Donne e sapere: un amore contrastato

Liliana Moro

Donne e sapere, donne e scienza: un amore contrastato, non impossibile ma infelice sì.

Oggi siamo giustamente scandalizzati dal divieto talebano per le ragazze di frequentare la scuola e giustamente è stato dato il Nobel per la Pace 2014 a Malala Yousafzai, la ragazza pakistana, simbolo della battaglia per l'istruzione femminile. Ma ricordiamo che nella civilissima Europa le porte dell'istruzione universitaria si sono aperte alle donne solo nella seconda metà dell'800, e gradatamente...

François Fénélon, famoso pedagogista francese, precettore regale, che diresse un collegio per fanciulle nobili, era un gesuita non un tradizionalista al punto di occuparsi di istruzione femminile, è molto chiaro:

"Contenete il più possibile il loro desiderio di sapere nei limiti della norma, e insegnategli che il loro sesso deve avere nei riguardi della scienza un pudore delicato, quasi simile a quello che ispira l'orrore del vizio"
(Education des filles, 1687)

Un secolo più tardi, nella Francia rivoluzionaria le posizioni non sono molto cambiate: “L’uomo… sembra essere il solo capace di meditazioni serie e profonde, che esigono una grande disciplina dell’intelligenza e lunghi studi che alle donne non è dato seguire.” (Rapporto della Convenzione, 1793)


La cultura scritta, quella trasmessa nelle istituzioni apposite, le escludeva ma nelle epoche a prevalente cultura orale, nel medioevo europeo, le bambine frequentavano le stesse scuole cittadine dei loro fratelli

Il mercante toscano Paolo da Certaldo, contemporaneo del Boccaccio, nel suo trattato, Il libro di buoni costumi, una specie di galateo dell'epoca o un manuale del ben vivere per la nuova classe borghese cui apparteneva, scrive:

"Lo fanciullo lo si vuole tenere bello netto e caldo, e spesso provvederlo tutto membro a membro (…) E poi, né sei o sette anni, pollo a leggere; e poi fallo studiare o pollo a quell'arte che gli è più diletta: e verranno buono maestro. E s'ell'è femmina, polla a cuscire, e none a leggere, chè non istà troppo bene a una femina sapare leggere se già no la volessi fare monaca. Se la vuoi fare monaca, mettila nel munistero anzi ch'abbia la malizia di conoscere la vanità del mondo, e là entro imparerà a leggere"


Eloisa e Abelardo miniatura

Infatti i conventi erano luoghi di cultura. Un nome per tutte le innumerevoli monache intellettuali: Ildegarda di Bingen (1098-1179) del XII sec. Ma anche Rosvita di Gandersheim, Eralda di Landsberg (1125-1195) ed Eloisa, (1101-1142) famosa per la sua relazione con il filosofo Abelardo trascorse parte della sua vita in convento, sebbene la sua formazione fosse laica. Un caso tipico: il nome di una donna è tramandato in associazione a quello di un uomo, altrimenti no.
Questo tratto, l'allontanamento dalla società civile e dai rapporti con l'altro sesso, rimarrà a lungo un must per le donne che vogliono studiare. Per essere accettate nella società dei dotti devono comportarsi da suore, anche se sono fuori dal convento e vivono nel loro palazzo. (Gli studi avanzati erano possibili solo ai ceti più abbienti, questo anche per gli uomini) Cito per questo Isotta Nogarola di Verona (1418-1466).

Di parere diverso la famosa Christine de Pizan (a cui Stefania Sandrelli si è ispirata per il suo film da regista) che scriveva nel 1405 nella sua opera più famosa, La cité des Dames

“Se ci fosse l'usanza di mandare le bambine a scuola e di insegnare loro le scienze come si fa con i bambini, imparerebbero altrettanto bene e capirebbero la sottigliezza di tutte le arti, così come essi fanno.” (La città delle dame, Carocci, 2004)


Per le donne comuni attraversa i secoli un martellante e continuo addestramento al lavoro e alla rinuncia agli studi: polla a cuscire scriveva appunto Paolo da Certaldo.
Bisogna ricordare che i lavori domestici prima della industrializzazione sono importanti e pesanti, comprendevano prodotti di interi settori industriali: il tessile -che iniziava dall'allevamento delle pecore...- l'alimentare -che iniziava dalla semina dei fagioli, dall'allevamento delle galline...- la cura di vecchi (pochi) e bambini (molti) in abitazioni senza acqua, senza luce e senza sistema fognario. Occorreva una potente forza di persuasione per convincere le donne che quello era il loro regno.


