Da Crisalidi a farfalle aaaa Sofja Kovalevskaja eeeeed Emmy Noether
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Ci ha incuriosito che un grande matematico come Gabriele Lolli, docente di Logica matematica all'Università di Torino, abbia sentito la necessità di scrivere sul rapporto delle donne con la Matematica. L'autore è uso scrivere libri un po' bizzarri sul mondo dei matematici. Anni fa aveva pubblicato Il riso di Talete, una raccolta di storie umoristiche, paradossi, aneddoti divertenti. Oggi denuncia la profonda e radicata misoginia di quell'universo chiuso e geniale in un piccolo saggio rigoroso e brillante, edito da Bollati Boringhieri, dal titolo La crisalide e la farfalla. Fino alla seconda metà del Novecento poche donne hanno avuto accesso al sapere matematico, spesso si è trattato di figure anomale e quasi sempre sono state oggetto di derisione e di implacabile sottovalutazione. Il testo inizia con l'agghiacciante battuta evidentemente suggerita solo dal loro aspetto fisico, attribuita ad Hermann Weyll, matematico tedesco allievo di Hilbert, secondo cui ci sarebbero state solo due donne matematiche nella storia, Sofja Kovalevskaja ed Emmy Noether: la prima non era una matematica, la seconda non era una donna. Il testo è la dimostrazione molto argomentata della falsità del luogo comune secondo cui le donne non sarebbero inclini al pensiero astratto, inoltre l'autore afferma con forza che l'idea della virago - residuo tardo ottocentesco, quando si pensava con Gino Loria, il geometra italiano noto per i suoi lavori di storia della matematica, che soltanto in forza di variazioni patologiche la donna può acquistare qualità diverse da quelle che la rendono amante e madre ...- è falsa e assurda dal momento che tra le donne matematiche ci sono madri di sei figli e zitelle, donne "mascoline" e donne femminili e bellissime. Lolli avverte dall'inizio il lettore che la sua vuole essere soprattutto
una riflessione su quello che si è perduto con l'esclusione
dalla matematica dell'altra metà del cielo. E
le risposte toccano diversi aspetti: la presenza delle donne matematiche
al fianco dei colleghi maschi potrebbe aumentare l'attenzione all'utilità
sociale di quello che si fa, invece di perseguire soltanto la priorità
nella soluzione di problemi affrontati solo per la loro difficoltà
tecnica. Con l'esclusione delle donne si perde di qualità non tanto
nel senso di qualità dei risultati, quanto di immagine complessiva
della disciplina e dei suoi cultori: l'immagine della matematica é
quella di un fatto duro, maschile, nel senso di riservato a chi non ha altri
impegni mondani, a cui badano invece le donne, e per questo diventa addirittura
sovrumano, divino. L'autore mostra quanto siano numerose le implicazioni
negative di quest'immagine. In filosofia, ad esempio, la matematica
è stata assunta come modello di verità assoluta, un impegno
non lusinghiero per i non pochi fraintendimenti che continua a causare:
se il divino è collegato alla pazzia, non stupisce che i matematici
siano stati e siano descritti come disadattati se non proprio psicotici.
Gabriele Lolli, La crisalide e la farfalla, Bollati Boringhieri, 2003
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