Finito il congresso di rifondazione ci troviamo con un nuovo segretario, supportato da ben quattro mozioni e da due voti di scarto. A Ferrero piace il richiamo forte all’identità comunista che allontana la paura del vuoto sociale ripristinando simboli che poco hanno a che vedere con la complessità dell’esistente. Per lui è sufficiente alzare la testa e mettere in mostra il proprio dissenso per costruire opposizione sociale e politica: caspita, una vera soggettività politica! Ciò che non capisce è che la destra ha vinto a livello di strati popolari e di alleanze di poteri, sta ponendo le basi della propria egemonia nella società (esercito nelle piazze, fine dei diritti, lavoro di sopravvivenza). È qualcosa di più della sconfitta della, delle sinistre. Veltroni inibisce una seria opposizione perché gioca all’uomo di stato, dando credito alle potenzialità di grande statista di Berlusconi. E si trova nel ruolo della rana della famosa storiella dello scorpione che vuole attraversare un rigagnolo e chiede di essere portarlo sulle spalle alla riva opposta. A metà della traversata, la povera rana sente la puntura del pungiglione e prima di annegare lo scorpione sospira “scusami, ma fa parte della mia natura”; fa parte della natura di Berlusconi fare prima di tutto i propri interessi. È già successo al povero Dalema nella Bicamerale. Io, che appoggiavo la mozione di Vendola, senza essere particolarmente bertinottiana, sono un po’ sfasata. Del resto è bastato il discorso identitario, quasi temporalista, del cardinale Ratzinger per mettere in riga un intero conclave ed essere eletto papa. E anche lì, lo spirito santo è andato a soffiare altrove. Mi consolo pensando che tanto sono una donna, difficilmente partecipo a comunità politiche in senso stretto, più facilmente mi muovo nel sociale, volontariato e opere di bene in generale, sempre al servizio di qualche identità forte e maschile. 11-08-2008 |