Lavoro, lavori
Alcuni giorni fa, ho incontrato un'amica, molto più giovane di me, che non vedevo da tanto tempo. Aveva la tristezza stampata sul volto; aveva la voce incerta di chi si ritrova persa nella propria vita. Mi ha raccontato di essere disoccupata con due adolescenti a carico. Purtroppo aveva scelto alla loro nascita di licenziarsi per accudire la famiglia: un errore, ma quando diventi madre, sei lavoratrice e non hai una nonna, non te la cavi tanto bene in Italia. Poi è venuta la separazione, la ricerca del lavoro. Inutilmente. Lei e i suoi figli sono aiutati dal padre per la sopravvivenza. Questi tempi, si sa, sono particolarmente duri per tanti e tante. Però... Non mi so dar pace per il tanto denaro sprecato per privilegi, corruzione e malapolitica (aggiungerei, anche se sembra un tabù, le milionate dell'8 per mille e IMU non pagate,) che sarebbe stato meglio impiegare per erogare redditi di cittadinanza a chi è disperata, disperato. Troppi i cittadini senza diritti; troppi noi cittadini che non li abbiamo pretesi: aspettando Godot. Esistono soggettività e problemi specifici da far emergere, che andrebbero conosciuti.. Penso che una città che ha cominciato a cambiare passo, dovrebbe cercare di conoscere quante famiglie comasche sono composte solo da donne con figli a carico e quante di queste donne non hanno un lavoro degno di questo nome. Se poi anche il sindacato volesse saperlo, non sarebbe male.
14-3-2013
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