Sugli insulti sessisti a Laura Boldrini

Vittoria Longoni

 

 

Personalmente, oggi “sto con Laura Boldrini” e le ho espresso la mia solidarietà. In molti donne incontro lo stesso atteggiamento, ma in altre – dentro e fuori la LUD - trovo invece obiezioni e ostacoli. Vorrei comprendere meglio queste difficoltà e mettere a fuoco il mio atteggiamento.
 Non mi convincono le obiezioni del tipo: “ parliamo invece della violenza nei rapporti quotidiani” (come se le due violenze sulle donne non fossero connesse!!); “rischiamo di mettere in ombra la contraddizione profonda e il conflitto tra i sessi “(ma non siamo di fronte proprio a una delle tante manifestazioni di questo conflitto??), “ci facciamo strumentalizzare” (ma da chi? E non abbiamo la forza di uscire dalla strumentalizzazione ?), “che siano i maschi a parlarne” (certo! Ma quando mai questo significa che non ne parliamo anche noi?) .  Penso invece che le obiezioni più fondate possano stare o in ragioni di orientamento politico (in senso tradizionale) che prevalgono sulla solidarietà di genere,  o nella volontà di estraniarsi dalla politica maschile (certo, è ancora maschile, ma possiamo chiamarcene fuori del tutto, ora?) o in una ostilità verso la figura della donna (o madre) dotata di potere, e vorrei interrogare meglio questa ostilità perché la sento anche io in qualche misura.
Orientamento politico: per esempio, in questo conflitto scelgo di stare coi grillini, per quanto maschilisti siano. Ovviamente, diversi orientamenti politici sono del tutto legittimi, come i diversi orientamenti sessuali o di genere. Personalmente capisco le ragioni che muovono i grillini perché anche io sto a disagio in questa società, in questo sistema politico ecc. Trovo però che la protesta grillina sia molto rozza, indiscriminata, distruttiva, a rischio di populismo antidemocratico,e soprattutto che dia la  stura a pulsioni maschiliste che non vengono minimamente canalizzate e discusse, perché tutto “fa brodo” quando si tratta di attaccare e denigrare con l’insulto avversari e istituzioni, tanto più se donne. Allora chiedo alle donne che, in piena autonomia, stanno coi grillini, se non si sentono a disagio di fronte a tutto ciò e se non vogliano affrontare in qualche modo la contraddizione.
Volontà di estraniarsi dalla politica ancora incentrata sul maschile, lo capisco e in questo conflitto ci sono anche io.  Confrontarsi con la “politica” tradizionale oggi significa avere a che fare con un sistema molto corrotto e opaco, a forte rischio di protagonismo carismatico dei leader, sentirsi ingabbiate da margini di scelta molto ristretti, constatare di avere scarso potere di incisione sui partiti della sinistra e sulle loro dinamiche, e  che gli stessi partiti sono ingabbiati da logiche di compromesso  e che in ogni caso governi e parlamenti sono molto limitati di fronte alle dinamiche economiche e di potere del nostro mondo globalizzato. Però questo non mi impedisce per ora, come donna che cerca di costruire la propria autonomia,  di tentare di esserci in questo mondo opaco e ostile, di aprire varchi e conflitti, perché altrimenti si sta semplicemente “fuori”, ma rischia di essere un atteggiamento di pura autoesclusione.  Certo è molto utile e anche gradevole costruirsi spazi di relazione autonomi tra donne,  ambiti di elaborazione intellettuale e creativa, ma prima o poi i nodi della relazione col mondo politico tradizionale riemergono.  Comprendo la drammaticità della scelta  che la Boldrini ha dovuto affrontare nel suo ruolo di Presidente ella Camera  (oltre a tutto, contrapponendosi alla volontà politica del suo partito di riferimento). Sinceramente, non so cosa avrei fatto al suo posto, anche se di sicuro protesto contro questo modo di procedere del Parlamento, le leggi-ammucchiate, le tagliole, i dibattiti superficiali e  strumentali, la mancata chiarezza nel rapporto tra cittadini e istituzioni, tra elettori ed eletti, tra iscritti ai partiti e organismi dirigenti. Ma quando esigiamo democrazia paritaria dobbiamo mettere nel conto anche tutti questi problemi e cercare di affrontarli, discutendone con le donne che abbiamo eletto. Che fatica però!! E che senso di frustrazione, di pantano!
Ostilità verso la donna/madre  potente, questa mi sembra una ragione profonda. Le donne che hanno posizioni di potere e che le esercitano in modo autonomo, senza situarsi all’ombra del “maschio alfa” di turno e senza portare acqua al suo mulino, incontrano una dura ostilità maschile che in questo caso si è manifestata in tutta la sua virulenza e che non mi lascia affatto indifferente, la voglio contrastare in tutti i modi possibili , con l’ironia, la denuncia, la protesta ecc. Ma certo anche le donne possono identificarsi, anziché con la  madre autorevole, col figlio ribelle. La tradizione antiautoritaria che molte di noi abbiamo attraversato ci conduce in questa direzione, figlio/a contro padre e madre. Ma credo che possiamo andare oltre questa posizione, anche perché  non  siamo più solo figlie protestatarie, ma anche donne adulte, madri o non madri. E sul rapporto con la madre abbiamo detto e fatto molto, anche se restano zone d’ombra ancora da esplorare.
La voce della Boldrini, quando esercita il suo potere in situazioni tese alla Camera, appare anche a me venata di asprezza, forse incrinata da uno sforzo eccessivo.. Mi sembra comunque la voce di una persona che si sente molto responsabile per il suo compito e che deve essere inappuntabile, anche perché soggetta a critiche e ostilità in quanto donna. I maschi sono più a loro agio quando gestiscono il potere e poi, lo diceva già il saggio Eschilo, “chi da poco comanda è sempre aspro”. Anche io vorrei una voce di donna autorevole, più forte e meno stridula. Vorrei dire alla Boldrini: rilassati, fà di testa tua, sii sovranamente indifferente, comportati con autorevolezza e autonomia, confrontiamoci tra donne. Ma glielo voglio dire da una posizione solidale.

 

7-2-2014