Dal parlamento delle religioni

Il messaggio di un’Anziana hopi.

Luciana Percovich

Come ho già avuto occasione di scrivere, il Parlamento delle religioni del mondo - fondato nel 1893 a Chicago da Swami Vivekananda, Charles Bonney e Susan B. Anthony con l’intento di portare a uno scambio permanente tra il pensiero religioso d’Oriente e d’Occidente, e che da allora ha continuato a riunirsi in varie parti del mondo - nella convocazione di quest’anno, a Salt Lake City (Utah, 15-19 ottobre  2015), proponeva quattro aree di riflessione: la dignità delle donne e i diritti umani, i conflitti interreligiosi, il cambiamento climatico e le culture delle comunità indigene. Il libro, formato A4, che raccoglie il programma con tutte le sue sessioni, ha 350 pagine. Non facile orientarsi nel labirinto di spazi e di orari, occorreva studiarselo prima e con concentrazione per riuscire a individuare un proprio filo da seguire.
Sabato, in tarda mattinata, la mia scelta era caduta sulle tecniche di peacemaking sviluppate all’interno della tradizione delle sei nazioni irochesi, un metodo – diceva la presentazione, sviluppato nel XXII secolo da Skennenrahowi e fatto da una combinazione di rituali di musica, armonizzazione e riconciliazione.


Ma nella sala 251 A parlava invece un’Anziana hopi, E così, in modo del tutto inaspettato, ho ascoltato il suo insegnamento. E di questo dono ora scrivo brevemente, perché la consegna finale del suo racconto è stata: non avere paura, va avanti, parla e condividi ciò che sai ovunque tu possa farlo.
Le sue prime parole sono state: è venuto il tempo per noi di fare pace con nostra Madre.
Per questo sono qui a condividere con voi i 4 fondamenti della nostra tradizione: l’acqua, il suono (la vibrazione, l’aria), il sole/il fuoco e quello sui cui poggiano i nostri piedi, la terra.

Ogni mattina appena svegli/e, ripetiamo ritualmente quanto avviene quando nasciamo: veniamo al mondo dall’acqua e quindi per prima cosa beviamo qualche sorso d’acqua. Poi facciamo un profondo respiro e ci mettiamo in piedi, apriamo le finestre o usciamo all’aperto e incontriamo il sole. Nel muovere i primi passi ristabiliamo consapevolmente il contatto con la terra.
L’acqua è l’inizio, per questo quando qualcuno viene nella nostra casa offriamo sempre dell’acqua.
 
Quando invece ci perdiamo e ci sentiamo confusi/e, ci sediamo davanti a un fuoco e parliamo; oppure cerchiamo conforto stendendoci a terra perché la Madre ci consoli nel suo grembo e ci dia nuova forza.
L’offerta o il ringraziamento più comune che possiamo fare è con l’acqua, spruzzare dell’acqua intorno. E cerchiamo di non andare controcorrente, ma ci lasciamo trasportare dall’acqua.
Un’importante profezia di cui è arrivato il momento dice che verrà il tempo in cui tutti si riuniranno e attraverso la preghiera scopriranno ancora una volta la connessione spirituale con il tutto e tra tutto.
Per molti secoli ci è stata impedita la libertà di praticare la nostra tradizione spirituale: solo nel 1978 abbiamo avuto riconosciuta la libertà di culto (The American Indian Religious Freedom Act, Public Law No. 95-341, 92 Stat. 469, Aug. 11, 1978). Fino a quel momento, fare una capanna sudatoria poteva voler dire finire in prigione.


La nostra non è una religione, ma un insieme di credenze e tradizioni e cerimonie. Abbiamo dovuto continuare in silenzio e nell’invisibilità a resistere, perché è nel condividere che si porta avanti una tradizione, abbiamo dovuto riunirci in segreto, per tanto tempo.
Ci sono state date istruzioni su come prenderci cura del mondo, è prendendo cura della terra e delle sue Nazioni che portiamo avanti la Tradizione: non avete nessun diritto di ferire la terra usando mezzi distruttivi come il fracking, e adesso il compito di ciascuno/a è ri-svegliare le Istruzioni originali.
Si avvicinano tempi molto duri, per questo occorre sapere dove si potrà trovare acqua buona, sapere come accendere un fuoco senza la fiamma, dove andare sulla terra quando tutto s’interromperà.
Hanno calcolato che avremo 12 giorni di autosufficienza, poi sarà la confusione, la paralisi. Sappiamo che i mari stanno salendo … Se non saremo noi a fermare il tutto, sarà il tutto a fermare noi.

Si è molto parlato della profezia maya … il calendario maya è un calendario solare ed effettivamente il ciclo solare si è compiuto nel 2011. Ora è il tempo del calendario lunare e questo è in mani femminili. Questo è il punto in cui ci troviamo adesso.
Occorre ri-connetterci al cosmo, ognuno alla sua stella, agli Antenati e alle Antenate, e non avere paura, ma andare avanti, parlare e condividere il proprio sapere, ovunque si possa farlo.

Questo è quello che mi sono trovata ad ascoltare con un profondo senso di urgenza e di connessione tra noi, donne occidentali dotate di consapevolezza, e le donne native americane. E mi sono chiesta quando finalmente si risveglierà in noi l’istinto di sopravvivenza, quella capacità adamantina di difesa che sa di non potersi permettere di sbagliare, come le nostre antenate e antenati più lontani hanno saputo fare alle origini della storia: dalla loro determinazione a far vivere la propria progenie e dal loro senso di appartenenza alla Terra in mezzo a forze incommensurabilmente più grandi sono nate le prime civiltà umane.

 

novembre 2015