Maturità, quell’attacco alla libertà di stampa di cui nessuno ha parlato

di Daniela Pastor

Nella prova di italiano per la maturità il ministero della pubblica istruzione ha lanciato un  messaggio agli studenti e ai docenti: in Italia non esiste libertà di stampa. Perché nessun giornale l’ha rilevato? Semplice, ci si è dimenticati delle raccomandazioni che le maestre ci davano prima di svolgere un compito in classe:- Leggete bene il testo, rispettate le consegne-
Oh, tutti a leggere le tracce, a commentarle, e a condividere, forse,  il respiro di sollievo che avranno tirato gli esaminandi del 2009: la Gelmini ha mantenuto la promessa di una prova chiara e “facile”; assegnando come Tipologia A (l’ex tema letterario) l’atteso  Svevo,  insieme a facebook, alla cultura giovanile, alla creatività, all’innamoramento secondo Alberoni e Paolo e Francesca.

Ma chi si è accorto che quest’anno sono cambiate le “consegne” per lo svolgimento? Alla prova chiamata Tipologia B, da sempre la più gettonata dai candidati, in cui si richiede di scrivere un articolo o un saggio breve su argomenti di cultura generale, di  attualità, e sulla base di documenti forniti dal ministero, dal 1999, anno di in cui è stata varata la nuova maturità, erano premesse queste indicazioni che trascrivo nella loro forma più compiuta, nel 2008: Consegne. Sviluppa l'argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando i documenti che lo corredano. Se scegli la forma del «saggio breve», interpreta e confronta i documenti forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al  saggio un titolo coerente con la tua trattazione  e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente un tuo specifico titolo.
Se scegli la forma dell'«articolo di giornale», individua nei documenti forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'. Da’ all'articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).

Ed è in base a queste indicazioni,  in dieci anni mai mutate nella sostanza, che i docenti d’italiano hanno fatto esercitare i candidati e li hanno valutati.

Guardate invece quali sono state le consegne di giovedì 25 giugno:
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di articolo di giornale, interpretando e confrontando i dati forniti.
Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio  un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi., Se scegli la forma dell’”articolo di giornale” indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.

Se ne deduce che il compito di un giornalista sia ridotto all’interpretazione e al confronto di documenti forniti, e alla loro titolazione; scompare quindi l’idea della creazione di un proprio “pezzo” che vagli  le informazioni di cui  viene in possesso, proponga una tesi e la dimostri. Secondo il Ministero al giornalista non sarebbe quindi richiesto di argomentare? Non dovrebbe avere  proprie “conoscenze ed esperienze di studio”? Probabilmente no, visto che deve solo assemblare documenti forniti da altri, che ci ricordano troppo le veline del regime fascista.

Osserverete che per fortuna è stato mantenuto  il saggio breve, cui viene espressamente chiesto ricchezza e articolazione di ragionamento…Però non gli si domanda più la destinazione editoriale. Significa dunque che si è liberi di esprimere un pensiero approfondito, anche critico possiamo ipotizzare,  sui documenti forniti,  basta che lo lasciamo negli archivi della scuola, nel nostro cassetto, e non lo diamo alla stampa?

A questo punto, dopo tali “Consegne”, concludere le prove di maturità con le ultime due “tracce”, che invitavano i candidati a soffermarsi,  fra i momenti significativi della nostra storia, sull’ascesa del partito fascista, sulla nascita della Repubblica, e a riflettere sui concetti di libertà e democrazia, suona come una beffa.

 

03-07-2009

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