Astronomi, mappe stellari e calendario maya
di Dan Eden
traduzione di Luciana Percovich

Avvertenza. Leggete questo articolo con la necessaria dose di scetticismo: i milioni di dati che la tecnologia attuale sta raccogliendo nello spazio trovano estrema difficoltà di interpretazione e quando qualcuno prova a farlo (come questo Dan Eden che firma l’articolo che segue) lo fa a suo rischio e pericolo. L’articolo è una contaminazione di dati provenienti da ricerche in campo astronomico condotte da diversi ricercatori in diversi programmi non necessariamente correlati ed effettuate nel corso dell’ultimo decennio. Mi è sembrata un’ipotesi stimolante che valeva la pena di tradurre e condividere. Buona lettura!

 

Non siamo di qua!
E’ stata forte la sorpresa all’annuncio di alcuni scienziati che il sistema solare non appartiene alla galassia che conosciamo come Via Lattea, ma a una strana formazione che ha il nome poco familiare di galassia del Sagittario Nano. Analizzando la massa di dati raccolti dal progetto di esplorazione del cielo chiamato Two-Micron All Sky Survey (2Mass) dell’Università del Massachusetts, basato sulla luce infrarossa, gli astronomi sono riusciti a trovare delle risposte ad alcune delle domande che hanno turbato per decenni gli scienziati, arrivando alla conclusione che la Via Lattea sta fagocitando una delle galassie più vicine in una stupefacente esibizione, in pieno svolgimento, di cannibalismo galattico. Lo studio pubblicato sull’Astrophysical Journal è il primo a fornire una mappa completa della galassia del Sagittario e mostra con vividi dettagli visivi come i suoi detriti avvolgano e passino attraverso la Via Lattea. La galassia Sagittario ha una massa 10.000 volte inferiore a quella della Via Lattea e questa è la ragione per cui viene attirata, spezzettata e inghiottita dalla più grande Via Lattea.

“E’ evidente chi è il prepotente nell’interazione”, dice Stephen Majewski, U. Va. Professor di astronomia e autore del saggio che descrive il fenomeno. “Se avessimo una vista all’infrarosso, le viscere del Sagittario ci apparirebbero nel cielo come una configurazione preminente e in costante movimento, ma alla lunghezza d’onda visiva umana rimane occultata tra le infinite stelle che ci separano da lei e dalla polvere che la oscura. La grande espansione del sistema Sagittario è rimasta nascosta alla nostra vista”.

Usando una mappatura all’infrarosso, gli scienziati hanno setacciato milioni di stelle intermedie fino a focalizzarsi su un tipo di stella chiamata Gigante M. Queste grandi e brillanti stelle infrarosse sono frequenti nella galassia Sagittario e poco comuni nella Via Lattea esterna. La mappa all’infrarosso 2Mass delle stelle Giganti M analizzata da Majewski e dai suoi collaboratori è la prima a fornire una visione completa dell’ingoiamento da parte della Via Lattea delle stelle della galassia Sagittario, che ora si sta avvolgendo attorno alla Via Lattea come degli spaghetti intorno a una forchetta. Prima di questo lavoro, gli astronomi avevano colto soltanto pochi frammenti sparsi del Sagittario Nano in via di distruzione. L’esistenza stessa del Sagittario era rimasta sconosciuta fino a quando un gruppo di astronomi inglesi non aveva scoperto il cuore di questa galassia satellite della Via Lattea.

Il fatto che la Via Lattea sia visibile soltanto con una certa angolatura è sempre stato un enigma per gli astronomi. Se fossimo stati originati dalla Via Lattea, dovremmo essere orientati sull’eclittica della galassia, con i pianeti allineati intorno al Sole alla stessa angolatura con cui il Sole è allineato alla Via lattea. Invece, come suggerì per la prima volta il ricercatore Matthew Perkins Erwin, la strana angolatura del sistema solare indica che il nostro Sole subisce l’influenza di qualche altro sistema. Alla luce dei dati del Two-Micron All Sky Survey questo fenomeno trova un suo senso: apparteniamo alla galassia Sagittario Nano.

