Pensare e scrivere il rapporto tra sé e mondo
Come nasce il desiderio di politica

 
Antonella Prota Giurleo

 

L’allargamento dell’attenzione, della responsabilità e dell’agire dalla sfera privata alla sfera pubblica, dal mondo interno al mondo esterno, dall’ambito famigliare alla società nel suo complesso, viene generalmente affidato ad appelli moralistici di pochi/e, “impegnati/e”, verso “molti/e”, “indifferenti”, oppure di gruppi o partiti che hanno fatto della politica un sapere specialistico, quasi una professione, a cui servirebbe solo di essere “propagandata”.

Anziché contare su un colpevolizzante richiamo alla volontà e al senso del dovere, sarebbe utile capire come nasce il desiderio di politica, quand’è che la percezione dell’unicità, particolarità, solitudine del proprio essere si apre alla consapevolezza della dipendenza dagli altri, dal contesto sociale, culturale, politico in cui si vive, dello stato del mondo e dei poteri che ne decidono prioritariamente le sorti.

Per tentare di cogliere e ridefinire nessi, che ci sono sempre stati, tra interiorità e storia, individuo e collettività, sessualità e istituzioni, linguaggi della vita sociale, proponiamo un lavoro di gruppo, a conduzione alternata, in cui la riflessione possa avvalersi allo stesso modo della parola e della scrittura.

Sulle potenzialità della scrittura a farsi luogo di confine e di incrocio tra sentimenti e ragioni, corpo e mente, soggettività e dati fattuali, privato e pubblico, c’è già stato nel 2004, un corso tenuto da Lea Melandri. E’ in gran parte dalle donne che vi hanno partecipato che viene la proposta di dare continuità all’esperienza fatta, introducendo alcune varianti:

a)  dal rapporto docente-corsista alla responsabilizzazione di tutte, chiamate di volta in volta a   proporre materiali e forme di riflessione sul tema, in modo da rendere più consapevole la componente “biografica” che sempre agisce dietro l’apparente oggettività dei nostri giudizi;

b)  la messa in discussione di un’idea di “privato”, interiorità, storia personale, avulsa e contrapposta alla scena pubblica; ma anche lo scostamento dai linguaggi che sono andati storicamente più vicini all’ “altrove” della storia – il femminile, l’inconscio, l’infanzia, le passioni del corpo: amore, sofferenza, vecchiaia, morte-, e cioè l’arte e la letteratura.

c)  Varietà di materiali  -saggistica, letteratura, scritti giornalistici, pubblicità, ecc.- quanto vari e molteplici sono le traiettorie autobiografiche che ci mettono in relazione con gli altri e col mondo.

 

 

Il gruppo si riunisce  il martedì ogni quindici giorni,
nella sede di Corso di Porta Nuova 32, Milano,
dalle ore 18 alle ore 20.