Le premesse

Abbiamo avviato, inizialmente anche con altre, presso l’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, un laboratorio: Donnelavorincorso.

Per vedere, narrare, descrivere e conoscere le trasformazioni che hanno portato al modello sociale detto da più parti postfordista.

Nel passaggio tra fordismo e postfordismo che segna la nostra epoca, il lavoro ancora fonda l’identità e dà accesso alla cittadinanza. Produrre conoscenza riguardo a se stesse al lavoro è un modo possibile, forse anche necessario, per mettere a fuoco cosa sta cambiando nel nostro esercizio della cittadinanza, che avvertiamo minacciata da conflitti globali e locali. (per noi, come per tutte le altre/i). Come rendere possibile questo tipo di conoscenza di sé, come favorire lo scambio su un tema la cui dimensione soggettiva è stata ancora poco presente e poco indagata nella pratica femminista? “Vedersi” al lavoro è possibile solo se si dà spazio all’auto-osservazione e al racconto di sé; e perché ci sia un racconto ci vuole un contesto, uno spazio fisico e mentale condiviso, che diventi un luogo intermedio tra la dimensione esclusivamente individuale, intimista, condivisibile con le amiche nell’estemporaneità dello sfogo, e la dimensione pubblica, quella della polis, dal sindacato ai giornali, alla politica, alle associazioni femministe. A Milano l’identità è legata al lavoro a doppio filo, crea una dipendenza fortemente ansiogena. Il laboratorio è un contesto in cui riconoscersi, costruire alcune appartenenze. La pratica di riflessione del laboratorio è stata la condizione metodologica che ha permesso la creazione di un contesto intermedio (tra l’individuo e il collettivo, tra il privato e il pubblico) nel quale sperimentare modi e strumenti per interrogare il nostro stare al lavoro. E nel contesto che si è costruito abbiamo cominciato una tessitura, tra trame e orditi, alla ricerca di quel “filo del pensiero” di Rigotti da cui ci siamo lasciate volentieri suggestionare. Ma tale pratica è stata anche l’esito della costruzione di uno spazio politico, di ricerca con altre attorno alle trasformazioni del nostro modo di essere cittadine, di lavorare e anche di progettare (sognare?) dei cambiamenti possibili.

Nel percorso di ricerca e di conoscenza abbiamo prodotto degli strumenti che hanno reso possibile mettere a fuoco degli esiti interessanti, nella loro parzialità e provvisorietà. Riteniamo utile mettere a disposizione gli uni e gli altri per rilanciare l’avventura…