“Abbiamo selezionato diverse migliaia di stelle interessanti da un catalogo di mezzo miliardo”, dice il coautore Michael Skrutskie, professore di astronomia e ricercatore capo del progetto 2Mass. “Orientando le mappe del cielo verso il ‘giusto’ tipo di stelle, il sistema Sagittario è diventato di colpo visibile”.

“La prima mappa completa del Sagittario evidenzia la sua estesa interazione con la Via Lattea,” continua Majewski. “Sia le stelle che i grappoli di stelle che attualmente si trovano nella parte esterna della Via Lattea sono state ‘rubate’ al Sagittario, man mano che le forze gravitazionali della Via Lattea le hanno rosicchiate via alla sorella nana. Questo è un esempio evidente di come la Via Lattea cresca mangiando i suoi vicini più prossimi”.
La mappatura delle Giganti M restituisce un periodo di tempo di 2 miliardi di rosicchiamento da parte della Via Lattea e suggerisce che il Sagittario ha ora raggiunto una fase critica nella sua lenta danza di morte.

“Dopo questo lungo processo di cannibalizzazione, il Sagittario ha raggiunto il punto in cui fatica a tenersi insieme”, aggiunge Martin Weinberg , anche lui parte della squadra dell’Università del Massachusetts. “Possiamo osservare il Sagittario mentre sta giungendo alla fine della sua vita come sistema intatto”.

Questo significa che siamo in un momento unico della vita della nostra galassia? Sì e no. “Ogni volta che è possibile, gli astronomi si appellano al principio che non esistono momenti o luoghi speciali nell’universo”, dice Majewski. “Poiché nella storia di oltre 14 miliardi della Via Lattea è improbabile che noi si sia in grado di cogliere un evento breve come la morte del Sagittario, deduciamo che simili eventi debbano essere comuni nella vita delle grandi galassie a spirale come la nostra. Probabilmente la Via Lattea in passato ha divorato un gran numero di galassie nane”.
Tuttavia, Majewski e i suoi colleghi sono rimasti sorpresi dalla vicinanza della Terra a una porzione dei detriti del Sagittario.
“Solo per una piccola percentuale della sua orbita di 240 milioni di anni attorno alla Via Lattea il nostro sistema solare passa attraverso il sentiero dei detriti del Sagittario”, dice Majewski. In particolare, stelle del Sagittario stanno in questo momento piovendo giù sulla nostra posizione nella Via Lattea. Stelle di una galassia aliena ci sono adesso relativamente vicine. Dobbiamo riformulare i nostri assunti sulla Via Lattea per spiegare questa contaminazione”.

Nuove scoperte aiuteranno gli astronomi a misurare la massa totale della Via Lattea e del Sagittario, e a dimostrare la quantità e la distribuzione della materia oscura in questi due sistemi.

“La forma della striscia dei detriti del Sagittario ci mostra che la materia oscura invisibile della Via Lattea ha una distribuzione sferica, un dato del tutto inaspettato”, sostiene Weinberg.

“Le osservazioni forniscono nuove ipotesi sulla natura della misteriosa materia oscura”, rincalza il prof. Spergel di Princeton. “O la nostra galassia è anomala o la materia oscura ha proprietà più ricche di quelle postulate nei modelli tradizionali”.

Implicazioni sul Riscaldamento Globale.
Si fa ora l’ipotesi che questa sia la vera ragione sia del riscaldamento globale, dal momento che livelli più alti di energia della Via Lattea sono quasi certamente la causa del maggiore riscaldamento del Sole e dell’emissione di energie più alte. E’ stato notato un aumento delle temperature virtualmente su ogni pianeta del nostro sistema. Fenomeno che sembra del tutto scollegato da ogni fenomeno locale, come l’effetto serra, ecc.
Questa grande svolta potrebbe essere alla radice della discontinuità del calendario maya (il più accurato del pianeta), poiché il “punto di lettura” dell’ammasso stellare delle Pleiadi, su cui verosimilmente si basa questo calendario, non può più rappresentare la costante di riferimento man mano che ci allontaniamo dai precedenti movimenti prevedibili.

