Marigold Hotel

Letizia Paolozzi

 

 

 

Hanno detto che nel film di John Madden c’è un’immagine patinata dell’India, una visione scontata, un cliché fintamente vitale, tra pezze colorate e cammelli ai bordi delle strade. Verissimo. Ma la vedova (senza soldi), il giudice (alla ricerca del suo antico amore), la coppia litigiosa (da decenni), l’impiegato (in cerca di prodezze sessuali), la divorziata a caccia  dell’ennesimo marito (ricco), la cameriera (rancorosa) compiono un viaggio che parla anche d’altro.

Parla di quella speciale Casa di riposo molto disneylandiana dove i sette inglesi ormai alla fine della vita sono costretti a interrogarsi su ciò che hanno costruito e ciò hanno dissipato. “Andrà tutto bene alla fine e se non andasse tutto bene vuol dire che non è ancora la fine” promette il direttore-proprietario del Marigold Hotel.

Retorica zuccherosa? Tuttavia, l’eccezionale bravura degli attori (Judi Dench, Bill Nighy, Maggie Smith, Dev Patel) riesce a raccontare come i due sessi affrontano diversamente questo viaggio dell’anima. Mentre gli uomini sembrano incerti, all’inseguimento dei propri fantasmi, le donne sono comunque decise a provarci, a prendersi quel tempo che gli resta, a Jaipur oppure tornando in Inghilterra: da sole

 

 

da DeA.it, 13 - 4- 2012