6 gennaio 2012 La traduzione inedita della riflessione di Mary Daly sui Tempi dei Roghi, tratta da Gyn/Ecology
Mary Daly Capitolo sesto I roghi delle streghe in Europa: la purificazione del Corpo di Cristo
Una manifestazione tipicamente occidentale e cristiana dello Stato di Atrocità androcratico è costituita dal massacro che fu realizzato in Europa*. Tra il quindicesimo e il diciassettesimo secolo, il massacro delle streghe dilagò in tutta l’Europa occidentale. Analizzando le modalità attraverso cui si realizzarono i roghi delle streghe, si possono evidenziare alcune somiglianze essenziali con altre manifestazione della Sindrome Sado-Rituale che ho già esaminato. Tuttavia, è anche fondamentale essere coscienti di alcune differenze significative - differenze che sono presenti nella società androcratica contemporanea del mondo occidentale, entro i cui confini Megere e Crone stanno lottando oggi per la sopravvivenza. L’analisi che segue esaminerà separatamente queste caratteristiche dissimili, cosi come gli elementi di somiglianza che collegano i roghi delle streghe alle altre atrocità. * In questa sede non mi occupo dei processi alle streghe in America, le cui dimensioni ben difficilmente si possono confrontare con i massacri di streghe nei paesi europei. I processi più noti degli Stati Uniti si sono svolti verso la fine del diciassettesimo secolo a Salem, nel Massachusetts, dove furono giustiziate venti persone complessivamente – tredici donne e sette uomini. Altre due donne morirono in prigione. (Chi legge, tuttavia, dovrebbe evitare accuratamente di visitare il museo delle streghe di Salem, dove la propaganda è tutta concentrata sulla condanna delle vittime donne). Nel Rhode Island l’impiccagione come pena per le streghe condannate non fu ufficialmente eliminata fino al 1768. Si afferma in genere che l’ultima condanna a morte di una strega nei paesi di lingua inglese sia stata eseguita nel 1730 alle Bermude e che la vittima, di nome Sarah Bassett, fosse una schiava nera (Sally Smith Booth, The Witches of Early America, New York, Hastings House, 1975). Ometto anche uno studio sulla caccia alle streghe in Africa, che fa riferimento a un contesto sociale differente, anche se in qualche modo confrontabile. Geoffrey Parrinder in Witchcraft: European and African, London, Faber and Faber, 1963, a pag. 9 scrive: “In altri continenti, dall’India al Pacifico, sono emerse forme diverse di stregoneria. Ma è in Africa che sono oggi più diffuse. Le cacce alle streghe sono molto comuni da quelle parti e i cacciatori di streghe sono membri importanti della società”. Parrinder afferma pure che normalmente si tratta di donne (anche se in quel continente anche alcuni uomini sono accusati di stregoneria), in genere di donne anziane. Anche in questo secolo, dunque, donne accusate di stregoneria sono state lapidate fino alla morte in Africa (S. F. Nadel, “Witchcraft and Anti-witchcraft in Nupe Society”, Africa: Journal of the International Institute of African Languages and Cultures, vol. VIII, N. 4 Ottobre 1935, pp. 423-47)
I E’ ben noto che le streghe erano accusate di impurità sessuale. “Tutte le forme di stregoneria provengono dal desiderio o appetito sessuale che nelle donne è insaziabile” affermavano i due preti domenicani, Kramer e Sprenger, autori del Malleus Maleficarum, che fu pubblicato nel 1486 e rimase per lungo tempo il più importante catechismo di demonologia. Chiunque ritenga che gli assurdi e disgustosi dettagli della demonologia siano un caso unico, può utilmente dare un’occhiata alle accuse formulate da San Clemente di Alessandria contro i seguaci di Carpocrate nel secondo secolo A. C. ... oppure da san Epifanio contro gli eretici gnostici del quarto secolo A. C. ... da Sant’Agostino contro certi eretici Manichei … o ancora i commenti di Tacito contro i primi cristiani …, o quelli dei cattolici ortodossi contro Albigesi e Valdesi nel 12° secolo o i Fraticelli nel 14° secolo … In queste fantasie ricorrenti i dettagli osceni sono spesso identici, e la loro identità getta qualche luce sulle connessioni psicologiche tra le persecuzioni dell’ortodossia e la pruriginosità sessuale. L’espressione della devozione religiosa ipocrita e del sadismo non sono molto lontane tra loro. Possiamo dunque vedere che i maschi cristiani “santi” sono in prima linea tra coloro che erano travolti dalle fantasie. Nel quindicesimo, sedicesimo e diciassettesimo secolo, le donne accusate di essere streghe diventarono lo schermo su cui proiettare queste allucinazioni. Per di più, un gran numero di donne fu torturato a livelli così estremi che confessarono qualunque cosa i loro osceni e lascivi torturatori desiderassero maggiormente, diventando così la prova vivente di queste fantasie. Commentando questo racconto, Lea afferma decisamente: “Si può vedere chiaramente quante poche donne si sarebbero potute salvare una volta che fossero state sottoposte a giudizio”. Evidentemente. E questa è una delle ragioni che definiscono la stregoneria come un crimen exceptum, cioè un crimine ben diverso da tutti gli altri. Ma sbaglia gravemente … chi pensa che le pene siano fissate solo con lo scopo di punire dei crimini. Io ritengo che questo sia l’ultimo dei frutti che costituiscono un vantaggio per lo stato. Per la maggior parte delle persone e per chi comanda la cosa fondamentale è placare la collera di Dio, specialmente se il crimine è stato commesso direttamente contro la maestà di Dio, come in questo caso. Di conseguenza, una persona accusata di essere una strega non dovrebbe mai essere rilasciata e liberata, a meno che la calunnia dell’accusatore non risulti evidente come il sole, dato che la prova di un crimine di questa natura è così oscura e difficile che nemmeno una strega su un milione potrebbe essere accusata o punita se le procedure fossero quelle seguite in base alle regole ordinarie. E’ ovvio che lo scopo non è quello di punire un crimine, in quanto non vi è nessun crimine. Il punto è “placare la collera di Dio”. Oggi, chi legge sa chi è questo “dio” cristiano/cretino, la cui “maestà” è minacciata dalle donne, e specialmente dalle donne indipendenti. Bodin sapeva che le “regole ordinarie” non sarebbero state sufficienti per sostenere le accuse e ottenere una punizione. Mentre l’intenzione era, chiaramente, quella di abbattere e distruggere le donne più potenti, s-membrare e uccidere la Dea, la scintilla divina che esiste nelle donne. Lo scopo era quello di purificare la società resa impura dall’esistenza o dalla potenziale esistenza di tali donne**. Lo scopo, come Bodin ha detto, era quello di “incutere il terrore in qualcuno attraverso la punizione di altri, di evitare che qualcuno fosse infettato da altri, di ridurre il numero degli adoratori del diavolo, di rendere sicura la vita di chi era ben disposto …”. Nel suo capolavoro (De la Demonomanie des Sorciers) Bodin aveva perfino elencato quindici disgustosi crimini dei quali ogni strega era colpevole e ne aveva dedotto che, in mancanza di prove, la presunzione di colpa era sufficiente per condannare una strega a morte. Era quindi prevista la morte sul rogo non soltanto per le streghe, ma anche per tutti coloro che (come Trevor-Roper ha sinteticamente affermato) “non credevano in ogni grottesco dettaglio della nuova demonologia.” Siamo quindi in presenza di una vera dottrina di “purificazione”, che veniva entusiasticamente applicata da professionisti maschi - preti, teologi, avvocati, medici – e dalle migliaia di adepti che sostenevano i loro Ordini Sacri.
