dell' Assemblea delle donne di Roma per la Sinistra
E p.c. ai capigruppo di Camera e Senato
Egregio Ministro Brunetta, con questa lettera vogliamo esprimerle la nostra critica per la proposta da lei avanzata di portare a 65 anni l’età pensionabile per le donne. E’una proposta, la sua, che rivela, oltre a un approccio superficiale e disinvolto al problema, il retaggio di una cultura profondamente misogina, incapace di misurarsi con la differenza femminile e con la necessità di fare i conti concretamente con la vita di donne e di uomini, con la condizione materiale delle lavoratrici e dei lavoratori e in particolare delle e dei giovani, che, in un momento di crisi così profonda, troverebbero ulteriori porte sbarrate alle loro possibilità di occupazione. Egregio Ministro, lei finge di dimenticare - oppure non sa ma sarebbe davvero una ignoranza disdicevole per un ministro – che: 1) non è pari la quantità di lavoro tra le donne e gli uomini. 2) già adesso le donne, se vogliono, possono optare per il lavoro fino a 65 anni e spesso sono costrette a farlo se vogliono mettere insieme una pensione decente per sopravvivere negli anni che restano. 3) non è accettabile nessun mercanteggiamento su questo tema, come quello che incautamente la ministra ombra dell’opposizione, senatrice Vittoria Franco, ha avanzato: occupazione femminile e conciliazione tra lavoro, maternità e carriera in cambio di innalzamento dell’età pensionabile. Sarebbe uno scambio in pura perdita per chi lo subisce, la conferma di quanti guasti possa produrre la politica della parità che non si misuri con la disuguaglianza delle condizioni di partenza. Per le donne è un imbroglio, una vera e propria trappola. 4) l’Europa vuole la parità tra donne e uomini in materia di età pensionabile? L’Europa vuole molte cose, alcune vanno benissimo o bene, altre meno bene, altre ancora non vanno bene per niente.
Roma, 19 dicembre 2008 |