Nadia Magnabosco Marilde Magni

Sirene, regine o perfide matrigne…

 


dal 28 novembre 2005 al 15 dicembre 2005
Circolo Culturale Bertolt Brecht/ Spazio 2
Via Giovanola 21 c - 20142 Milano
Inaugurazione lunedì 28 novembre 2005 alle ore 18,30.
La mostra sarà aperta lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18 alle 20 e sabato 3/12 dalle 15 alle 18
Ciclo: 2005…sguardi divergenti - A cura di Lorenzo Argentino

Si conclude con questo nuovo progetto il percorso iniziato da Nadia Magnabosco e da Marilde Magni sulle figure femminili a latere: ieri erano le bambole, simbolo di un'infanzia libera e sapiente, poi è stata la volta delle streghe, affascinanti sacerdotesse dell'anticonformismo; oggi tocca alle sirene e alle regine. Il lavoro di Nadia e Marilde - un'opera comune, giacché comuni sono gli intenti e la poetica e, talvolta, anche le installazioni - affonda le radici nello studio dell'antropologia, della mitologia e della storia, alla ricerca di archetipi femminili alternativi. Su questa base si innestano poi le personali scelte stilistiche: modulata su declinazioni più pittoriche quella di Nadia, centrata sull'assemblaggio di oggetti rinvenuti casualmente quella di Marilde. Nascono così opere che si inseriscono nel solco dell'iconografia del femminile, ponendosi oltre e aldilà della questione dell'arte al femminile.

Le regine e le sirene che popoleranno questa mostra non saranno icone o ritratti storici, ma rappresentazioni, al limite del simbolico, della forza e del coraggio della scelta. Il femminino che va così delineandosi è alternativo ai modelli oggi in voga. Combattute tra il miraggio della perfezione estetica (ovvero dell'omologazione estetica), tra vocazioni più o meno sentite al domestico e al casalingo o tra i modelli frettolosi e maschili della donna in carriera, molte potranno riconoscersi in queste regine: signore dei propri cuori e delle proprie menti, indipendenti, volitive e forti, decise ad estendere i confini del proprio regno ad ogni esperienza, ad ogni passo compiuto con le gambe o con la fantasia. Perché in realtà, il vero soggetto di questa mostra è il potere, inteso sia come esercizio della forza, dell'autorità, della legge, sia come capacità e possibilità di fare.

A tutte coloro che hanno fatto, cambiato, deciso, inciso, scelto va questo omaggio, scevro d'ogni giudizio morale: alle due artiste poco importa fare la conta e la separazione tra le regine buone e quelle cattive - bontà e cattiveria sono due lati della stessa medaglia; tra quelle con corona e diademi e quelle con gli stracci - un trono di velluto può essere più scomodo di un cartone nell'angolo della stazione, una corte di gatti randagi più fedele dei fruscii delle sete dei palazzi; tra personaggi reali e personaggi inventati - la fantasia sola può salvare il mondo. Alle artiste importa farsi e farci conoscere come regine.

Cinzia Bollino Bossi