Eva
Marisaldi
Eva Marisaldi è nata a Bologna nel 1966, dove vive e lavora. Dal 15 novembre 2002 al 15 gennaio 2003 espone al Museo Nazionale del Cinema di Torino. La GAM di Torino, concluso il fortunato ciclo di Avvistamenti dedicato alle ricerche di dieci giovani artisti internazionali di forte levatura, prosegue il calendario espositivo riservato agli artisti di nuova generazione con una mostra personale di Eva Marisaldi, che offre al pubblico una serie di opere inedite pensate appositamente per gli spazi del Museo. Il progetto della mostra è stato descritto da Eva Marisaldi come la rappresentazione dellavvento della corporeità, che parte dalla mente per poi dimenticarsela.
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La prima sala, che ha la funzione di storyboard dellintera mostra, introduce il resto dellesposizione con una serie di disegni in formato A4 applicati a parete. Lartista sottolinea: "È un ingresso morbido perché i lavori a parete hanno più autonomia di altri rispetto allo spazio". Testimone inquietante e muta, una "carpa" tridimensionale di cartone, ricoperta di coriandoli colorati che formano le squame, si introduce silenziosa tra il bianco e nero dei disegni. Si prosegue con la seconda sala, dove si racconta di un ragazzino che per scacciare i brutti pensieri prima di dormire si mette in posizione "egizia". Steso su di un letto brandina, un pupazzo in posa è immerso in un ambiente sonoro, una percussione realizzata con strumenti organici che avvolge il suo sonno. Un video è proiettato nella terza sala. È stato realizzato in un bosco illuminato con fari da concerto, dove un sonoro - la registrazione live di un batterista mai inquadrato accompagna il movimento delle luci. Un bastone virtuale, animato in computergrafica, ruota sospeso nellaria. Lartista definisce questo lavoro unastrazione vera e propria.
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Nellultima sala convivono tre lavori. Un caminetto a forma di testa di gatto da cui proviene un miagolio: la registrazione di canzoni rock canticchiate ascoltando un walkman. Una chitarra elettrica che si sposta di continuo su di una medesima traiettoria, e avvicinandosi e allontanandosi dallamplificatore collegato, innesta un effetto larsen (una risonanza acustica provocata dallintrusione dello strumento musicale nel suono che proviene dallamplificatore. Leffetto può essere simile a uneco oppure a un fischio). Conclude la mostra una piccola arena dove due lucidatrici travestite con abiti cuciti appositamente, seguendo movimenti inquietanti, ingaggiano, come in un autoscontro, una lotta senza fine. |
Lesposizione è accompagnata da un progetto video inedito proiettato nella sala cinematografica Massimo tre del Museo Nazionale del Cinema di Torino nelle sere del 14 e 17 novembre. Il progetto nasce da una riflessione sulla possibilità di dilatazione del tempo di attesa che introduce lo spettacolo cinematografico classico. Prima della proiezione ci sarà un sonoro realizzato appositamente, una finta proiezione di diapositive astratte, una piccola gratificazione per il palato e un programma di video danimazione. Video presentati: Angolo, 1997; Il corvo, 1998; Indifferentemente, 1999; Pale idea, 2000; Happ, 2001; Legenda, 2002; Cuckoo, 2002 (presentato in anteprima).
Museo
Nazionale del Cinema di Torino
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