Gli uomini primitivi


di Barbara Mapelli


Lettera al direttore del Corriere della sera

 



Antonella Baldini con la figlia, Manifestazione UDI 1979, Pavullo (Modena)


Gent. Direttore,

leggo oggi (13 luglio 2010) sul Corriere l'ennesimo articolo sul tema delle uccisioni delle donne da parte di mariti, fidanzati abbandonati. e di nuovo vi trovo una serie di banalità, seppure mescolate con osservazioni di tono più 'scientifico'.
L'illustre scrivente ci illumina sulla differenza tra attaccamento e amore e non manca di sottolineare come ormai, nella nostra corrotta civiltà, l'uccidere sia una prassi 'facile', comune, a causa, guarda un po', dei videogiochi che insegnano, fin dalla più tenera età che basta schiacciare un bottone...e via così.

Non si esime peraltro, Vittorino Andreoli, dal rituale, e offensivo, riferimento al femminismo, anzi alle 'grida del femminismo lontane come un'eco che sa più di mitologia che di storia'.
Non lo sfiora minimamente il pensiero che queste donne che se ne vanno, abbandonano gli uomini, cosa che nel passato non sarebbe stata loro possibile, sono figlie di un movimento che ha dato e dà alle donne la possibilità di scegliere per la loro vita, anche di scegliere di sottrarsi a relazioni che non desiderano più?

 


Manifestazione contro la violenza alle donne, UDI 1979, Pavullo (Modena)


E non lo sfiora il pensiero che questi stessi uomini, sbrigativamente e colpevolmente definiti 'primitivi', sono persone fragili, sofferenti, incapaci di elaborare l'abbandono, di trovare in sé e per sé gli strumenti di comprensione di quel che loro accade, di reagirvi se non con la violenza?
La nostra società non è stata (ancora) in grado di accettare, far proprio il cambiamento delle relazioni tra donne e uomini, elaborare culture nuove in cui trovino posto donne che possono  andarsene e uomini che sanno ritrovare un senso per la propria esistenza, seppur dolorosamente, anche dopo un abbandono.

Di chi il compito di questo 'lavoro' di nuova educazione? Credo anche di giornali e mezzi di comunicazione: non è allora il momento di aprire un dibattito serio che non si accontenti di episodicità o adotti formule semplici, che divengono ingannevoli, irresponsabili - i primitivi, appunto?
Non sono primitivi, ripeto, sono inadatti, impreparati a vivere nelle loro biografie un mutamento che è generale e lo testimonia la stessa crescita, inesorabile, di questi delitti.

Difficile pensare che questa crescita si fermi se non si apre una riflessione, una 'formazione' per uomini e donne, che dia conto e sappia mettere a tema le nuove forme delle relazioni, dell'amore, dell'essere insieme tra i due generi. E le riflessioni, certamente mai urlate, di 'vecchie' e nuove femministe potrebbero offrirvi un contributo significativo.

La ringrazio per l'attenzione
Barbara Mapelli

 

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