amicizia, in particolare quella che un amico sia un ‘tranquillo deposito di sé’: l’amicizia, quindi, come altro nucleo di discussione e scrittura.

Nicoletta ha sottolineato la dimensione del lutto collegata alla politica, per quanto mette in luce la nostra vulnerabilità e l'idea che da questo dovremmo sviluppare un'etica di ... come dire, di compassione (nel senso del patire insieme) nei confronti delle/degli altre/i. Insomma, ciò che sta alla base d'una trasformazione delle relazioni. Dal momento in cui i più potenti motori della trasformazione sono il dolore e l'amore. Certo che questo significa apprendere la capacità di stare nel conflitto senza distruggersi. E forse questa fatica del sostenere il conflitto in modo creativo, riguarda da vicino noi donne.

Liliana pensa poi che l’idea del corpo, non solo quello che si perde di chi ci lascia, ma il nostro, che scandisce il nostro essere nel tempo, sia un filo interessante da seguire. A partire dalle iniziali osservazioni di Fraire “il nostro proprio corpo è il nostro primo possesso,anzi per meglio dire il primo possesso del nostro pensiero…Il nostro è sempre e ineluttabilmente, un Io incarnato.”

Il metodo di lavoro è quello dei gruppi di lettura precedenti guidati da Lea Melandri: si isolano dei frammenti dai testi su cui si sta lavorando e, fra un appuntamento e l’altro, chi vuole scrive a partire da ciò che hanno suggerito, ricordato, ispirato. Scritture di esperienza, riflessioni, poesie, che vengono lette nell’incontro successivo. Spesso gli scritti prodotti ne avviano altri. E così via.

 

Gli incontri hanno cadenza quindicinale: il secondo e quarto giovedì del mese dalle 18 alle 20.

 

18-11-2008

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