**Non esistono statistiche complete relative al numero di donne uccise in quanto streghe. Si veda Matilda Joslyn Gage, Woman, Church and State (seconda edizione, New York, Arno Press, 1972, pag. 247; prima edizione pubblicata nel 1893). La Gage scrive: “Si calcola sulla base di fonti storiche che nove milioni di persone sono state mandate a morte per stregoneria dopo il 1484, ovvero durante i tre secoli successivi, e queste stime non comprendono il gran numero di persone che furono uccise nei secoli precedenti sulla base della stessa accusa. La maggior parte di questa incredibile moltitudine erano donne”. Vedi anche l’introduzione di Felix Morrow al libro di Montague Summers, The History of Witchcraft and Demonology, Secaucus, N.Y., Citadel Press, 1971, p. viii. Egli scrive: “I dati degli studiosi che hanno effettuato delle stime del numero di streghe messe a morte varia enormemente, da 30.000 a molti milioni, ed è realmente impossibile saperlo, date le registrazioni che venivano effettuate a quei tempi, ma è decisamente chiaro che si è trattato di un numero decisamente sostanzioso.” Rossell Hope Robbins, nella Encyclopedia of Witchcraft and Demonology, New York, Crown, 1959, pag.180, fornisce una stima chiaramente moderata di 200.000.
Erano anche in qualche misura differenti dalla situazione delle vedove in India, che venivano uccise soltanto per il crimine di essere sopravvissute ai loro mariti. Poiché il bersaglio degli attacchi nella caccia alle streghe non erano donne definite per assimilazione alla famiglia patriarcale. Piuttosto, la caccia alle streghe si concentrava in misura predominante sulle donne che avevano rifiutato il matrimonio (Zitelle) o su donne a esso sopravvissute (vedove). I cacciatori di streghe volevano purificare la loro società (Il Corpo Mistico) da questi elementi “indigeribili”, donne la cui indipendenza e attività fisica, intellettuale, economica, morale e spirituale minacciavano in profondità il monopolio dei maschi in ogni sfera. Tornando brevemente alla più ampia domanda sociale di funzione, possiamo concedere che piccoli processi possano aver svolto una certa funzione, delimitando le soglie della “eccentricità” tollerabile in una data società e registrando le paure verso un gruppo socialmente poco digeribile, quello delle donne non sposate … Finché le “donne non sposate” non trovarono uno spazio più “confortevole” nelle concezioni e nelle comunità degli uomini occidentali, si può pensare che esse costituissero un elemento sociale dirompente, almeno quando vivevano senza una famiglia e senza un controllo patriarcale. In questo senso restrittivo i piccoli processi alle streghe possono perfino essere stati terapeutici o funzionali [le virgolette sono mie]. Gli uomini avevano perduto … la capacità di individuare in modo accurato le streghe. Impararono dalla propria esperienza che il tentativo di purgare il corpo politico non valeva l’agonia che ne derivava [corsivo mio]. *Vedi H. C. Erik Midelfort, Witch Hunting in South Western Germany, 1562-1684. The Social and Intellectual Foundations, Stanford, California, Stanford University Press, 1972, pag.3. Sostanzialmente, l’idea che egli cerca di far passare con questo termine, idea che afferma essere condivisa da un certo numero di studiosi (ad esempio, George L. Kittredge, E. William Monter, Kai Erikson, Guy Swanson, George Rosen) è che “le accuse di stregoneria sembrano spesso fornire canali legittimi per una aggressione a una persona altrimenti non perseguibile”. Per quanto Midelfort affermi che tali teorie possono “generare confusione” e proclami nella sua introduzione di avere una posizione diversa, in tutto il tempo che ci mette ad arrivare alle sue conclusioni sembra essere invece quasi d’accordo. Come le Megere ben sanno, sfortunatamente non tutti gli uomini hanno imparato questa cosa. Tuttavia le Zitelle ri-membrano, e quindi comprendono non soltanto gli scopi dello Stato-Sadico – le torture, lo smembramento e l’uccisione delle donne devianti - ma anche il fatto che questo scopo è giustificato e condiviso da studiosi e da altri professionisti esecutori di questo Stato.
II Il secondo elemento della Sindrome Sado-Rituale – la cancellazione della responsabilità per le atrocità – è chiaramente in evidenza nel massacro delle streghe, ed è strettamente connesso alle ossessioni fallocentriche sulla purezza. Poiché le demonologie accusavano le streghe di atti osceni e lascivi, i loro persecutori maschi erano perfettamente “giustificati” nel procedere alla loro distruzione. Per questo scopo, i buoni figli di un padre santo proiettavano le loro fantasie sulle donne accusate. Si era convinti che durante i Sabba le streghe baciassero il diavolo in segno di omaggio, sotto la coda se appariva in forma di caprone puzzolente, sulle labbra se aveva la forma di un rospo. Dopo di ciò, si riteneva che si scatenassero in orge sessuali promiscue. Era chiaro, quindi, che dovessero essere torturate. Poiché i loro “atti”osceni erano stati eseguiti con il diavolo, il nemico di dio, i loro uccisori cristiani si potevano sentire pienamente religiosi e dalla parte del giusto.
* Quest’ansia che tormenta i cacciatori di streghe è assolutamente comprensibile se si riflette sul fatto che le donne che essi avevano in mente erano generalmente Zitelle o vedove – donne libere dall’invasione del “membro”, donne che potrebbero perfino trovare che “l’Organo del Maschio” è ridicolo, non estetico e cosa forse più importante, non interessante. Non dovremmo quindi essere sorprese se queste categorie di donne oggi sono spesso definite delle “puttane castratrici”. Come ha evidenziato Jane Caputi, il significato di “glamour” è stato invertito dalle definizioni della grammatica moderna. Le donne “glamourous” sono truccate e coscienti dei loro poteri. “The Glamour of Grammar”, in Chrysalis: A Magazine of Women’s Culture, n.4, 1978, pag. 35-43. Avendo ottenuto ciò, essi lo stamparono nel loro libro, come se il libro fosse stato scritto in risposta alla Bolla. Il libro quindi fece conoscere in tutta l’Europa sia la nuova epidemia di stregoneria, sia l’autorità che era stata loro concessa di sopprimere il fenomeno. Siamo quindi in presenza di una manipolazione pienamente cosciente della legittimazione dall’Alto da parte degli Inquisitori. Avuto il “via libera” da Innocenzo, ebbero la giustificazione perfetta alla attuazione degli ordini ricevuti. Anzi, qualcosa di più: Innocenzo aveva detto con chiarezza che “il nostro venerabile Fratello, Vescovo di Strasburgo, dovrà minacciare terribili pene a tutti coloro che tenteranno di ostacolare o creare difficoltà agli Inquisitori e a tutti coloro che faranno opposizione”. Il potere ecclesiastico venne dunque usato per eliminare completamente qualunque tentativo di opporsi alla persecuzione delle streghe, perfino soltanto di parlare contro di essa.
