Juno

di Sara Sesti


 

 

Come vi comportereste se scopriste di essere rimaste incinte a sedici anni "appena divenute sessualmente attive "?
Quando Juno Macguff (una talentuosa Ellen Page) scopre di essere incinta del suo migliore amico Paulie Bleeker (compagno di classe imbranato che adora i Tic Tac all'arancia), dopo aver preso in considerazione la possibilità di abortire, cerca una coppia che possa adottare il nascituro. Con l'aiuto della sua migliore amica, trova Mark e Vanessa, trentenni borghesi consumisti che desiderano un figlio in adozione.

Juno (come Giunone,"la dea bella e cattiva... come Diana Ross" ) è intelligente, simpatica e ha la lingua affilata, ma è ancora quasi una bambina. Sospesa tra le ingenuità dell'adolescenza e le responsabilità dell'essere adulti, in una situazione che potrebbe sommergerla, riesce a prenderne il controllo. Tutto sembrerebbe andare per il meglio, ma molti imprevisti si presentano sulla strada che porta alla maturità.

Il film tratta questioni delicate - libertà, autodeterminazione, amore - e le pone senza giudicare (cosa che adesso in Italia sarebbe impensabile).
La commedia ha vinto il Premio Oscar 2008 per la migliore sceneggiatura per merito di una blogger - Diablo Cody - scoperta da uno dei produttori mentre navigava su Internet. La scrittrice, ex spogliarellista, ha steso infatti un testo spiritoso, intelligente e spiccatamente femminile. Alcune battute restano memorabili come la frase che Juno rivolge a Paulie alla fine del film: “Forse prima di procreare avremmo dovuto scoprire che ci volevamo bene''.

Anche la rappresentazione dei personaggi non protagonisti è molto originale. Alla notizia della dolce attesa, i genitori di Juno sfidano le convenzioni e gli stereotipi cinematografici assumendo un atteggiamento ironico e compito. Quando il padre visita la ragazzina in ospedale, dopo il parto, le auspica “Tornerai qui con le tue modalità''. Allo stesso modo, la coppia, a cui la teenager vorrebbe affidare il bambino, rivela di possedere molte più crepe di quelle che il loro status implicherebbe.

Questa commedia indipendente, la seconda del regista trentunenne Jason Reitman, trova il proprio equilibrio grazie anche a una serie di elementi di contorno come il look di Juno, le ambientazioni cariche di colori e di vita.

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Invito alla discussione
di Gianna Belrtrami

Sono perfettamente d’accordo con il commento di Sara su questo delizioso film che si svolge con un racconto tutto “all’incontrario” rispetto a quanto siamo abituati a considerare “normale”.
La ragazzina Juno rimane incinta quasi per un gioco con un compagno di scuola che si pone come inebetito spettatore della gravidanza.
Juno vive in un piccolo paese americano con il padre e la sua seconda moglie mentre la madre se n’è andata e vive con un altro marito e altri figli e non ha rapporti con la ragazza. Ed è il padre che sostiene con comprensione ed affetto la situazione di Juno.
Inizialmente Juno pensa di abortire ma si scontra con la burocratica superficialità degli operatori del servizio e allora decide di portare a termine la gravidanza e dare il bambino in adozione rispondendo a una richiesta apparsa su un giornale.
La coppia è bella , giovane , ricca , di successo…e inaffidabile tanto che alla fine il neonato verrà affidato alla sola moglie perché il marito se n’è andato.
La ragazzina vive in modo “sano”la gravidanza, continua a frequentare la scuola e i suoi ambienti di vita e affronta con grintosa ironia la sua situazione ma non ne sembra emotivamente coinvolta.
La gravidanza le scivola via.
Con l’enfasi data alla maternità, specialmente in Italia, la mia generazione fatica a capire Juno
Credo che sarebbe molto interessante conoscere e confrontarci con una voce giovane se qualcuna vuol rispondere al mio invito.

 

10-4-08

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