Sogni soldi e celebrità?
Scommetti sulla matematica

di Lucia Caporaso
Università degli Studi - Roma Tre

 

 

Una studentessa laureanda in  matematica è venuta nel mio Dipartimento, si è seduta e mi ha detto preoccupata: “Dopo la laurea non farò il dottorato e  non voglio dedicarmi alla ricerca e nemmeno all'insegnamento”.

Mentre mi spiegava le sue ragioni (“Per fare il ricercatore o l'insegnante ci vuole una  passione che a me manca”),  pensavo: “Dov’è il problema? Non avrà che1'imbarazzo e il divertimento della scelta per il suo futuro professionale. Quasi quasi la invidio!

Il problema, se c'e, è che gli studenti di matematica non sempre si rendono conto di quanto siano ben piazzati all'entrata nel mondo del lavoro, sia per la quantità sia per la varietà delle prospettive. Ho cosi avuto un flash-back: stessa situazione circa 10 anni prima in una università americana, la Harvard University. La giovane “fuggiasca” di allora, che si era conquistata un pregiato titolo di studio con il mio supporto, é oggi il dottore in matematica più elegante del pianeta, occupando una posizione manageriale presso una nota casa d'alta moda (talmente nota che poi ha chiesto di mantenere 1'anonimato, peggio per loro!). Come si giunge a tanto glamour partendo da una laurea in matematica? Ideando giacche e minigonne in Rapporto Aureo?

Diciamo piuttosto che i laureati in matematica piacciono ai “cacciatori di teste”, alle società che formano consulenti di direzione e organizzazione aziendale per ditte con necessità di ogni genere, dalle minigonne allo stoccaggio delle scorie. Questi neolaureati sono tra quelli che dimostrano le migliori “problem solving skills”, un' intelligenza elastica, allenata ad applicarsi a problemi di natura molto variabile, individuando o inventando modelli idonei alle varie situazioni.

L'attitudine a creare ed elaborare modelli, esplorando ed esaltando simmetrie e armonie, non è certo una prerogativa dei matematici e, infatti, viene spesso utilizzata per spiegare il misterioso legame tra matematica e musica. Non ci si stupisce di trovare un pianoforte o un’imponente collezione di dischi nella casa di un matematico, ma forse sorprende sapere di musicisti, come Pierre Boulez o Philip Glass, che hanno studiato matematica.

Nonostante lo stereotipo della griglia indeformabile di formule e regole austere, gli studi matematici non costituiscono un freno alle capacità creative.Un bell’esempio è lo scrittore inglese Lewis Carrol, creatore di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, laureatosi in matematica ad Oxford.

Forse la nostra ragazza, essendo brillante ed ambiziosa, vuole diventare famosa? Avrà allora capito che, ahimè, di scienziati celebri ce ne sono pochi, soprattutto tra i matematici. Paradossalmente, tra noi si può ottenere notorietà più facilmente rifiutando un premio scientifico che accettandolo. E'   successo al matematico russo Grigori Perelman, diventato famoso non tanto per aver risolto un problema fondamentale, la Congettura di Poincarè, ma per aver rifiutato un prestigioso premio.

In ogni modo la fama di Perelman non è confrontabile a quella di altri dottori in matematica, come Francesco Sensi, meglio noto come presidente della Roma. Sotto la sua presidenza la “Magica” ha  vinto, nel 2001, il suo ultimo scudetto. Non sono tifosa, ma difficilmente dimenticherò la  festa di quei giorni. Non si può negare che Sensi abbia saputo far quadrare i numeri e ora capite perché.

La studentessa con sogni di gloria vorrà anche qualche nome di donna, giustamente. Le direi allora dell'architetta Zaha Hadid, laureatasi in matematica a Beirut. E per un soffio non le posso indicare la cancelliera tedesca Angela Merkel - che si è laureata in fisica. Peccato!
La nostra studentessa laureata in matematica potrà sicuramente fare ancora meglio. Auguriamoglielo!

 

L’articolo è tratto da “Tutto Scienze”, 29 novembre 2006