Mary Daly

Gyn/Ecology.
The Metaethics of Radical Feminism (1978)


da sinistra: Luciana Percovich, Mary Daly, Vicky Noble

 

Capitolo 1.
Inganni Mortali: la Mistificazione attraverso i Miti.

 

L'ILLUSIONE DELLA LIBERTA' DIONISIACA

Ci sono state, naturalmente, reazioni maschili alla coscienza percepita come "tirannia di Apollo". Nietzsche ha dato espressione a questa reazione e, più di recente, è stato il tema di alcuni teologi cristiani, come Sam Keen, che ha scritto: "La cultura occidentale è diventata sempre più apollinea ed è venuto il tempo che vengano ristabiliti i diritti di Dioniso." Secondo questo punto di vista, l'influenza di Apollo ha dominato la teologia occidentale e le istituzioni religiose, che in gran parte sono state identificate con lo status quo, usando la propria influenza per mantenere i loro “confini attuali". Stranamente, l'approccio "dionisiaco" è considerato da questi teologi come "rivoluzionario" e come la "soluzione radicale".
Una accurata disanima del mito greco patriarcale evidenzia che Apollo e Dioniso sono semplicemente due facce della stessa divinità. Questa supposta "rivoluzione" ha perciò il suono fasullo di un circolo vizioso che ripete sempre lo stesso motivo. La "soluzione" consiste nella ricerca di assoluzione dal crimine di venerare un falso dio, guardando per un po' a un’altra delle sue maschere. Ciò che si scopre è soltanto una varianza a livello di apparenze - dal momento che un cambiamento reale avrebbe bisogno del coraggio incondizionato di togliere definitivamente ogni maschera e affrontare il Nulla.
Dal momento che Dioniso è comunemente considerato il "complemento" mitico e mistificante di Apollo, l'alternativa androgina al rigido e stereotipato modello mascolino rappresentato da Apollo, la sua storia necessita di un riesame. Jane Harrison sottolinea che la parola Dioniso non significa "figlio di Zeus" ma "Zeus il giovane", cioè Zeus nella sua età giovanile. Dioniso infatti (nei fatti del mito) è padre a se stesso. Per chiunque sia al corrente del significato di Cristo ("il Verbo incarnato") nel mito cristiano, il parallelo è inevitabile. Cristo è considerato dai cristiani l'incarnazione della "Seconda Persona della Trinità" e cioè consustanziale al Padre. Perciò anche Cristo è pre-esistente a se stesso ed è una manifestazione più tarda di "Zeus (Padre)- il Giovane”. I teologi cristiani che si divertono con la teologia "dionisiaca" saranno naturalmente i primi a sostenere che Cristo incorpora in sè elementi sia di Apollo sia di Dioniso. Nel glorificare l'elemento dionisiaco, si riconoscono come coloro che celebrano la liberazione dalla unilateralità - dalla stereotipata rigidità mascolina/apollinea - e come coloro che trovano il "Dio danzante". La teologia emergente (ancora cristiana) è una teologia "dello spirito, del piacere, del gioco, dell'ascolto, dell'attesa, del sentimento, del caos, dell'inconscio". Tutto ciò, naturalmente, suona come la descrizione degli aspetti "positivi" della femminilità stereotipata. E' importante che sveliamo le connessioni fra i fenomeni apparentemente contradditori, nella fattispecie la femminilità di Dioniso, con la quale teologi e filosofi maschi, reagendo contro Apollo, si identificano e glorificano, e la strana (ma familiare) storia che egli sia il padre di se stesso.
G. Rachel Levy ci informa che "nei rituali di Dioniso il Figlio eclissa la Madre". Qualsiasi femminista può vedere i terribili presagi di questa eclisse. Nella sua luce (oscurità) percepiamo il significato del "radicale" ritorno maschile alla maschera dionisiaca del dio maschio. Philip Slater, in The Glory of Hera, è molto esplicito circa questa “soluzione” ai problemi dell’identità maschile:

Ciò che è unico nella soluzione dionisiaca è che la minaccia materna è benvenuta, e la perdita di confini perseguita attivamente. Anziché prendere le distanze da o il sopravvento sulla madre, la posizione dionisiaca la incorpora.

Dionisio non deve fuggire dalla madre o combatterla. La sua vittoria è totale.
Semele, la madre di Dioniso, è la Donna Totalizzata. Quando era al sesto mese di gravidanza Zeus la colpì con tuoni e fulmini e la incenerì. Robert Graves sintetizza così le conseguenze:

Ma Hermes salvò il bambino di sei mesi: lo cucì sulla coscia di Zeus per farlo crescere ancora per i successivi tre mesi e quando venne il momento giusto lo lasciò andare. Perciò Dioniso è detto "nato due volte" o " il bambino della doppia porta".

