Scambio di lettere con Giuliano Pisapia

Lettera a Giuliano Pisapia
candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative milanesi

Per adesioni, di associazione o singole:
ledonneapisapia@gmail.com

Caro candidato sindaco,

le dichiariamo subito che prendiamo sul serio le sue proposte e ci aspettiamo che siano realizzate e non lasciate nel cassetto dei buoni propositi sbandierati nella campagna elettorale e poi subito dimenticati.

Sembrerebbero, le sue idee, proposte normali e di buon senso, se non fosse che viviamo in un paese anomalo.

Una delle anomalie di questo paese è che gli uomini hanno pensato di fare a meno delle donne, del loro pensiero, della loro presenza.
E negli ultimi 15 anni questa negazione ha assunto le sembianze di un accanimento sul corpo delle donne, di cui abbiamo esperienza quotidiana. Come se, nel momento in cui le donne cercano di esserci - e ci sono sempre di più - con la loro testa, con la loro intelligenza, tanto più si infierisse sul loro corpo: e parliamo di violenza come di rappresentazione e di immagine.

Il problema di questo Paese allora non sono le donne, ma gli uomini e l’organizzazione culturale, politica, sociale ed economica che hanno messo in piedi. Quindi il problema non è di “dedicarsi alle donne”, ma di scardinare sistemi obsoleti, di riscrivere lo statuto di donne e di uomini nella relazione tra loro.

Non è utile fare illazioni su ciò che le donne vogliono o non vogliono. E’ necessario chiederlo a loro. Di solito si affronta la domanda posta dalle donne come se in casa si dovesse riparare una piccola perdita d’acqua. E se invece fossero da cambiare tutte le tubature? E’ esattamente quello che pensiamo: bisogna rovesciare l’ottica e scardinare modi di pensare alla città e al suo funzionamento come se fosse abitata da un unico soggetto, maschio, adulto e autosufficiente. La città che noi conosciamo, di cui le donne sono l’architrave, è invece un luogo in cui si incrociano biografie e generazioni, in cui si intrecciano e talvolta confliggono tutti gli aspetti del vivere di ciascuno di noi. Ed è a questa complessità che un sindaco deve dare attenzione, senza accontentarsi di una risposta amministrativa ai bisogni.

Noi non faremo un elenco dettagliato di richieste, proprio perché pensiamo fondamentale “ cambiare le tubature” e non tamponare le falle. Pensiamo però che sono due le gambe, entrambe necessarie, sulle quali far camminare la città.

  • La prima è la presenza di donne nella composizione delle liste elettorali e nelle posizioni decisionali a livello di giunta, di consiglio comunale, nella macchina amministrativa, negli enti partecipati, non solo in nome di una generica rappresentanza paritaria quanto perchè è necessario che l’agenda delle priorità sia decisa da donne e da uomini. Perchè si affermi una visione meno limitata e meno arrogante della realtà.
  • La seconda è l’attenzione alla qualità della vita quotidiana di donne, uomini, bambini e anziani, nativi e migranti. La qualità della vita si esprime in indicatori non solo monetari, quelli del Pil per intenderci, ma anche concreti come la salute, intellettuali come l’istruzione, giuridici come i diritti. Guarda al benessere, in termini di formazione di capacità umane, di possibilità per ciascuno e ciascuna di dare il meglio di sé in un contesto sociale. In questa chiave intendiamo il bilancio di genere, come uno strumento necessario affinchè le politiche del lavoro, le politiche sociali, dei trasporti, della mobilità, della cultura e dell’istruzione siano attraversate dal fatto che al mondo ci sono uomini e donne. Perché ciò che non si misura non si può cambiare.

Prime firmatarie
Usciamo dal Silenzio, Libera università delle donne, Di Nuovo Milano, Amiche di ABCD, Donne in Quota, Fondazione Badaracco di studi e documentazione delle donne, ArciLesbica Milano

per adesioni:
ledonneapisapia@gmail.com

Milano, dicembre 2010

Risposta di Giuliano Pisapia

Care amiche,

ho letto la vostra lettera e penso sia un contributo importante per la ormai prossima campagna elettorale. Non ritorno in maniera dettagliata sulle proposte, ma voglio sottolineare un approccio che può portare a concreti cambiamenti a Milano, ricordando alcuni punti chiave.

E' un approccio che si fonda sulla consapevolezza e sulla pratica che una differenza fondativa e originaria di genere esiste e questa differenza deve essere riconosciuta e diventare un fattore di trasformazione e di sviluppo civile e culturale.

L'Officina per Milano sarà il luogo nel quale proseguire elaborazione e costruzione di una proposta di governo per cambiare la città e sono certo che anche in quella sede non mancherà il vostro contributo originale.

Penso, d'altro canto, che non tutto possa e forse nemmeno debba passare solo dalla Officina. Se i prossimi mesi saranno scanditi da decine di iniziative di confronto, discussione, elaborazione, messe a disposizione da partiti, associazioni, esperienze di movimento, allora si realizzerà nella nostra città quel clima di partecipazione e insieme di speranza concreta che sono i fattori del cambiamento per cui stiamo lavorando.

Un elemento fondamentale è dunque il coinvolgimento di donne competenti, esperte, motivate e determinate anche nel lavoro di preparazione delle proposte per la città e nell'organizzazione capillare e quotidiana della campagna elettorale, che avrà bisogno di un grande supporto e di grandi energie personali, perchè di fronte avremo le corazzate della ricca e dispendiosa propaganda dell'amministrazione uscente. Poi, quando avremo conquistato il consenso e la fiducia della maggioranza dei milanesi, bisognerà organizzare la politica e la dirigenza del Comune sulla base di quel principio di merito e di competenza che può scardinare le tradizionali gerarchie che vedono la parte maschile attualmente largamente maggioritaria nel personale dirigente comunale, nelle posizioni apicali delle aziende municipalizzate e nei consigli di amministrazione, oltre che in Giunta.

Il merito sarà, dunque, al centro delle scelte, verificato attraverso un sistema di valutazione che abbia criteri chiari e trasparenti applicabili a tutti, donne e uomini, ma anche attraverso la costituzione della Banca dei Saperi, sull’esempio di quanto già adottato dalla Regione Toscana.

La specifica attenzione che le decisioni, le politiche - e i conseguenti budget - siano guidati da una visione di genere vedrà l’introduzione del Bilancio di genere e dell’analisi di genere delle politiche.

In conclusione, spero che, potendo contare sulla capacità, volontà e creatività delle donne milanesi, si possa costruire una Milano davvero al femminile, garanzia di una Milano per tutti.

Facciamo insieme - auguriamocelo - un buon lavoro.

Grazie Giuliano Pisapia

 

Milano, 2 gennaio 2011

 

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