Irina Palm
di Sara Sesti

 

 

 

Può essere visto come un film beffardo o come una pellicola patetica... Una vedova inglese sessantenne, di modeste condizioni (Marianne Faithful), trova finalmente come reperire i soldi che servono per curare in Australia il nipotino Olly che ha una malattia rara e i giorni contati. Si ritrova a lavorare in un club per soli adulti come operatrice per un'esercizio sessuale, importato a Londra dal Giappone dal gestore slavo Miki (Miki Manojlovic ): lei sta in un box da una parte di un muro, dall’altra parte i clienti si fanno masturbare attraverso un foro. Senza vedersi.

Maggie si sforza di pensare che sia solo un impiego come un altro: sul lavoro porta un grembiule, le pantofole e si costruisce intorno un angolo familiare con fotografie, fiori e centrini, a volte legge. E' molto apprezzata dalla clientela e col nome d'arte di Irina Palm diventa la più richiesta "operatrice manuale" del sexy shop.

Quando il figlio scopre la sua attività, l'aggredisce e l'insulta, ma per Maggie il lavoro è diventato importante non solo per i soldi che guadagna: paradossalmente è il luogo delle relazioni (con le colleghe e col gestore) che la trasformano da provinciale perbenista in una donna compassionevole e più libera.

Il regista Sam Garbaski sa trattare sia lo scabroso tema sessuale sia il dramma familiare con una misura ammirevole, stemperando l'uno e l'altro un passo prima dell´ovvio. Marianne Faithfull, recentemente omaggiata al Premio Tencoper i suoi quarant’anni di musica” è bravissima: dagli esordi come cantautrice, alla tormentata storia d’amore con Mick Jagger finita nell'eroina, oggi è diventata la musa di grandi registi.

Il film ha ricevuto un’accoglienza trionfale al Festival di Berlino 2007, con quindici minuti di applausi.

13-12-07

home