La strada di Levi
|
L
a voce narrante di Umberto Orsini legge le pagine toccanti di Primo Levi, dando così voce ai moltissimi deportati ammutoliti dal dolore e dall'orrore
come mio padre Carlo Sesti ( 1923-2000),
deportato per motivi politici a Mauthausen quando
aveva 21 anni e liberato il 14 aprile 1945.
Carlo Sesti
Lettera a mio padre Caro papà, Dell’esperienza del lavoro forzato non ha mai voluto parlare con i tuoi familiari, come se il carico di orrore e di dolore che ti portavi dentro ti avesse reso muto. Questo fatto mi ha colpito molto. Ancora oggi mi chiedo i motivi del tuo silenzio, ma non sono certa che le spiegazioni che mi do siano proprio quelle vere. Alla fine degli anni ‘60 molti ex deportati hanno iniziato a raccontare, a rilasciare le loro testimonianze. Allora, forse, avevi già rielaborato e superato il momento più doloroso, ma hai continuato a tenere la tua esperienza dentro di te. Per quale motivo? Di certo eri rimasto un uomo di poche parole, uno di quelli che parlano solo se hanno qualcosa di consistente da dire; non ti piacevano i discorsi che sconfinavano nella retorica o nel patetico e non aspiravi a riconoscimenti particolari: insomma non volevi una medaglia. Conoscendoti bene, però l’ipotesi più credibile è che tu non parlassi pubblicamente della tua deportazione semplicemente perché alla fine ritenevi che durante il fascismo non avevi fatto niente di particolare, soltanto il tuo dovere e di conseguenza non volevi costruirti un'identità speciale. Quando parlavi di altri ex-deportati che conoscevi, sentivo che ti consideravi uno normale, uno come tanti. Molti erano stati coinvolti come te senza essere attori di spicco e tu pensavi di aver compiuto soltanto il tuo compito, niente di più. Dopo la tua morte, avvenuta nel 2000, ho presentato la richiesta alle Istituzioni tedesche per il risarcimento dei danni subiti dagli ex deportati ai lavori forzati. Dopo un anno, mi hanno informato che la domanda non “soddisfaceva ai requisiti”. Questa risposta l’ ho trovata e la trovo ancora oggi davvero offensiva: come se avessi inoltrato una semplice richiesta di pensione o per avere la tessera del tram!!! E’ sconvolgente che i due anni che hai passato nei campi di lavoro vengono considerati ancora oggi dalle Istituzioni tedesche come un semplice stage all’estero, un’esperienza come un’altra da aggiungere al curricolo.
|
15-11-07