Era tutta un'economia - termine che deriva dall'Economicon di Senofonte, trattato sulla gestione della casa, oikos in greco- contrapposta alla Politica, la gestione della polis, maschile.

Nemmeno chi apparteneva alle classi privilegiate sfuggiva del tutto a questo destino: per le nobildonne e le benestanti il ricamo, il cucito sono state attività consuete fino all'800 e si accompagnavano allo scopo fondamentale della presenza femminile nella società: procreare. In un'Europa che aveva un tasso di mortalità infantile elevatissimo era necessaria una intensa attività procreativa per garantire la sopravvivenza. Attività in cui le donne iniziavano praticamente bambine, appena puberi, e ci lasciavano sovente la vita.



Anche Émilie de Breteuil, marchesa du Châtelet, (1706 - 1749) fine intelletto matematico, morì di parto.

 

La scuola delle donne è dunque la casa, l'istruzione avviene tra le mura domestiche - anche per preservarne la preziosa verginità, oltre al fatto che in casa si svolge la loro attività lavorativa. Ma questo non esclude che le giovani più fortunate, che poterono avvalersi di istitutrici, precettori, insegnanti assunti tra i dipendenti di famiglia, fossero aperte alle novità, alle idee nuove che circolavano nella cultura del loro tempo: una per tutte: Maria Gaetana Agnesi (1718-1799) che introdusse il calcolo infinitesimale in Italia. Ma anche tutte le nobildonne che tenevano salotto in casa propria, invitando gli innovatori in ogni campo. La funzione dei salotti come luogo di diffusione della cultura in ambito europeo è stata ormai ben studiata e documentata: fuori dall'accademia e dalle istituzioni ecclesiastiche permisero il diffondersi di scoperte e tendenze di pensiero non-conformi al sapere costituito furono

"uno spazio di libertà creato e sorretto da una donna e che si distingue radicalmente dalle istituzioni culturali della società maschile" (Verena von der Heyden-Rynsch, I salotti d'Europa, Garzanti, 1996)


Finché ci si muove fuori dalle strutture consolidate le donne sono attive e propositive, poi capita magari che le strade si chiudano. Sapete quante donne impararono a pilotare aerei al loro primo apparire? Il secondo aereo che trasvolò l'Atlantico dopo Lindberg era pilotato da una donna: Amelia Earhart (1897- 1937) Già un secolo fa 1913 Rosina Ferrario, milanese, prese il brevetto e poi molte italiane: poi sorsero le scuole militari e finirono, poi, per fare le hostess.


Amelia Earhart

Un piccolo caso di ritorno indietro che si inserisce nel generale, grande movimento di blocco operato nella società e nella cultura europea con lo scoppio della prima guerra mondiale e poi dei fascismi italiano, spagnolo, tedesco.

Le donne che erano molto uscite di casa, non solo nelle manifatture e nei campi -come facevano da anni- ma anche nelle scuole, nelle università, negli uffici, negli atelier d'arte, nei laboratori scientifici, dovunque. E avevano anche posto il problema dei loro diritti politici con il movimento suffragista (non chiamiamole suffragette: il termine dispregiativo che è passato-appunto- alla storia). Queste donne furono ricacciate in casa e i loro percorsi formativi furono nettamente separati da quelli maschili. La Riforma Gentile, in Italia, prevedeva l'istituzione di un liceo femminile, in pratica a numero chiuso, riservato alle ragazze della classe dominante che non dava accesso né all'università né al lavoro. Le tasse universitarie vennero elevate per tutti.
In Germania dal 1934 le studentesse universitarie non poterono superare il 10% degli iscritti e non potevano comunque studiare il latino, per legge. In Italia non potevano insegnarlo, oltre a non poter diventare dirigente scolastico. E la professione medica, per non parlare della carriera giudiziaria, erano precluse.

Sarà per tutta questa storia che le donne sono così appassionatamente innamorate del sapere?



30-10-2015

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