III Come avviene in altri ginocidi rituali, i roghi delle streghe attecchirono e si diffusero come un incendio. Trevor-Roper li descrive come una “forza esplosiva” e sottolinea che “non vi era alcun dubbio che il massacro delle streghe fosse in crescita, e crebbe terribilmente, dopo il Rinascimento. … Gli anni tra il 1550 e il 1600 furono peggiori degli anni 1500-1550, e gli anni 1600-1650 furono perfino ancora peggiori”. (21) La diffusione era esplosiva sia in termini numerici che in termini geografici. In origine il massacro era stato confinato nelle zone montuose della Germania e dell’Italia. Con la stampa del Malleus Maleficarum non si diffuse soltanto lungo il Reno ma anche attraverso l’Italia, la Spagna, la Francia e nei paesi del Nord Europa. Il massacro fu sostenuto dai Papi di alta cultura del Rinascimento, dai grandi Riformatori Protestanti, dai santi della Contro-Riforma, da studiosi, giuristi e uomini di chiesa dell’epoca degli Scaligeri e di Lipsio, Bacone e Grozio, di Berulle e Pascal. Chiaramente, allora, non si trattò solo dei ricchi ma dei “colti” – e più specificamente del blocco crescente dei poteri professionali – che sostenevano i cacciatori di streghe. Il successivo testo si riferisce alla guerra contro le Megere: I laici potevano magari non accettare tutti i dettagli esoterici forniti dagli esperti, ma accettavano la verità della teoria generale, e poiché accettavano la verità generale, non erano in condizione di discutere con gli esperti più dotti. Per cui gli esperti erano in una reale posizione di comando sul campo. Per due secoli il clero aveva predicato contro le streghe e i giudici le avevano condannate. ... Confessori e giudici avevano a disposizione dei manuali che venivano costantemente aggiornati… Questo fenomeno del ruolo di guida e di controllo da parte di “esperti” è familiare agli abitanti delle moderne società occidentali. Non è sorprendente, quindi, che esistesse all’epoca non soltanto un “corpo” di conoscenze degli esperti, ma anche una propaganda in termini popolari per le masse. * Un’eccezione è rappresentata da Jeffrey Burton Russell, Witchcraft in the Middle Ages, Ithaca, N.Y.,
Basta soltanto fare qualche piccolo sondaggio per vedere come le donne sono normalmente rappresentate come schiave del diavolo. Non era necessario conoscere il latino per leggere i Libri del Diavolo in Germania, e non c‘era bisogno di essere un letterato per cogliere il messaggio delle incisioni. Quindi, come avviene oggi, i messaggi degli esperti professionisti erano inculcati nelle menti delle masse attraverso edizioni “per il mercato di massa”. La società fallotecnica aveva lanciato la sua prima massiccia campagna contro le donne pericolose – una campagna i cui echi in continua crescita oggi ci colpiscono continuamente attraverso i mezzi di comunicazione di massa diffusi ovunque: film, riviste patinate, televisione, cartelloni pubblicitari, giornali, libri di testo, e tutta l’altra “letteratura” che distribuisce immagini esplicite e subliminali di stupri, smembramenti e ginocidi.* Ora possiamo affrontare la questione di chi fossero veramente le donne che facevano tanto orrore agli esperti che creavano, controllavano e legittimavano il massacro delle streghe. Un passaggio cruciale è rappresentato dall’abbandono, nell’ultima parte del sedicesimo secolo, della distinzione giuridica tra streghe “buone” e “cattive”. Nel 1563 la legge scozzese sulle streghe eliminò questa distinzione e, subito dopo, furono cambiate anche le leggi del continente e infine in Inghilterra. La più chiara espressione dell’ideologia sottostante a queste modifiche legislative fu evidenziata dal predicatore di Cambridge William Perkins, che affermò che chiunque avesse fatto un patto con il diavolo, anche a fin di bene, doveva morire. Perkins dichiarò che “una strega buona è un mostro più orribile e detestabile di una cattiva”. Quindi, “se la morte spetta a una qualsiasi, migliaia di morti secondo il diritto spettano alla buona strega”. La sua logica è impeccabile. Esprime molto esplicitamente il fatto che naturalmente i cristiani intendono distruggere le bontà individuate in una donna reale, cioè l’indipendenza, la forza, la conoscenza, e la capacità di apprendere attraverso le quali le Megere (guaritrici, consigliere, sagge, insegnanti) si erano guadagnate il rispetto delle popolazioni. *Fa pensare la lettura delle seguenti affermazioni del prete Montague Summers nella sua entusiasta introduzione all’edizione del 1928 del Malleus Maleficarum: “Causare la morte di un uomo [sic] o ferirlo, facendone un’immagine a sua somiglianza e mutilando o distruggendo questa immagine, è una pratica che può essere trovata nel mondo intero anche nelle epoche più antiche”. In: Heinrich Kramer e James Sprenger, The Malleus Maleficarum, traduzione e introduzioni, bibliografia e note del Reverendo Montague Sommers, New York, Dover, 1971, pag. XIX, nota. Naturalmente ciò è quanto viene fatto alle donne da parte degli uomini attraverso la produzione massiccia di “pin-up girls”, tavole centrali di Playboy, e così via, fino alla nausea. Queste mutilazioni e distruzioni dell’immagine della donna e l’intenzione profonda di questo voodoo tecnologico hanno lo scopo di perseguire la morte dell’identificazione di un Sé femminile autonomo.
Queste donne intelligenti non erano soltanto identificate con il “male” ma erano anche definite “malinconiche”. Midelfort descrive questa malinconia come “uno stato depressivo caratterizzato occasionalmente da oscure o minacciose espressioni e da comportamenti strani”. Qualunque Megera può ritrovare qualcosa di familiare in questa descrizione. Queste donne erano devianti e minacciose e possiamo tranquillamente assumere che non ridacchiassero o sorridessero per disprezzarsi da sole. E non vi è dubbio che esse considerassero il patriarcato uno Stato Depressivo. Ciò che seguì furono sette secoli in cui i sette peccati mortali si diffusero sui sette mari, tracciando un sentiero di schiavitù, genocidio e crimine organizzato. Dufty sostiene che le guaritrici attribuirono correttamente molte malattie al consumo di zucchero e così sintetizza la posizione delle streghe rispetto allo zucchero: Le antiche civiltà come quelle Orientali credevano che tutti i disordini corporei e mentali dipendessero da ciò che mangiamo … Le streghe – donne sagge – scienziate naturali credevano la stessa cosa. Naturalmente, nel momento che lo zucchero veniva introdotto in Europa e diffuso rapidamente, le scienziate naturali venivano accusate, praticamente nel tempo di una notte, di essere le nemiche della chiesa e dello stato. Mentre sarebbe semplicistico ridurre il massacro delle streghe soltanto a una causa, cioè il conflitto tra le streghe e lo zucchero, come Dufty sembra fare, questo aspetto è importante. L’estensione geografica dei massacri è già stata fatta rilevare. La sua espansione temporale è un fenomeno ancora più complesso e terrificante. Abbiamo già visto che i massacri raggiunsero il loro punto massimo d’intensità nella prima metà del diciassettesimo secolo per poi solo gradualmente diminuire quando lo stereotipo si “deteriorò” tanto da minacciare di includere troppe “persone”. Naturalmente non era la fine dell’orrore. Al fine di iniziare a comprendere l’espansione nel tempo degli effetti dei massacri delle streghe, è vitale prendere in considerazione gli usi e gli abusi sui bambini in relazione ai roghi delle streghe, poiché gli orrori marchiati nelle loro memorie devono essersi trasmessi per molte generazioni. Sappiamo che “secondo la legge, i/le bambini/e di cui si era detto avessero partecipato al Sabba con le loro madri, dovevano essere soltanto [sic] frustati di fronte al fuoco nel quale la loro genitrice veniva bruciata”. E’ probabile che la maggior parte fossero delle bambine. Queste figlie hanno visto le loro madri bruciare vive.* Questo è un altro aspetto della tragedia dei rapporti tra madre e figlia nel patriarcato. Non solo le figlie sono state private delle loro madri, ma fin dalla loro infanzia le hanno viste durante tutte le loro torture e la loro uccisione. Per rendere possibile che bambine e bambini potessero testimoniare nei tribunali nei processi di stregoneria, le regole che si riferivano loro in quanto potenziali testimoni, e che si applicavano a tutte le altre forme di procedure giudiziarie e prescrivevano che non poteva essere accolta alcuna testimonianza sotto i 14 anni, furono sospese. Il rafforzamento del ruolo attivo e strumentale di bambine e bambini getta nuova luce sulla demoniaca distorsione delle menti delle donne durante il massacro delle streghe. Per una figlia, ricordare di aver visto sua madre bruciata era una cosa. Ricordare per tutta la vita di essere stata usata per accusare e condannare sua madre a morte, di avere in pratica commesso un matricidio, deve aver significato sopportare un peso autodistruttivo che è quasi inimmaginabile.