Dunque la madre di Dioniso era già morta da tempo prima che egli fosse nato. Zeus fa a meno della donna e porta da sé il proprio figlio. Ma c'è molto altro in questa complicata storia. Per alcuni studiosi di miti, Semele fu resa gravida con una pozione preparata da Zeus con il "cuore" (probabilmente s'intende il fallo) di Dioniso, che sarebbe pre-esistito a lei. (Secondo alcuni egli sarebbe stato partorito precedentemente da Persefone che era stata stuprata da Zeus). Perciò Dionisio è il padre di se stesso, rinato e auto-generato. E dal momento che egli (Zeus il giovane) si identifica con Zeus che lo genera, è anche la sua propria madre. Così Semele può essere considerata la simbolizzazione dell'ideale patriarcale della madre come mero contenitore. Inoltre gli aspetti apparentemente contraddittori di Dioniso - il suo essere padre di se stesso e la sua femminilità - coincidono. Alla luce di questi elementi del mito dionisiaco possiamo ben essere sospettose a proposito della fascinazione maschile del troppo femmineo Dioniso, poiché la sua mitica presenza adombra  l’eliminazione totale delle donne.


Questa femminilità di Dioniso dovrebbe anche essere vista collegata alla sua glorificazione come colui che viola i confini, colui che conduce alla follia le donne. La prova del significato di questa violazione dei limiti che porta alla follia è provata involontariamente da Norman O. Brown il quale scrive di Dioniso come del "dio matto (che) rompe gli argini" abolendo la repressione. Secondo Brown: "L'anima che noi chiamiamo nostra non è reale. La soluzione al problema dell’identità è perdersi". Questa tentazione dionisiaca di "perdersi" è familiare per le donne, sia che il nostro background sia cristiano, o importato dalla spiritualità orientale o liberale, dalla “lotta di popolo” o dalla bigotta società suburbana, dall'avanguardia della sessualità orgiastica o da tutto ciò insieme. Questo è l’invito seducente a "perdersi per trovarsi". Sia che il perdersi abbia luogo attraverso la pena gloriosa del masochismo femminile cristiano o attraverso la "piacevole" tortura dei rituali SadoMaso, o attraverso particolari devozioni a Cause Nobili, il risultato è lo stesso: l’annichilimento femminile. Sebbene un numero infinito di donne siano sedotte da questa tragica perdita di sé, gli autori di questa trama distruttiva sono maschi.


A Dioniso è stata attribuita l'abilità di distruggere i confini cognitivi nelle donne, ossia la capacità di far diventare impazzire le donne – cosa che ha fatto ogni volta che fosse possibile. La follia è l'unica estasi offerta alle donne dalla via dionisiaca. Mentre il supermaschio Apollo apertamente opprime/distrugge con i suoi artificiali limiti/gerarchie/regole/ruoli, il femmineo Dioniso annebbia i sensi, seduce, confonde le sue vittime - conducendole verso la complicità, offrendo loro il proprio cuore come una pozione d'amore avvelenata.
I rituali dell'amore romantico come quelli della religione inducono le donne all’ “estasi” della perdita di Sé, alla follia che è letteralmente un essere fuori di Sé, essere accanto a Sé. Al contrario, l'estasi femminista radicale è il movimento di centratura di Sé muovendo al di là dei confini dell'orizzonte dei Padri. Questo è trovare il Sé. Nell’infrangere la credibilità degli artificiali confini apollinei - come la falsa divisione dei "campi" del sapere e la separazione fra "mente" e "cuore". In questo processo non veniamo inghiottite dalla confusione (dionisiaca) centrata sul maschile. Le streghe cercano e danno un senso ai nostri confini e alla definizione di noi stesse. Il vivere ai margini del femminismo radicale è questo definire i confini di un sé centrato e in movimento. Muovendoci, segniamo il nostro proprio territorio.


