Donne in Comune a Milano



le assessore della giunta Pisapia
Lucia De Cesaris, Lucia Castellano , Maria Grazia Guida, Cristina Tajani, Chiara Bisconti, Daniela Benelli

 

Care amiche,
  
come avrete visto è nata la Giunta Pisapia, con una vicesindaca  nella figura di Maria Grazia Guida e sei assessori donne tra cui Lucia De Cesaris, socia fondatrice di Uds alla quale vanno i complimenti e  il nostro in bocca al lupo per la sfida che l'attende. Da parte nostra c'è molta soddisfazione per questo esito al quale abbiamo lavorato tutte insieme e in rete con molte altre donne della nostra città da molti mesi a questa parte.
Penso che la forte soggettività che abbiamo espresso dal 2005 e in quest'ultima stagione di manifestazioni ma anche di elaborazione sull'idea di città  abbia pesato nella scelta di Pisapia  di dare un segno di rinnovamento della politica accogliendo l'idea che là dove si decide debbano esserci donne e uomini in maniera paritaria. Sono certa che le donne che cominciano il lavoro impegnativo del governo della città sappiano quanto abbia contato in questo esito l'impegno collettivo messo in campo dalle donne delle associazioni, dei comitati e di tutte le istanze della società civile e che sapranno mantenere con il movimento un'interlocuzione attenta e costante.

Assunta Sarlo  

 

Care amiche,

mi associo alle considerazioni di Assunta.
Sia nella nuova giunta milanese che nel consiglio comunale ci sono oggi donne che abbiamo sostenuto e che stimiamo, certe che porteranno nel loro operato le consapevolezze nate dalla cultura e delle pratiche politiche di decenni di movimento delle donne.
Assunta ha ricordato le grandi mobilitazioni che ci sono state a Milano dal 2005 in poi, ma io vorrei che si tenesse sempre presente l'impegno collettivo e di singole donne che dagli anni 70 in avanti non è mai venuto meno nella nostra  come in altre città, al quale dobbiamo continuità, resistenza e approfondimento delle tematiche che più ci stanno a cuore.
Alle spalle delle grandi manifestazioni c'è una coscienza diffusa e il lavoro quotidiano di quelle che sono diventate 'istituzioni' del femminismo -quelle che da alcune/i ho sentito chiamare sprezzantemente "veterofemminismo"-, dai centri di documentazione alle case delle donne, dalle librerie agli archivi, ai centri antiviolenza, ecc. C'è, soprattutto, una produzione di pensiero che l'ignoranza e il maschilismo imperante anche nella nostra sinistra (intellettuale e politica) hanno fatto di tutto per tenere in ombra.
Se qualcosa sta cambiando, lo dobbiamo a questa lunga storia di resistenza, alla capacità di far fronte alla marginalizzazione e alla frammentarietà che quasi sempre ne consegue. Ripeto quella che dovrebbe essere un'ovvietà, non per pedanteria ma perché conosco bene la tentazione di ogni nuovo gruppo che nasce di cancellare ciò ha alle spalle, la preoccupazione di salvaguardare una sigla, un'identità che sta nascendo.
Non meraviglia: abbiamo secoli di 'genericità' dietro di noi, una cancellazione di esistenza propria, che non può non pesare.
Mi auguro che, come è avvenuto per queste ultime mobilitazioni, si continui a cercare un pensare e fare collettivo che vada oltre gli steccati delle nostre associazioni, e che sia in grado di offrire e ricevere intelligenza, sostegno e solidarietà dalle donne che oggi hanno assunto ruoli importanti nell'amministrazione della nostra come di altre città.
Auguri alle neoelette e a tutte noi.

Lea Melandri

12-06-2011

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