…E ora parliamo di Kevin

Simona Santoni

 

 

 

 

Tratto dal romanzo omonimo di Lionel Shriver, diretto dall’interessante regista scozzese Lynne Ramsay che insieme a Rory Stewart Kinnear ne ha curato anche l’adattamento, il film racconta la storia terribile e inquietante di una madre che si dibatte tra sensi di colpa e interrogativi: dietro al gesto di suo figlio - irrazionale e imperdonabile da parte della società - quanta responsabilità ha lei che lo ha cresciuto ed educato, che ha da subito faticato a essere mamma, non sentendosi pronta, anche se si è sforzata di amare e prendersi cura?

Tilda Swinton è Eva, donna sola e tormentata che lotta contro una profonda amarezza. Ha mai amato suo figlio Kevin, mostratosi sin da piccolino bambino problematico? È in parte colpevole di ciò che ha fatto lui? Quanto c’entra la natura e quanto l’educazione dietro agli errori dei propri figli?

La narrazione si costruisce tra flashback su diversi livelli temporali che si intersecano perfettamente al presente, giocando anche al richiamo dei colori, il rosso su tutti, il rosso del sangue, il rosso dei pomodori della Festa della Tomatina spagnola, il rosso della vernice che imbratta a mo’ di onta…

Il rapporto tra Eva e Kevin viene esaminato in sequenze, negli anni: attraverso immagini suggestive Ramsay arriva alla psicologia interiore dei suoi personaggi. È stupefacente la magistrale scelta del cast: Kevin viene rappresentato a diverse fasce d’età da tre attori diversi, ed è impressionante quanto i tre sembrino davvero sempre lo stesso interprete, immortalato in anni diversi (ecco il piccolo Rocky Duer nei primi anni di vita, Jasper Newell per Kevin a 6-8 anni, Ezra Miller per il teenager). Tutti e tre hanno uno sguardo profondo e scuro, di sfida, bellissimo e tremendo.

Ingiustamente trascurato dagli Oscar 2012, la meravigliosa protagonista Tilda Swinton avrebbe invece meritato assolutamente una candidatura come Migliore attrice. E cos ’ha …E ora parliamo di Kevin per non meritarsi anche una candidatura agli Oscar come miglior film? Sì, certo, non è rassicurante e ci ricorda quali demoni nascondano la natura umana. È straziante e duro, sicuramente, ancor più dopo l’ennesima insensata strage, sull’isola di Utoya, dell’agosto scorso.

 

 

da panorama.it

25- 2- 2012