La soluzione dionisiaca, che è la violazione dei nostri confini strego-cratici, è per le donne La Soluzione Finale. Soccombere a questo invito seduttivo è essere incorporate nel Corpo Mistico Corpo della Mascolinità, cioè diventare morte viventi, che pompano sempre il proprio sangue alla Testa Paradisiaca, offrono la propria testa all’Ospite Santo perdendo la nostra testa. Il potere demoniaco del tradimento dionisiaco è imperniato su questo invito alla assimilazione/incorporazione, che conduce all’incapacità di tracciare le nostre proprie linee. Accettare questo invito significa scardinarsi, smembrarsi. Rifiutarsi è essenziale al processo del ri-membramento del Sé, della ri-fusione.
La follia, che è la Soluzione Finale Dionisiaca per le donne, è confusione - incapacità di distinguere il proprio Sé femminile e processo di mascheramento maschile. Dioniso qualche volta assume le sembianze di una giovane donna. Il fenomeno dei drag-queen dimostra drammaticamente la violazione di questi confini. Come un "bianco" che interpreta un "nero",  incorpora il ruolo oppresso senza essere incorporato in esso. Nel fenomeno della transessualità l'incorporazione/confusione è più profonda. Come ha sottolineato la studiosa di etica Janice Raymond, la maggior parte dei transessuali sono "maschio verso femmina", mentre la femmina transessuale funziona principalmente come simbolo che permette a chi tira le fila dell'impero transessuale di nascondere la vera natura del gioco. Nel transessualismo i maschi indossano corpi di femmina (e sono infatti pseudofemmine). E di fatto succede che vengono separati dalla loro madre attraverso i rituali dei percorsi di trattamento psichico che generalmente portano alla "scoperta" che la colpa per la crisi di identità di genere è della madre del transessuale. Questi "pazienti" vengono ri-partoriti da un maschio. Come fece notare Linda Barufaldi, ciò fu egregiamente simbolizzato nella ri-nominazione del famoso transessuale del tennis, Renée (letteralmente "rinato") Richards, il cui nome originale era Richard. Le super-madri-maschio della rinascita includono psichiatri, chirurghi, terapisti degli ormoni, e altri professionisti cooperanti. I chirurghi e i terapisti ormonali del regno dei transessuali, nel loro sforzo di far nascere, possono dire di produrre persone-femmine ma non possono certo produrre donne.


La seduzione che le donne - incluse le femministe - subiscono da parte della confusione generata dalla violazione dionisiaca dei confini avviene nelle circostanze più diverse. Un elemento comune sembra essere l'invito alla "libertà". Il guru maschio dionisiaco o il terapista invitano le donne alla liberazione sessuale o spirituale al prezzo della perdita di se stesse, entro comportamenti dettati dal maschio. La propaganda maschile dell'idea che anche gli uomini sono femminili - sopratutto attraverso i comportamenti femminili dei maschi - distrae l'attenzione dal fatto che la femminilità è una costruzione maschile che non ha essenzialmente nulla a che fare con il femminino. I seduttivi peana all'androginia, alla "liberazione umana" pescano in questo tema del mischiare. Quando indossano la maschera di Dionisio, i Maestri del Mito recitano la parte del Mastro Mescolatore. "Rimescolare le vittime” è il nome del loro gioco di mimo.
L'illusione della libertà dionisiaca dunque conduce le donne a diventare matte. Secondo la definizione di Honor Moore, la parola M-A-tte descrive lo stato di desiderio di Approvazione Maschile. Scrive la Moore:

Il desiderio di Approvazione Maschile (in inglese M-A-Dness, Male Approval Desire) è il filtro attraverso cui siamo costrette a vedere noi stesse - se non lo facciamo non saremo pubblicate, vendute o esibite. Non biasimo nessuna per il fatto di non ribellarsi a ciò, salvo per il fatto che non ribellarsi  può condurci a diventare matte...

E' vero che anche la maschera del dio Apollo conduce le donne alla follia, ma è la follia di una che vede la faccia/maschera del Distruttore e che desidera la sua approvazione perché sa di averne bisogno per non essere stuprata, mutilata, uccisa, imprigionata, assassinata. Questa è lucida follia. Ma il metodo dionisiaco è quello di rompere i confini che rendono questi metodi possibili nella nostra follia. Dioniso, il gentleman, l'allegro avvelenatore della mente, uccide le donne con gentilezza. Sotto il segno del Desiderio di Approvazione Maschile viene a mancare il senso di distanza da "Il Possessore". La donna che incarna il dionisiaco Desiderio di Approvazione Maschile desidera l'approvazione del suo dio perché lo ama come se stessa. Lei e lui, dopo tutto, sono due in una carne. Lei e lui sono un'unica mente. Lei ha perso se stessa nella casa di specchi di lui, e non sa quale faccia sta vedendo nelle sue visioni beate.


Così Dioniso conduce le donne alla follia con la sua femminilità che appare rassicurante rispetto alla mascolinità severa di Apollo. Carol Kerényi sottolinea che Dioniso "era detto Pseudanor", 'l'uomo senza vera virilità' - per non parlare di tutti i suoi soprannomi come gynnis, 'l’efemminato", o arsenothelis, 'l'uomo-donna'. Questa è l'estrema glorificazione deviante della femminilità, che convince le donne che è una qualità desiderabile e desiderata dagli uomini, che tenta le femmine a dimenticare la falsità della femminilità, accecandoci con il fatto che la femminilità è nella sua quintessenza un attributo maschile.

 

The Women’s Press Edition, 1979, pp. 64-69
Traduzione di Giusi Di Crescenzo

 

25-04-2010

 

home