Le
guerre cominciano a primavera quarta di copertina
Lanalisi
di questo lato oscuro dellEuropa attuale ha, quindi
, preso avvio da una ricerca iniziata a Mantova città
che la Lega Nord avrebbe voluto cuore di una inventata Nazione
Padana da un gruppo di donne, il Gruppo 7 - Donne per la pace.
Tra il 96 e il 2002 si è costruita larticolata polifonia
di voci e approcci che in queste pagine prende corpo: gli sguardi di chi
vive dentro paesi connotati dalla forte erosione sociale ed economica
e dalle rotture relazionali ed emotive causate dalla guerra, si incontrano
con quelli di chi si trova in qualche maniera esterno al riparo
storico e culturale da guerre fratricide, ma che ormai non può
più essere del tutto sicuro che gli avvenimenti balcanici e le
questioni che essi hanno sollevato, possano esser talmente distanti e
circoscritti da non intaccare anche la realtà delloccidente
europeo. Le autrici e gli autori si interrogano sulle scelte da compiere per progettare la convivenza ed ampliare gli spazi della società civile, sul rapporto fra la presa di coscienza dei crimini commessi in nome dei vari gruppi nazionali e la necessità di fare giustizia, sullassunzione della responsabilità morale di quanto è accaduto e la possibilità di una transizione verso la convivenza democratica. Questo libro, tenendo vivo il dibattito su quanto è avvenuto nella ex Jugoslavia, cerca di non permettere che guerre sempre nuove stendano un velo su quelle precedenti, annullino e sospingano verso loblio i lutti, le sofferenze e i soprusi. Melita Richter,
Maria Bacchi (a cura di) |