* Durante una discussione sugli effetti di questa esperienza, una donna affermò che ciò doveva aver inciso sulla mente di bambine piccole in una misura tale che ogni processo di identificazione come donna, ogni capacità di avere un rapporto di fiducia con delle donne sarebbero state realmente distrutte. Poi qualcun'altra ha rimarcato che queste figlie senza dubbio erano giunte alla conclusione logica che “E’ meglio sposarsi che finire bruciate”. La risata che seguì questa conclusione fornì un breve sollievo all’intensità dei nostri processi di concretizzazione su quanto era stato fatto alle nostre sorelle del passato e di conseguenza a tutte noi. Queste bambine devono aver trasmesso questa sensazione di odio verso se stesse sulle loro figlie e sulle generazioni successive. Quindi la presenza di giovani fanciulle sia come “osservatori” impotenti davanti ai roghi, sia come testimoni legalmente riconosciuti validi nei processi, può in realtà aver trasmesso la lezione del massacro delle streghe lungo tutti i secoli, fino a questo, il “nostro” tempo. Prive di conoscenze e senza consenso le donne sono state addestrate a continuare l’uccisione rituale della divinità femminile, bruciando la strega dentro se stessa e dentro tutte le altre. Per bloccare questa silenziosa continuazione del massacro delle streghe – una continuità che è stata prevista e programmata da uomini come Jean Bodin – è necessario rompere i silenzi e le falsità della “storia”.
IV Abbiamo già visto un aspetto dell’uso delle donne come emblema dei torturatori nel massacro delle streghe: esse erano forzate con la tortura ad accusarsi l’un l’altra. Una volta che una strega aveva confessato, la fase successiva era di ottenere da lei, sempre sotto tortura, una lista di tutte le vicine che aveva riconosciute nei Sabba delle streghe. Così ci si trovava a disposizione un nuovo gruppo di indiziate (indicia), la scienza clericale veniva confermata e una nuova serie di processi e di torture poteva cominciare. Si può quindi vedere che il processo di accuse sotto tortura sarebbe potuto continuare all’infinito e così è stato, costruendo illusioni sopra illusioni, distruzioni sopra distruzioni. Le sorelle erano usate contro le sorelle, le amiche contro le amiche, e – senza dubbio – le amanti contro le amanti. Il nucleo fondamentale dell’amore e della fiducia, senza il quale il processo di identificazione femminile ha difficoltà a verificarsi, il legame tra madre e figlia, è stato distrutto sui banchi della tortura e poi bruciato dai paternalistici fuochi purificatori.
V Gli assassini delle streghe utilizzavano usualmente la tattica di bloccare ogni presa di coscienza dell’orrore dei loro atti, spostando l’attenzione sulle esigenze di ordine, sulle procedure ripetitive e sulla fissazione per i dettagli più piccoli. Questi “grandi intelletti” si concentravano assiduamente su infallibili segni di colpevolezza come la presenza di una verruca o di un neo oppure di un punto insensibile, che non reagiva quando veniva stimolato, o ancora sulla capacità di galleggiare quando si veniva legate e gettate in acqua, o infine sulla incapacità di muovere le orecchie. E che cosa allora si deve pensare di quelle streghe che talvolta fanno collezione di un gran numero di organi maschili, venti o trenta membri tutti insieme, e li mettono in un nido di uccelli oppure li chiudono in una scatola, dove continuano a muoversi come se fossero dei membri ancora vivi, e mangiano avena e granturco, come molti hanno potuto vedere e descrivere? Gli autori rispondono alla loro stessa domanda spiegando che “tutto ciò avviene per opera e illusione del diavolo”. La combinazione, inventata da una mente scatenata, di un ordine rituale e di bizzarre fantasie caratterizza la mentalità presentata da questi Inquisitori. Il loro ordine superficiale di procedure predeterminate è un tentativo di dare l’apparenza di una logica a un orribile olocausto: il mondo delle loro fantasie realizzate. Vi sono uomini che in questa arte superano gli spiriti dell’inferno stesso. Ho visto arti fatti a pezzi violentemente, occhi fatti uscire dalla testa, piedi strappati dalle gambe, muscoli strappati alle giunture, le scapole spostate dal loro posto, le vene profonde anormalmente gonfie, le vene superficiali estratte a forza, la vittima prima costretta a stare in piedi, poi gettata in terra, poi ancora sbattuta e rivoltata e poi sospesa ad un gancio con i piedi in alto. Ho visto il boia colpirla con la frusta, picchiarla con un bastone, schiacciarle le ossa, allungarla con dei pesi, pungerla con degli aghi, legarla con delle corde, ustionarla con olio bollente, bruciarla con lo zolfo, bruciacchiarla con le torce. Lea continua citando le stesse testimonianze secondo le differenze geografiche. Scrive: In Italia e in Spagna la tortura è limitata a un’ora, ma in Germania, ovunque, potrà durare da un giorno e una notte fino a quattro giorni e quattro notti, durante i quali gli esecutori non interrompono mai il loro lavoro, e il giudice non evita mai di ordinare di ripetere gli interventi, e l’esecutore ha pieni poteri di impiegare nuovi metodi. Mentre la selvaggia eccitazione raggiungeva punte eccezionalmente alte tra i Tedeschi amanti dell’ordine*, illustrando con molta vivezza la connessione tra la metodicità compulsiva e il sadismo
* Chi scrive e parla dell’olocausto degli Ebrei nella Germania Nazista del XX secolo non conosce la storia dell’olocausto ginocida, osserva Janice Raymond (“Women’s History and Transcendence”, in Religious Liberty in the Crossfire of Creeds, Franklin H. Littell, Philadelphia, 1978). I processi contro le streghe in Germania furono caratterizzati da estrema brutalità combinata con meticolosità ad alto livello. Tuttavia gran Durante la tortura era prassi comune, seguendo le indicazione del Malleus Maleficarum, che un notaio “scrivesse tutto nei registri relativi al processo, come la prigioniera veniva torturata, in quale momento gli (sic) si presentavano le domande e come egli rispondeva”. La tortura e il rogo per le donne ritenute streghe divennero normali e quindi regolamentati nell’Europa del Rinascimento. I membri maschi del Corpo Mistico, tentando di realizzare il mito della resurrezione del loro Capo simbolico, cercavano con tutta la loro forza di ri-nascere attraverso l’assassinio della Dea, vale a dire attraverso l’eliminazione violenta della Presenza Femminile.* La loro teologia e le loro leggi richiedevano questo massacro. Perfino difendere una strega equivaleva per chiunque dichiararsi strega.
