Erika Rigamonti, Binario 7

Liliana Moro


 

Erika Rigamonti è una donna coraggiosa, credo proprio di poterlo sostenere anche se la conosco solo attraverso questo suo romanzo.
Occorre una buona dose di coraggio, infatti, per affrontare il tema che ha posto al centro di Binario 7 : la violenza sulle donne in famiglia.

La violenza domestica sulle donne è ancora oggi una questione che disturba, che suscita irritazione e fastidio in una vasta platea di benpensanti e aggiornati lettori di quotidiani, frequentatori di blog e commentatori attivi nella rete.
Puntualmente lo si può verificare ogni volta che la notizia dell'ennesima uccisione di una moglie o di una fidanzata esce dal sommesso della cronaca di provincia ed entra a piena voce nelle pagine di commento dei quotidiani nazionali, cartacei oppure online. Si veda il caso tragico di Stefania Noce, universitaria catanese uccisa, attorno al Natale 2011, a coltellate dal suo ex, studente in psicologia alla Sapienza.

Appunto la violenza intollerabile a dirsi è questa: quella perpetrata tra le mura domestiche da parte di uomini e ragazzi normali, di buona famiglia, magari stimati professionisti, che, pur senza arrivare ai casi estremi dell'uccisione, picchiano sistematicamente le “loro” donne.

Come Guido, il padre di Gloria, la protagonista di Binario 7, che è un architetto milanese di successo, ben remunerato per i suoi progetti, abile nell'assicurarsi facoltosi clienti, consapevole del potere del denaro. Compiaciuto della superiorità che i suoi guadagni gli conferiscono sulla giovane e inesperta moglie, esercita il suo potere anche con la forza, ogni volta che lo ritiene opportuno o quando ha ecceduto con l'alcool. E quando la figlia non è più bambina, a lei tocca subentrare nell'orrendo ruolo di vittima domestica.

Ma la ragazza ha delle risorse che la porteranno a ribellarsi, a sottrarsi al groviglio di complicità, silenzi e accettazione che permette il perpetuarsi della violenza. Gloria prenderà in mano la sua vita, si costruirà un percorso e riuscirà ad andarsene, partendo appunto dal binario 7 della stazione centrale di Milano.

Una partenza risolutoria e definitiva, a differenza di quella con cui si apre la narrazione: anche Elisa, la madre della protagonista, era fuggita dall'inferno ma non era riuscita a costruirsi una vita per sé, non aveva creduto di poter affrontare il mondo da sola. Incapace di sostenere l'autonomia e anche timorosa di perdere il suo standard di consumi, aveva perdonato, creduto alle promesse dell'uomo che un tempo aveva amato; ma dopo essere tornata alla consueta routine, non aveva avuto altro scampo che rifugiarsi nella follia e nella religione.

Notevole in questo romanzo la capacità di mostrare le varie sfaccettature della mente e del cuore delle donne coinvolte a vario titolo con un uomo violento: moglie, figlia, amante e le loro amiche completano opportunamente il quadro. Ne risulta un affresco di figure femminili e di relazioni che spiega molto della questione e va oltre, illuminando dinamiche attive anche in situazioni che rimangono nell'ambito della normalità. Notevole il lavoro sul rapporto madre-figlia, che non è mai facile ed è evidentemente difficile e complesso in questo caso.

Un libro che si legge d'un fiato, al ritmo incalzante di una breve, intensa, dolorosa e radiosa adolescenza.

Il coraggio di Rigamonti è documentato anche dalla scelta della citazione di lancio per la diffusione:

"Non è dal dolore che devi guardarti, ma dall'amore che travestito da padre, da madre, da amante busserà alla porta della tua vita. L'amore, ricorda, è la fonte di ogni pazzia, e il bisogno d'amore sarà il tuo quotidiano nemico".

Non è facile sostenere una presa di posizione così precisa contro i pericoli dell'amore, soprattutto da parte di una donna. Ma come non condividere in pieno?

 

Erika Rigamonti è nata a Parma nel 1971. Dopo la Laurea in Giurisprudenza si è trasferita a Milano, dove svolge l'attività di buyer. Nel 2004 ha vinto, con un racconto, il concorso letterario Ecografie. E’ del 2006 il suo primo romanzo Guardami sto ballando per te, Azimut. Ha poi collaborato con riviste e siti pubblicando racconti brevi. Dal 2009 è responsabile dei progetti di sviluppo sostenibile della Ong "Ensemble pour Grandir - La Maison de la Joie" (Benin -Africa Occidentale – www.maisondelajoie.com ) a cui sono devoluti i diritti d’autore del romanzo Binario 7.

 

Binario 7 ha vinto il Premio Enriquez 2012


Erika Rigamonti
Binario 7
Mobydick edizioni
ottobre 2011, pag.240, € 17

 

home