Area ‘Contesto’

Durante il primo incontro del piccolo gruppo sul contesto si è parlato di viaggi, ossia di mondi altri, noti solo a chi c’è stato. Solo dopo, dai viaggi, il ritorno al contesto”, nel desiderio di trovare il modo - lo strumento - che permettesse a ciascuna di descrivere il tessuto nel quale è implicata al lavoro . Ne è uscita una traccia per la conduzione di un’intervista intitolata ‘Gli elementi di un contesto: parole, variabili, domande, intuizioni’, un titolo che descrive quanto è accaduto all’interno del piccolo gruppo negli incontri di lavoro: si sono affollate domande e tentativi diversi di definizione, scoperto elementi apparentemente sconnessi, intravisto significati molteplici e spesso imprendibili. Tutto questo è confluito nello strumento utilizzato con il gruppo grande in uno degli incontri del laboratorio, durante una serata in cui due donne del piccolo gruppo si sono lasciate intervistare, permettendo così alle altre di ascoltare un modo possibile per parlare di contesto e come una traccia aiuta a farlo. I racconti infatti hanno mostrato il contesto/i attraversati nelle loro diversità e complessità, di luoghi fisici e di regole del gioco, cosicché il contesto è stato sia l’aula d’asilo spaziosa e luminosa nella quale lavorare con i bambini di una di noi, che la borsa contenente i gadgets da vendere nei negozi del centro entro quel giorno di un’altra.

Perché il contesto è sembrato qualcosa di ‘scivoloso’, che continua a scivolare se non c’è un punto di vista, una soggettività da cui guardarlo. E chiama in causa l’identità e l’appartenenza, ossia l’esistenza di un confine (fisico, temporale, simbolico) tra te e il lavoro, nonché il problema dell’aderire (al tuo lavoro singolo, alla missione aziendale?).

 

Gli elementi di un CONTESTO:

Parole, variabili, domande, intuizioni….

 

1. Il tuo contesto dal punto di vista fisico/ambientale (le sue caratteristiche “oggettive”)

Qualche suggerimento per descriverlo:

In relazione al luogo: un luogo/molti luoghi, le caratteristiche estetiche (luci/colori/odori rumori/suoni/bellezza), la sua struttura “micro” (un ufficio “da sola”/un open-space), la sua collocazione (in casa/in un ufficio privato/in un luogo pubblico/al “chiuso” o all’aperto), lontano/vicino al luogo in cui vivi etc.

In relazione alla struttura “macro”: un ente pubblico/privato, un’azienda di servizi/di prodotti, in che settore opera, dimensioni della “sede” o dell’azienda, numerosità del tuo gruppo di lavoro etc.

In relazione alle persone che lo compongono: omogeneità/disomogeneità (sociale, culturale, di genere, etnica), “sovrapposizione” di relazioni (progetti condivisi con colleghi e colleghe – per scelta o per necessità -, presenza di amici o amori, altri elementi perturbanti o di coesione) etc.

In relazione a te: il modo in cui ti vesti: esiste una sorta di “divisa”, è formale o informale, varia in funzione della situazione, ha un valore simbolico per te e per gli altri etc.

 

2. Il tuo contesto in relazione alle modalità di funzionamento (come è organizzato? come funziona?)

Qualche suggerimento per descriverlo:

In relazione allo stile di comportamento previsto: esiste un “modello aziendale” (anche se la tua non è propriamente un’azienda) che regola l’aspetto esteriore, i comportamenti, le relazioni? Prevalgono competizione o collaborazione? Sono richieste capacità di mediazione e cura?

In relazione all’organizzazione delle attività: si lavora da sole, in equipe, in gruppi stabili, in gruppi variabili e finalizzati a progetti, con attività standardizzate e ripetute, oppure nuove e mutevoli etc.

In relazione alle competenze e capacità: sono richieste flessibilità e adattamento, aggiornamento, specializzazione, capacità di pianificazione, risorse per l’improvvisazione? L’acquisizione delle competenze è “a carico” di ciascuna?

In relazione alla gestione del tempo: il tuo orario di lavoro è flessibile oppure fisso, la gestione è individuale o collettiva, lavori secondo dei turni, puoi distinguere l’inizio e la fine della giornata di lavoro?

in relazione ai percorsi di carriera: nel tuo contesto esistono percorsi di carriera? quali sono i tipi di carriera prevista (tecnica, gestionale, autonoma etc.)? le modalità di crescita professionale sono automatiche o dipendono dal raggiungimento di obiettivi, esiste una gerarchia “forte” oppure i percorsi sono più “partecipati”, ci sono situazioni di mobbing etc.

In relazione al tema della continuità: esiste una continuità di luoghi, di persone, di attività?

 

3. Il tuo contesto in relazione al contenuto del tuo lavoro

Qualche suggerimento per descriverlo:

In relazione alla tipologia di lavoro: unica/prevalente/mista (organizzativa, tecnica, formativa, commerciale, servizi, artigianale, di studio, informazione, relazione etc.)

In relazione ai prodotti del tuo lavoro: materiali/immateriali, oggetti fisici, idee e progetti (per se e/o per altri); “effetti” intesi come modifiche e miglioramenti su ambienti/persone/cose, circolazione di cose/persone/informazioni/denaro-

In relazione ai risultati: visibilità, misurabilità, spendibilità dei risultati.

 

4. Il tuo contesto in relazione al denaro (quanto, quando e come paga?)

Qualche suggerimento per descriverlo:

In relazione alla quantità di denaro: retribuzione equa o “iniqua”, parametri di valutazione oggettivi/soggettivi, ottica comparativa (valore del proprio lavoro sul mercato).

In relazione alla misurazione dei prodotti e ai tempi e modi della retribuzione: “a tempo” (normale/extra), “a cottimo” (numero di oggetti o servizi prodotti), a obiettivi, su valutazione periodica, con attenzione alla monetizzazione del rischio/disagio etc.

In relazione ai “benefit”: partecipazioni (stock options, premi di produzione), servizi (mensa, assicurazioni, trasporti), vantaggi (vendibilità delle proprie competenze, aggiornamento professionale).

 

5. Il tuo contesto in relazione all’identità e all’appartenenza

Qualche suggerimento per descriverlo:

In relazione all’esistenza di un “confine” tra sè e il contesto: fisico, temporale, simbolico (i vestiti?); auspicabile o deprecabile?

In relazione alla continuità: fra la precedente fase di vita (studio) e il lavoro, fra lavori diversi in sequenza, nell’ambito dello stesso lavoro.

In relazione alle ragioni dell’appartenenza attuale: casualità/scelta, realizzazione di sogni e ideali, rispondenza a esigenze esterne (conciliazione, sicurezza, denaro, ruolo sociale, “comodità”, richieste familiari), rispondenza a istanze “etico-sociali”.

In relazione al “modello” proposto: adesione/identificazione/rifiuto (parziali o totali)

In relazione agli incentivi all’appartenenza: incentivi “interni” (mensa e bar, attività di formazione anche residenziali, attività ricreative e sportive, cene sociali e di lavoro etc.), incentivi “esterni” (sindacato?)

 

Esiti dall’area

Il contesto è lo spazio tra individuo e mondo più difficilmente descrivibile perché più vicino a noi. Più volte è emerso che molte amano il contenuto del proprio lavoro ma detestano il contesto. Amano la medicina ma odiano l’ospedale ... Il contesto si vive ma non se ne parla quando lo si condivide, perché non c’è uno spazio e un tempo per farlo. Noi abbiamo creato un contesto. Il contesto ha permesso una tessitura.