XII
Simposio IAPh
Associazione Internazionale delle Filosofe
Università
di Roma Tre
31 agosto - 3 settembre 2006
Il
tema
Il pensiero dell'esperienza
Il
XII Simposio dell'Associazione Internazionale della Filosofe
(IAPh) si terrà a Roma. Questa la prima occasione da cogliere,
sia per la posizione geografica/geopolitica dell'Italia - il suo stare
sul Mediterraneo, contigua all'Africa ma anche ai paesi dell'Est, posizione
che scombina l'idea di Europa in senso più grande, in continuità
con il Simposio di Barcellona del 2002 - sia, soprattutto, per la peculiare
piega che qui ha preso il femminismo.
La singolarità sta nel fatto che la politica e il pensiero delle
donne non hanno conosciuto la parabola "dal movimento femminista
alle istituzioni" che invece in molti altri paesi ha dato vita ai
cosiddetti Women's o Gender Studies. In Italia, il pensiero femminile
si è sviluppato nel sindacato, nelle associazioni, nell'amministrazione
pubblica, negli ospedali, nei media, nelle imprese, nelle case, nelle
singole professioni, ecc. e nelle accademie, senza soluzione di continuità.
L'invito è dunque rivolto non solo a studiose e a filosofe, ma
a "donne di pensiero".
I discorsi femministi, quando diventano studi puramente culturali, conoscono
derive astraenti e virtualizzate; pensare diventa allora un mero esercizio
concettuale o di affiliazione a discorsi altrui. Da questo Simposio ci
aspettiamo di più, a cominciare dalle sorprese che l'esperienza
- comportamenti, azioni, passioni - porta rispetto agli ordini di pensiero
già esistenti e dominanti. Il discorso in circolo con l'esperienza
può avere una forza di trasformazione, lo sappiamo: la parola femminista
ha avuto effetti politici, ha cambiato molte cose nella società,
nella cultura. Com'è stato possibile? Come può accadere
che l'esperienza acquisti una forza politica? Una risposta la troviamo
nella pratica del partire da sé che lega il dire con il vissuto,
in un circolo virtuoso, nel contesto di un'autorità riconosciuta
alle parole delle donne, a partire dalle relazioni, dalle azioni e dai
vincoli, e si propone come universale. Nella parola "partire"
si trova infatti sia l'idea di un inizio, sia l'idea di una distanza:
quando si riferisce a situazioni concrete, il lavoro di pensiero che parte
da queste diventa capace di comunicare, di travalicare il singolo contesto,
di invitare anche altri/e al confronto e al conflitto.
I nostri tempi hanno un grande bisogno di parole incarnate, trasformative,
che sappiano restituire senso alle cose che viviamo e che sappiano disfare
quegli ordini ingiusti, ordini del discorso e delle relazioni, per aprire
a nuove forme di convivenza. Abbiamo individuato alcuni aspetti del vivere,
di cui facciamo continuamente esperienza, e che sono terreni di contesa
politica nelle nostre vite come sulla scena mondiale.
-lavoro: il mercato del lavoro, in cui una guadagna di che vivere per
sé e, a volte, per l'altro;
-governo, della cosa pubblica, della casa, ecc., attività pubblica
in cui la presenza e la competenza delle donne è richiesta, talora
persino benvenuta, ma distribuita in modi imprevisti e singolari;
-leggi e relazioni, una posta in gioco tanto più cruciale quanto
più la politica tende a risolversi in una richiesta di diritti,
e che ci interpella sulle forme regolative della convivenza;
-educazione, un ambito di presenza tradizionalmente più femminile
che maschile, determinante nella crescita di una società, ma oggi
considerato una spesa 'improduttiva' e perciò disconosciuto nella
sua dimensione umanizzante;
-scienze e tecnologie, campo di contesa politica ed etica, anche tra donne;
-arte, a tutte quelle forme di espressione che possono indicarci altri
ordini di esistenza;
-vita quotidiana, esperienza ordinaria tra ripetizione e invenzione, al
centro delle vite femminili, eppure spesso non vista e non pensata;
-storia e memoria, diversamente importanti per la vita umana e che oggi
vengono manipolate e contese;
-sessualità e inconscio, le metamorfosi del desiderio e dei suoi
soggetti, e della psicoanalisi;
-divino, infine, perché possano circolare le parole di una libera
esperienza spirituale o religiosa.
L'iniziativa
Il
Simposio IAPh è arrivato alla sua XII edizione. La IAPh, Associazione
internazionale delle filosofe - www.iaph-philo.org - , ha sede a Berlino
ed è stata fondata nel 1974. L'Associazione promuove la comunicazione
e cooperazione tra autorevoli studiose di diversi paesi e sostiene lo
sviluppo del pensiero filosofico alla luce dei contributi del pensiero
delle donne. Le precedenti edizioni si sono tenute in alcune delle più
importanti città europee - Göteborg (2004), Barcellona (2002),
Zurigo (2000), Vienna (1995), Amsterdam (1992), Berlino (1989).
La
IAPh coinvolge, a oggi, centinaia di iscritte e molte università
di tutto il mondo - tra le quali: York University (Canada), University
of Johannesburg (Sud Africa), Göteborg University (Svezia); Wien
Universität (Austria); Freie Universität (Berlino); Universidad
de Barcelona (Spagna); Utrecht University (Olanda); Stockholm University
(Svezia); CNRS, Paris (Francia); University of Illinois, Chicago (Usa).
L'edizione
del 2006 avrà luogo, per la prima volta, in Italia, a Roma, e sarà
organizzata dalle referenti dell'Università di Roma Tre. Date le
caratteristiche dell'evento si prevede l'affluenza di numerose uditrici
provenienti da tutto il mondo, nonché la presenza di alcune delle
maggiori esponenti del pensiero delle donne a livello nazionale e internazionale.
Aggiornamenti: http://host.uniroma3.it/dipartimenti/filosofia/culturali/simposio.htm
Contatti:
Francesca Brezzi: brezzi@uniroma3.it; Federica Giardini: fgiardini@uniroma3.it;
Annarosa Buttarelli: annarosa.buttarelli@univr.it
28-06-06
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