VI I metodi usati per estorcere le confessioni a chi era accusato di stregoneria non erano legalmente “normali”, come abbiamo visto, poiché la stregoneria era stata definita crimen exceptum, fuori da tutte le regole ordinarie di una “giusta” procedura giudiziaria. Peraltro i metodi fondamentali della tortura – non considerati abbastanza straordinari per “contare” come tortura – erano piuttosto normali per il patriarcato. Secondo Robbins: Con ogni probabilità la donna, mentre la spogliavano, veniva stuprata dagli assistenti del torturatore, come è successo alla signora Peller, la moglie di un funzionario del tribunale, durante il suo processo a Rheinbach nel 1631. Era stata accusata di stregoneria per caso, solo perché sua sorella si era rifiutata di dormire con il giudice delle streghe, Franz Buirmann … Questa tortura preliminare era così poco considerata che molti registri dei tribunali la ignoravano e riportavano semplicemente “la prigioniera ha confessato senza tortura”. (44) Lo stupro non era considerato una tortura e non lo erano nemmeno le degradazioni e le umiliazioni, come ad esempio il denudarla.
parte degli autori, ad esempio William L. Shirer, scrivono dei massacri degli Ebrei come se di un tale sadismo di massa non ci fossero dei precedenti storici.
Non deve sorprendente che nella società dei roghi per le streghe, nella quale il massacro delle donne era percepito non solo come normale ma addirittura regolamentare, i fuochi fossero difficili da mettere sulla carta stampata. Abbiamo visto come nella “scienza” distorta di teologi e giuristi una strega buona fosse considerata altrettanto e forse più “cattiva” di una strega “cattiva”. Alla luce (oscura) di queste mentalità misogine, era difficile immaginarsi un ritorno alla giustizia. Anzi, la natura intrinseca del patriarcato esclude la giustizia. Alla fine di Materials Towards a History of Witchcraft, Henry Charles Lea rileva che la Vossische Zeitung del 28 aprile 1888 riportava il resoconto di una donna bruciata come strega nella piazza del mercato di Bambamarca, in Perù, dopo ripetuti tormenti. Le parole conclusive di questo lavoro, scritto durante la prima decade del ventesimo secolo, suonano minacciosamente vere: Si registra una reviviscenza nei circoli protestanti della Germania di credenze nella stregoneria e di patti con il diavolo … Gli applausi che questi scrittori hanno ricevuto mostra quanto siano numerosi coloro che sono pronti a far rivivere vecchie superstizioni.
VII Non è necessario leggere gli oscuri scritti di fanatici religiosi per sapere “quanto siano numerosi coloro che sono pronti a far rivivere le vecchie superstizioni”. E’ sufficiente guardare i lavori più conosciuti e più ammirati di ”obiettivi” scritti contemporanei sul massacro delle streghe per riconoscere i fenomeni familiari di legittimazione dei riti della sado-scienza. Queste ri-cerche mettono nuovamente in atto i riti ginocidi in una varietà di stili e di modi, riaffermando – talvolta in maniera eclatante, talvolta in maniera sottile – le stesse ipotesi culturali che hanno sostenuto l’inizio del massacro delle streghe, nascondendo il loro significato. Si può tornare più e più volte a questo testo con edificazione e interesse: sia dal punto di vista della psicologia , che della giurisprudenza e della storia, esso è di livello altissimo. E’ molto difficile dire che scrittori successivi, per quanto grandi siano, sono riusciti a fare qualcosa di più che trarre concetti da questo apparentemente inesauribile pozzo di scienza che i due domenicani, Heinrich Kramer e James Sprenger, ci hanno dato con il Malleus Maleficarum. L’entusiasmo di padre Summers parla da solo. Parla di un libro che sostiene che le streghe trasformano gli uomini in bestie, fanno sparire i membri maschili, copulano con i diavoli, scatenano e fanno aumentare uragani e tempeste. Le Megere invece non si meraviglierebbero, perché le opinioni espresse da padre Summers sono in forte accordo con gli atteggiamenti androcratici verso le donne, sia tradizionali che contemporanei. Ed è un atteggiamento che egli condivide con altri professionisti maschi del ventesimo secolo, inclusi medici, psichiatri, giudici e acclamati letterati “di genio”, come Henry Miller e Norman Mailer. Il “problema” del prete massacratore di streghe è semplicemente che egli esprime la sua totale complicità con il ginocidio con una semplicità vecchio stile, lasciandosi scoperto di fronte alle accuse di ridicolo.*
*Quando, ad esempio, invece di dedicare il suo lavoro misogino alla sua (inesistente) moglie, padre Summers ha firmato la sua introduzione al Malleus Maleficarum nel giorno della festa cattolica della Beata Vergine Maria, e ha firmato l’introduzione al proprio libro The History of Witchcraft “nella festa di Santa Teresa Vergine”.
