Barbara Mapelli, L'eterosessualità impensata. Quanto insegnano le minoranze Liliana Moro
Un libro multiplo, ricco sotto diversi aspetti, questa ultima proposta di Barbara Mapelli, che viene a completare un discorso avviato nelle precedenti riflessioni che si possono leggere nei suoi libri come "Galateo per donne e uomini" "L'androgino tra noi" "Nuove intimità" Nel frattempo". Si tratta di un discorso sulle mutazioni, sui cambiamenti, parziali ma profondi, in cui siamo immerse/i, purchè li si vogliano vedere. Questo ultimo lavoro è ricco innanzitutto perchè propone un ribaltamento di prospettiva, propone di osservare ciò che riteniamo “normale” o addirittura “naturale” con uno sguardo che parte dal punto di vista di chi si pone diversamente. Chi è, cosa è, come è, la normalità se viene collocata insieme alla non-normalità o anche a-normalità? di conseguenza la parzialità in cui l'eterosessualità si pone ne offre una immagine nuova. Come scrive Alessio Miceli nel suo contributo
Una fine tessitura che accosta autori classici, filosofi del calibro di Jaspers, Foucault, Deleuze, a giovani scrittori come Jonathan Bazzi, pensatrici femministe come bell hooks e Virginia Woolf ad autori come Francesco Piccolo. Per non citarne che alcuni. Molte le voci di giovani come Federica Fabbiani e Giuliana Misserville, che non a caso titolano la loro prefazione “Fare e disfare la norma. Le alleanze impensabili di Barbara Mapelli” di alleanze, infatti si tratta. A tutti loro, questi suoi 'alleati', Barbara chiede di accompagnarla nel non facile cammino che ha intrapreso: la fatica di osservare la normalità che diventa norma. Ma la normalità, contrariamente alla compattezza con cui la si vuol connotare, si rivela essere una realtà complessa e variegata. Come complesso, fluido, variegato e imprevedibile è il desiderio. L'eterosessualità non come atto sessuale procreativo ma come “scelta di vita, norma che si impone come naturale” è una costruzione che ha una precisa origine storica, nella seconda metà dell'Ottocento, definendosi in opposizione alla “omosessualità”. Trovo questa informazione che Mapelli fornisce, dettagliandola, davvero spiazzante, come è stata per me la scoperta della precisa origine storica della mistica della maternità: in entrambi i casi alla realtà viene sovrapposta l'ideologia per definire e normare i comportamenti, separare quelli ammessi da quelli che vengono rifiutati, sanzionati e combattuti. Non solo i comportamenti ma anche le persone. Fino ai triangoli rosa dei lager nazisti per gli omosessuali.
La logica binaria di separazione e opposizione si colora di tragedia in questa fase storica che ci vede entrare a grandi passi nella logica bellica di contrapposizione tra amico e nemico, di schieramenti privi di dubbi e, infine, di annientamento reciproco. Invece il cammino di Barbara è verso l'accettazione della complessità, è un “sapere in trasformazione perenne”, è un pensiero critico che “sa riconoscere la fluidità in cui ci muoviamo”. Non possiamo che ringraziarla per questa avvincente avventura a cui ci invita.
Barbara Mapelli, L'eterosessualità impensata. Quanto insegnano le minoranze, Jacobelli, Roma, 2022, pagg.202, € 15
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