Altri cambiamenti in atto nel nostro sistema solare.
Il “matrimonio” tra la nostra galassia di nascita e l’adottiva Via lattea sta provocando cambiamenti nei flussi di energia che gli scienziati tengono sotto osservazione. I principali fenomeni fin qui rilevati comprendono:

- la crescita di macchie oscure su Plutone
- la comparsa di aurore su Saturno
- variazioni nell’inclinazione dei poli su Urano e Saturno (pianeti coniugati magneticamente) e un’improvvisa crescita in grande scala dell’intensità della magnetosfera di Nettuno
- un raddoppio dell’intensità del campo magnetico su Giove (rispetto ai dati del 1992) e una serie di nuovi stati e processi osservati su questo pianeta dopo una serie di esplosioni verificatisi nel 1994 (causati dalla “cometa” SL-9). Si tratterebbe del rilascio di una scia plasmoide che ha eccitato la magnetosfera di Giove, inducendo un’eccessiva generazione di plasma e del suo rilascio in una forma simile ai buchi coronali del Sole che induce l’apparizione di una cintura radioattiva visibile nella banda dei decimetri (13.2 e 36 cm), cui si accompagna l’apparizione di estese anomalie aurorali e il cambiamento del sistema di correnti tra Giove e Io. In particolare, una corrente di ioni di ossigeno, azoto e idrogeno si dirige verso Giove dalle aree vulcaniche di Io attraverso un flusso tubolare di un milione di ampere, che produce effetti sulle caratteristiche e sulla genesi stessa del plasma di Giove (quest’ultimo dato è riferito da Z. I. Vselennaya in “Earth and Universe”, N3, 1997 plo—9, su dati forniti dalla Nasa.
- una serie di trasformazioni nell’atmosfera di Marte che incrementano la sua qualità. In particolare, si osserva un aumento di nubi nella zona equatoriale e una inusuale crescita di concentrazione dell’ozono. Il satellite Mars Surveyor , all’entrata nell’orbita di Marte, ha incontrato una densità atmosferica doppia rispetto alle previsioni della Nasa. Questa densità maggiore ha danneggiato uno dei suoi bracci a pannelli solari, ritardando così di oltre un anno l’inizio del programma delle foto previste
- la generazione di un primo stadio di atmosfera sulla Luna, dove è stata rilevata un’atmosfera di natrium che raggiunge i 9000 km di altezza.
- Su Venere, sono osservati significativi cambiamenti fisici, chimici e ottici; è stata rilevata per la prima volta un’inversione delle macchie scure e luminose e un brusco abbassamento dei gas contenenti zolfo nella sua atmosfera
- un cambiamento nella qualità dello spazio interplanetario che va verso un aumento delle sue proprietà di trasmissione interplanetarie e tra Sole e pianeti. Questo evento riguarda le qualità energetiche e materiali dello spazio interplanetario, che registrano un aumento della carica energetica e del livello di saturazione materiale. Questo cambiamento del tipico stadio medio dello spazio interplanetario ha due cause principali: il rifornimento/afflusso di materia dallo spazio interstellare (materiali radioattivi, elementi ionizzati, e combinazioni) e le conseguenze dell’attività del ciclo solare 22, con veloci emissioni dalla corona (CME) di plasma solare magnetizzato.

Cosa significa tutto ciò?
Noi della Galassia Ellittica del Sagittario Nano, che ci copriva con la sua volta celeste, siamo alla fine arrivati vicino al piano equatoriale della Galassia della Via Lattea e, come se non bastasse, sulla sua spirale di maggiore potenza. Nel suo moto attraverso lo spazio, la Terra ha cominciato a rispondere pienamente a energie galattiche più potenti, entrando nell’inclinazione elettro-gravitazionale dell’imponente Via Lattea. Abbiamo raggiunto la regione discoide equatoriale a più alta energia del braccio più imponente della sua spirale. Siamo stati “adottati” da un nuovo sistema, un sistema più forte e più potente, e dobbiamo aspettarci dei cambiamenti praticamente a ogni livello di energie. Qualunque cosa siano questi cambiamenti, fanno parte del ciclo naturale di nascita, morte, rinascita e trasformazione del cosmo. Più cresce la nostra conoscenza dell’universo, più comprendiamo quanto poco ancora lo conosciamo. Questa è la vita.



articolo tratto da http://viewzone.com
liberamente tradotto da Luciana Percovich

 


16-01-2011

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