cancellazione, eliminando l’esistenza delle streghe ancora e ancora attraverso il sotterfugio del silenzio. Questo non significa che la loro misoginia sia meno intensa di quella di Summers o degli esperti in massacri di streghe, ma soltanto che la esprimono (anche in forma non esplicita) in un modo diverso, che può anche essere più efficace. Il metodo della cancellazione storica è, dopotutto, coerente con la soluzione finale del ginocidio. Un fervore religioso mal regolato può diventare superstizioso o perfino demoniaco. Nel 1500 più streghe vennero torturate e bruciate, più Ebrei vennero perseguitati. Ma la superstizione non è innovativa. L’affermazione, che manca sia di contenuto che di un contesto significativo, è davvero stupefacente. La frase “più streghe vennero torturate e bruciate” fa sorgere e lascia inevasa la domanda: “Più di quante?” Un lettore superficiale potrebbe immaginare che forse furono coinvolte solo poche dozzine di persone. Tuttavia, anche questo pensiero potrebbe essere oscurato dalla mancanza di qualunque significato della frase successiva, che cancella il massacro delle donne usando un’astrazione effimera e irrilevante come la parola “superstizione”. Mentre può essere vero che “la superstizione non è innovativa” (molti potrebbero pensare che la lunga durata della fede cristiana sia una prova abbondante di ciò), questo truismo è totalmente al di là del punto in questione, distraendo il lettore dal fatto non menzionato che l’aumento continuo dei roghi delle streghe nel sedicesimo secolo era qualcosa di più di una superstizione. …i praticanti della medicina Protestante erano scarsamente emancipati dalle magie materiali, i loro astronomi erano ancora astrologi, i loro chimici erano ancora degli alchimisti, i loro cacciatori di streghe altrettanto zelanti. Di nuovo, l’autore cancella magicamente la domanda più ovvia ricorrendo all’alchimia degli studiosi pronti alle cancellazioni. Non si chiede nulla e non si dà nessuna risposta: “Zelanti di chi o come che cosa?”. Al lettore viene elemosinato un briciolo di informazione che, sottoposta a un esame più approfondito, dimostra di essere una disinformazione, poiché il massacro delle streghe si era intensificato durante la prima metà del diciassettesimo secolo, il periodo al quale si riferisce il testo citato. I cacciatori di streghe, pertanto, non erano “altrettanto zelanti” ma più zelanti di prima. Queste menzioni minimaliste del termine cacciatori di streghe sono più efficaci di un completo silenzio, poiché costringono il lettore a inserire le più mostruose atrocità nella categoria dei “fatti insignificanti”. Quando false conoscenze come queste entrano a far parte della mente di uno studente ignaro, occupano lo spazio mentale che potrebbe ospitare le domande reali. Un’altra forma di mistificazione degli studiosi è esemplificata dal lavoro dello storico sociale e antropologo Julio Caro Baroja, The world of the Witches . Nell’ultima parte del suo libro, adottando un moderno approccio “psicologico”, Baroja presume di poter descrivere “la personalità della strega”. Saggiamente ci informa che “una donna in genere diventa una strega dopo il fallimento della parte iniziale della sua vita di donna; dopo storie amorose illegittime o frustranti, che hanno lasciato in lei un senso d’impotenza o la sensazione di essere vittima di disgrazie”. Le Megere possono con buoni risultati “invertire il doppio senso” di queste affermazioni e ritenere che “una donna diventa una strega dopo un successo iniziale della sua vita, in cui ha cercato di superare il ruolo ‘femminile’ secondo i termini patriarcali; dopo aver intravisto, attraverso le contraddizioni inerenti ‘l’amore romantico’, un processo di chiarificazione che arricchisce il suo senso di ginergia e di grazia.” Il libro di Baroja si conclude così: In conclusione, mi sembra, come storico, che la stregoneria più che altro faccia sentire una persona più ricca di pietà. Pietà per coloro che furono perseguitate, che desiderarono fare del male anche se non erano in grado di farlo, e le cui vite sono state in genere frustranti e tragiche. Pietà anche per i persecutori, che erano brutali perché erano convinti di essere circondati da innumerevoli pericoli. Questa analisi piena di pietà rivela il fallimento della stessa “pietà”. Poiché non vi è ragione di ritenere che le streghe buone - zitelle, vedove, donne sagge - “desiderassero far del male”, questa “pietà” è distorta e manchevole. Le Megere possono provare angoscia e preoccupazione per le nostre antiche sorelle torturate, ma la pietà per i loro e i nostri persecutori non è la risposta appropriata. Una giusta rabbia è in più in accordo con la realtà e può generare un’energia creativa. In Europa questo atto era molto comune tra le streghe, che furono sottoposte a tutte le sofferenze possibili senza avere alcuna delle consolazioni del martirio. Senza entusiasmo, senza speranza, senza nemmeno avere la coscienza della propria innocenza, con un corpo decrepito e con la mente continuamente distratta, forzate in questo mondo a sopportare torture senza fine, di fronte alle quali l’eroismo più appassionato poteva cedere, e condannate, come esse stesse credevano, alla dannazione eterna nel mondo futuro, molto spesso si uccisero nella agonia della loro disperazione. Questa è una descrizione perfetta delle condizioni alle quali i signori del patriarcato desideravano fossero ridotte le donne che li sfidavano. E’ l’annuncio dell’intento androcratico. Come poteva sapere Lecky che le streghe erano “senza nemmeno la coscienza della propria innocenza”? L’espressione “con il corpo decrepito” e “con la mente distratta” sono ingannevoli perché non sono accompagnate da alcuna descrizione dei metodi dei torturatori cristiani. In questa strana mania che infuriò nei territori del Napoletano dalla fine del quindicesimo secolo fino al termine del diciassettesimo, e che era stata imputata al morso della tarantola, le pazienti si gettavano in massa nel mare e spesso, non appena le acque blu si aprivano davanti ai loro occhi, cantavano un selvaggio inno di benvenuto, e si gettavano con entusiasmo nelle onde [corsivo mio]. Denominando “mania” questo fenomeno ed evitando di notare il significato delle date, Lecky rende il significato del testo quasi invisibile per la maggior parte dei lettori. Le Megere, tuttavia, sapendo qualcosa della storia dei Tempi dei Roghi, sanno giudicare questa come una decisione completamente sana. Moltitudini di donne si gettavano in mare proprio perché rifiutavano di essere “pazienti” per i dottori/torturatori di streghe e sceglievano di essere agenti di un atto di Autoaffermazione anche sotto il Regno di una Giustizia Infernale.* * Le parole dell’inno, secondo la Epidemics of the Middle Ages (Londra, 1844) sono:
Altrimenti, potevano essere obbligate a sottomettere i loro corpi e le loro menti, ad accusare se stesse, le loro figlie, le loro madri, le loro amiche più care, di crimini impossibili. Lo storico morale Lecky rende legittimo questo orrore, cancellando il contesto e gli agenti del ginocidio dal suo testo. Scrive che tali casi “appartengono piuttosto alla storia della medicina che a quella delle morali.” Quindi non c’è nessuno da condannare. I Padri sono esonerati, poiché non c’è nulla nel quadro delineato che abbia rilevanza per la storia delle “morali”. Tuttavia, i dettagli sadici che colpiscono così tanto l’uomo di oggi non ci devono interessare oggi. Tenerli in considerazione non aggiungerebbe nulla alla nostra conoscenza delle tendenze umane e potrebbero invece tendere a oscurare sensibilmente un tranquillo giudizio sui fatti presi in esame. Evidentemente il sadismo dei persecutori cristiani non è di competenza di questo figlio psichiatrico dei Santi Padri. Inoltre, ha una buona parola per più di un demonologo, ad esempio Johannes Trithemius, un più giovane contemporaneo di Sprenger e Kramer, che condivideva i loro punti di vista. Johannes era “un uomo molto colto e molto gentile”. Con totale credulità, Zilboorg accetta la descrizione di Johannes che ha lasciato un suo contemporaneo: “Una bontà che non poteva essere espressa in parole