Il libro
Iana Matei ha avuto una vita complicata. Costretta a lasciare la Romania si è specializzata in psicologia in Australia. Quando ha potuto ritornare in patria si è dedicata ai bambini di strada. Un giorno ha ricevuto una telefonata da un poliziotto: «Non sappiamo che fare di tre ragazze che abbiamo tolto dalla strada». Si trattava di tre ragazzine di 13-14 anni, infreddolite e affamate. Erano state vendute da uno zingaro, per poi essere ricomprate per «lavorare». «Non sapevo che fare né dove portarle, da me non c'era posto. Così hanno passato una notte in ospedale. Nel frattempo cercavo di riflettere su una possibile soluzione.» Quella notte è nata Reaching Out, la prima associazione a offrire rifugio alle vittime della tratta di essere umani in Romania. Il giorno dopo Iana ha affittato un appartamento a Pitesti e ci è andata a vivere con le ragazze. Nel frattempo ha cominciato a organizzare progetti, perché c'era bisogno di denaro. Poi l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) l'ha chiamata per dirle che c'erano altre ragazze che avevano bisogno di un tetto, almeno per il tempo necessario a rimettersi in piedi: bosniache, macedoni e albanesi maltrattate e sfruttate. Così Iana ha deciso di affittare un altro appartamento…
SONO PIU’ DI 300.000 LE RAGAZZE DELL’EST EUROPA CHE LAVORANO COME PROSTITUTE. SECONDO UN RAPPORTO DEL 2009, STILATO DAL DIPARTIMENTO DI STATO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA SUL TRAFFICO DI ESSERI UMANI, I DUE PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE PER LE DONNE VITTIME DELLE RETI DI PROSTITUZIONE PROVENIENTI DALLA ROMANIA SONO L’ITALIA E LA SPAGNA.
«Segregate, violentate e costrette al sesso: sono schiave. Non ci sono altre parole
per definire la loro situazione.»
L’autrice
Nominata «Europea dell’anno 2010» la rumena Iana Matei gestisce un centro in cui le vittime del traffico di esseri umani possono trovare rifugio e ricostruire la propria esistenza. Grazie a lei 420 ragazze, perlopiù minorenni, sono uscite dall’inferno della prostituzione forzata e hanno trovato una vita normale. Per il suo «incredibile lavoro», sia nel salvare le vittime della tratta di esseri umani che nell’educare i funzionari pubblici, Iana Matei è stata proclamata nel 2006 «Eroina dell’anno» dal Dipartimento di Stato americano, e, l’anno successivo, le è stato attribuito il premio britannico «The Abolitionist Award» consegnatole dalla Camera dei Lord