riposava sulle sue forti e maschie sopracciglia e i suoi occhi puri e luminosi parevano riflettere una luce celestiale”. Nel suo Antipalus Maleficarum, Johannes scrisse che “il numero di tali streghe è molto elevato in ogni provincia”. Egli stigmatizzava il fatto che non erano disponibili abbastanza Inquisitori e Giudici, mentre “uomini e bestie muoiono a seguito del male causato da queste donne”. Non è quindi sorprendente che Zilboorg si riferisca in modo deferente al “Reverendo Montague Summers, che oggi, come molti di coloro che l’hanno preceduto nel quindicesimo e sedicesimo secolo, combina una grande e approfondita conoscenza con una non meno profonda fede nell’esistenza delle streghe”. In altre parole, queste streghe erano realmente eretiche; esse realmente peccavano contro i Sacramenti … realmente o si ribellavano contro o avevano timore del segno della Croce - e tutto questo mentre erano ovviamente malate di mente. Non si trova qui nessuna critica al concetto di “peccato”, dei “Sacramenti “ o del “segno della Croce”. Non vi è alcuna ammissione del fatto che una tale ribellione potesse essere un segnale di forza e di salute. Le sue affermazioni sugli atti considerati “sacrilegi” all’epoca sono coerenti con questo pensiero doppiamente distorto: E’ noto che negli adolescenti e negli adulti una delle più tipiche fasi della compulsività nevrotica si esprime attraverso espressioni sacrileghe coscienti o incoscienti, vale a dire attraverso una serie di pulsioni dirette contro Dio, Cristo e la Chiesa. La tattica usuale per realizzare una cancellazione attraverso l’uso dell’espressione “è noto” dà l’illusione della “voce dell’autorità”. E’ importante per le Megere notare questa alleanza tra la ri-cerca psichiatrica “profonda” e l’ortodossia cristiana. Il tema non è quello della fede in “Dio, Cristo e la Chiesa”. L’oggetto del suo attacco è il deviante diffidente che va al di là della mera miscredenza, riconoscendo e dando un nome alla falsità del mito cristiano, esorcizzando la propria negazione e viaggiando verso il Retroscena. Le Megere suscitano lo stesso terrore senza nome negli Sprenger, Kramer, Summers, e nei buffoni come Zilboorg della Sado-Società. Così si realizza la continua legittimazione dei roghi delle streghe – sia nelle forme del passato che in quelle attuali – attraverso i riti degli scritti di psichiatria. Si deve anche dire che le streghe sotto accusa molto spesso giocavano sotto le mani dei loro persecutori. Una strega faceva emergere la sua colpevolezza confessando le sue fantasie sessuali nel tribunale aperto al pubblico; nello stesso tempo, otteneva delle soddisfazioni erotiche soffermandosi su tutti i dettagli davanti ai suoi accusatori maschi. Queste donne pesantemente disturbate sul piano emotivo erano particolarmente suscettibili di fronte alle stimolazioni dei demoni e diavoli che ospitavano dentro di loro, e avrebbero confessato di coabitare con gli spiriti del male, tanto quanto fanno le persone disturbate oggi, quando influenzate dai titoli dei giornali si vedono nella loro fantasia come assassini confessi. Il contesto nel quale questi dottori delle streghe contemporanei scrivono queste frasi indica che le distorsioni espresse non sono manifestazioni di semplice ignoranza. Nelle pagine precedenti hanno sottolineato e discusso il Malleus maleficarum. Non è possibile che questi luminari della moderna psichiatria non fossero a conoscenza del fatto che le streghe fossero torturate dai loro persecutori. Liste e riproduzioni degli strumenti e dei metodi della tortura sono disponibili in molte fonti, ad esempio nella Encyclopedia of Witchcraft and Demonology di Robbins. E’ evidente che le streghe erano fisicamente e mentalmente mutilate e smembrate dai loro aguzzini. Una strega era obbligata a evitare la tortura confessando che aveva messo in pratica le fantasie sessuali che i suoi giudici maschi le descrivevano. I giudici ottenevano una gratificazione erotica dalle sue torture, dalla vista del suo denudamento e dello stupro di gruppo, dal vedere il suo corpo sfigurato, dal forzarla ad “ammettere” di aver attuato le loro fantasie erotiche, dalla sua lenta morte spirituale e fisica. Questi uomini disturbati e sadici stavano creando l’illusione che esistessero diavoli altri da loro stessi – proiettando il proprio scopo malvagio su questi “diavoli” che erano l’immagine speculare di se stessi – come fanno molti degli psichiatri sadici di oggi che, influenzati dai miti, dai mezzi di comunicazione di massa e dalla loro formazione professionale, fantasticano su si sé vedendosi come scienziati che desiderano guarire le “malattie” che essi stessi hanno inventato. Se vogliamo smontare i confusi tentativi degli storici psichiatrici, dobbiamo concentrare l’attenzione su coloro che mettevano in pratica le atrocità: i cacciatori di professione e i giudici delle streghe. Nel suo modo involuto e ingannevole la letteratura psichiatrica richiama l’attenzione sul nucleo centrale delle fantasie erotiche sadomasochistiche. Le Megere sanno vedere le azioni e il voyeurismo dei torturatori e dei giudici, che esplicitano un precedente cristiano al “porno dal vivo” del quale gli maschi “godono” ai giorni nostri. Divertimenti di questo tipo giungono alle loro logiche conclusioni quando la performer donna viene realmente uccisa e trasformata in un film di porno estremo. In un cinema porno alternativo molto conosciuto a New York, è stato organizzato realmente uno stupro seguito da assassinio, protagonista una “attrice” ignara della sua sorte, e un film popolare intitolato Snuff ha imitato l’originale, traendo forti vantaggi dal vorace desiderio voyeuristico degli amanti di questo tipo di film. E’ una categoria di divertimento che attira molto giudici, medici, poliziotti e altri professionisti di oggi, tutti presi dal loro “essere in servizio” quando le donne diventano “vittime” (ad esempio a seguito di uno stupro) e finiscono in loro potere. E non è soltanto quando sono “in servizio” che gli uomini in posizioni di potere richiedono azioni che coincidono con le loro fantasie. L’uso/abuso di prostitute costituisce un altro mercato favorito.* Per quanto molte e diverse categorie di professionisti uomini siano coinvolti nella sindrome del processo alle streghe, i paralleli tra chi bruciava le streghe e i loro moderni sostituti psichiatrici sono particolarmente sconvolgenti. Robbins sottolinea che per i giudici delle streghe una confessione volontaria non era sufficiente: “Essa deve essere resa sotto tortura, perché solo in questo caso si può presumere che venga dal cuore e sia sincera”. Questa maniera di “ragionare” prevale anche nella moderna psichiatria, come Szasz ha mirabilmente dimostrato. I malati mentali vengono anch’essi torturati e diventano i capri espiatori e ci si aspetta anche che paghino il costo delle cure. Robbins sottolinea che il patrimonio delle streghe accusate e i loro parenti dovevano pagare i costi di tutto il processo, incluse le spese per la tortura. La stessa regola si applica oggi per trattamenti come l’elettroshock, la chirurgia del cervello e l’imprigionamento negli ospedali psichiatrici. * Un recente rapporto su questa proiezione di fantasie sadomasochiste da parte di uomini in posizione di potere è contenuto in A Sexual Profile of Men in Power, di Sam Janus, Barbara Bess e Carol Saltus (Englewood Cliffs, N.J., Prentice-Hall, 1977). E’ molto interessante che questi “uomini di potere”, i cui successi professionali richiedono un contesto di tipo sadico mentre sono “in servizio”, paghino delle prostitute per degradarle in tutti i modi immaginabili, incluso urinare e defecare su di esse. Le prostitute quando parlano di questi personaggi loro clienti li chiamano “gli schiavi”, poiché desiderano essere trattati come schiavi. Il contesto nel quale si muovono questi uomini (Hitler incluso, che era un masochista al massimo grado) suggerisce che il “sadico”e il “masochista”sono la stessa persona che assume ruoli differenti. Quindi la teoria dello storico della psichiatria che erano le fantasie delle donne a essere realizzate durante i processi alle streghe è completamente fuori strada. Le donne non erano e non sono i produttori
Riesce a mostrare che le tre istituzioni – l’Inquisizione, la lettre de cachet e la psichiatria – si basano tutte sul principio del paternalismo, poiché i loro rispettivi padri sono il santo padre (il papa), il padre della nazione (il re) e il padre scientifico (il medico). Tuttavia, chi legge resta con l’impressione che le cose sarebbero potute andare bene se solo i padri si fossero comportati meglio. Szasz non smaschera l’obiettivo ginocidiale inerente allo stesso patriarcato. Le analisi femministe riescono in questo smascheramento. Spostandosi nel Retroscena, rendono evidenti le interconnessioni tra le cose. Una di queste analisi è stata scritta nel diciannovesimo secolo da Matilda Joslyn Gage nel suo interessantissimo libro, Woman, Church and State, che è stato pubblicato per la prima volta nel 1893 e che contiene un colto e rivoluzionario capitolo sulla stregoneria. Le femministe di oggi stanno ovviamente lavorando come Meger-ografe e Meger-ologiste, scoprendo la nostra Preistoria e la nostra Cron-ologia. Vi è stato in questo lavoro un forte senso di scoperta e di shock man mano che imparavamo di più sui Tempi dei Roghi. Per alcune è stata un’esperienza scioccante come la lettura del lavoro della Gage e dell’analisi piena di sensibilità e di approfondimenti di questo studio sulle donne. Fa infuriare la scoperta che questa nostra antica sorella, e altre come lei, avevano già raccolto e analizzato materiali che le studiose femministe hanno solo cominciato a scoprire di nuovo. La conoscenza superiore delle streghe era riconosciuta dalla credenza ampiamente diffusa nella loro abilità di compiere miracoli. La strega era in realtà la pensatrice più profonda, la scienziata più avanzata di quei tempi…Poiché la conoscenza è sempre stata un potere, la chiesa temeva il suo uso nelle mani delle donne e quindi ha riversato su di loro i suoi colpi più nefasti. La Gage poi nomina correttamente il gioco in atto: la chiesa temeva e odiava le conoscenze e il potere delle donne. Correttamente definisce le donne scienziate, odiate dalla chiesa e dai suoi figli:
degli spettacoli delle torture. Piuttosto, il dramma dei processi alle streghe è il prodotto delle fantasie dei maschi, che sono alternativamente sadici e masochisti. Gli “uomini al potere”sono i drammaturghi e creano e si identificano sia nei ruoli degli aguzzini che delle vittime. Non vi è alcuna prova che una sola donna abbia goduto delle torture. Invece i maschi torturatori hanno goduto delle sofferenze delle donne, sostituendosi agli autori dello spettacolo. I primi medici tra le persone comuni dell’Europa Cristiana furono donne che avevano imparato le virtù e gli usi delle erbe. I famosi lavori di Paracelso erano soltanto la sistemazione delle conoscenze di queste “donne sagge”, come egli stesso ha affermato…Ma mentre per molte centinaia di anni le conoscenze della medicina e la sua pratica tra le classi più povere erano state quasi completamente nelle mani delle donne e molte scoperte della scienza sono dovute ad esse, successivamente la conoscenza delle erbe che alleviavano i dolori, o lo studio delle loro qualità, venne da un certo momento in poi guardata come se fosse stata acquisita attraverso un intervento diabolico. Qui gli studiosi del diciannovesimo secolo chiariscono sinteticamente il punto: i figli della chiesa devono cancellare le donne che hanno il potere della conoscenza, non solo uccidendole, ma anche negando che esse acquisissero conoscenze con i loro propri poteri. Dovevano invece essere state acquisite “attraverso un intervento diabolico”, vale a dire attraverso l’obbedienza a un altro, il “diavolo”. La Chiesa, avendo vietato le funzioni e tutti i metodi esterni di conoscenza alle donne, era profondamente irritata e indignata per il loro essere riuscite con la propria sapienza a penetrare in alcuni dei segreti più profondamente nascosti della natura. Sapeva che la chiesa voleva rivendicare a se stessa questa “misteriosa conoscenza nascosta … che è considerata come facente parte dei suoi metodi di potere per il controllo dell’umanità” Questo Libro è Dedicato alla Memoria di mia Madre, che è stata per me insieme madre, sorella e amica. Queste parole indicano chi, nella visione della Gage, era stata la reale educatrice della sua vita, ma l’autrice della breve scheda biografica, passando sopra a questo ovvio aspetto cruciale, informa il lettore soltanto del fatto che la madre della Gage “era una signora di gusti raffinati, i cui mobili e tappeti molto belli resero possibile a Joslyn di imparare a tenere in ordine una casa in circostanze favorevoli”. … i demonologi non si sono mai stancati di insistere sul fatto che Satana imita Dio in tutte le cose e che i sostenitori del male si compiacciono di parodiare ogni ordine e istituzione divina. La spiegazione è semplice. Il numero tredici venne adottato dalle streghe per i loro incontri per imitare Nostro Signore e i Suoi Apostoli. E’ evidente che padre Summers fosse anche fortemente colpito “dalla stupefacente e indecorosa asserzione” della Murray secondo cui “Giovanna D’Arco faceva parte della Vecchia Religione e non di quella cristiana”. Per questo prete demonologo il culto di Diana è “immaginario”, e “il servizio delle streghe è un’imitazione ridicola della Santa Messa”. Quindi egli vede la studiosa sua antagonista come persona che interpreta tutto al contrario e afferma che “quanto Miss Murray suggerisce è che la parodia potrebbe essere esistita prima delle cose imitate”. Riflettendo sugli specchi distorcenti della Casa dei Divertimenti di questo padre, le Megere dei nostri giorni possono apprezzare il fatto che la Murray abbia fatto saltare qualche nervo. Ci sono prove infinite a sostegno della sua tesi che sottolineava che i resti della Vecchia Religione sopravvivevano e minacciavano i padri cristiani. Quando al posto di “streghe” leggiamo “donne”, arriviamo a una più piena comprensione delle crudeltà inflitte dalla chiesa a questa parte dell’umanità. Le femministe che identificano il loro Sé profondamente centrato con il termine strega, non cercano di essere meramente metaforiche, oppure intelligenti, o di divulgare o rendere popolare un concetto. Io suggerisco, piuttosto, che è vero il contrario: che limitare il termine per applicarlo soltanto a coloro che hanno conoscenze esoteriche e che partecipano formalmente all’“Arte” rappresenta di fatto un riduzionismo. E questo è il caso soprattutto a partire dal momento in cui il culto, come la Murray ha dimostrato (magari inavvertitamente), è stato pesantemente invaso da influenze patriarcali. Tu sei una Strega dicendo ad alta voce “Io sono una Strega” tre volte, e pensando intensamente a ciò. Tu sei una Strega perché sei una donna, integra, mai soddisfatta, gioiosa e immortale. Molte donne hanno compreso questa identità della Strega interna, quel Sé che è l’obiettivo degli attacchi dei padri e il centro del movimento originale. Barbara Ehrenreich e Deirdre English hanno molto lavorato per diffondere questa conoscenza tra le donne, sul ruolo delle streghe come levatrici e scienziate, mostrando che la loro soppressione coincise con la creazione di una nuova professione medica maschile. Agli inizi degli anni settanta, Andrea Dworkin ha dato al massacro il nome che gli competeva: ginocidio. E ha mostrato le interconnessioni con gli altri orrori come la fasciatura dei piedi, le storie di creature soprannaturali, gli stupri e la pornografia. Altre hanno svolto ricerche su pezzi del mosaico che non sono facili da trovare. Tali lavori dovrebbero essere valorizzati per accendere la Scintilla che infiamma il desiderio di effettuare ulteriori ricerche. C’è ancora molto da fare. Lavorando con maggior fiducia e precisione, le Megere devono continuare nella tradizione spirituale di visionarie come Matilda Joslyn Gage, continuando a scoprire il nostro passato e a tracciare sentieri per il nostro futuro. Questo sarà possibile se continueremo con coraggio il Viaggio nel nostro spazio/tempo. (traduzione di Alberto Castagnola e Luciana Percovich)
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