… e così la paura fa Ferrero

di Annamaria Medri


Finito il congresso di rifondazione ci troviamo con un nuovo segretario, supportato da ben quattro mozioni e da due voti di scarto.
A ben vedere una figura totalmente simmetrica a Veltroni, quello di “andiamo da soli alle elezioni, non importa se si perde” salvo portarsi dietro il giustizialista per eccellenza, Di Pietro, che però ha il merito di amare la satira politica e i suoi artisti.

A Ferrero piace il richiamo forte all’identità comunista che allontana la paura del vuoto sociale ripristinando simboli che poco hanno a che vedere con la complessità dell’esistente. Per lui è sufficiente alzare la testa e mettere in mostra il proprio dissenso per costruire opposizione sociale e politica: caspita, una vera soggettività politica! Ciò che non capisce è che la destra ha vinto a livello di strati popolari e di alleanze di poteri, sta ponendo le basi della propria egemonia nella società (esercito nelle piazze, fine dei diritti, lavoro di sopravvivenza). È qualcosa di più della sconfitta della, delle sinistre.

Veltroni inibisce una seria opposizione perché gioca all’uomo di stato, dando credito alle potenzialità di grande statista di Berlusconi. E si trova nel ruolo della rana della famosa storiella dello scorpione che vuole attraversare un rigagnolo e chiede di essere portarlo sulle spalle alla riva opposta. A metà della traversata, la povera rana sente la puntura del pungiglione e prima di annegare lo scorpione sospira “scusami, ma fa parte della mia natura”; fa parte della natura di Berlusconi fare prima di tutto i propri interessi. È già successo al povero Dalema nella Bicamerale.

Io, che appoggiavo la mozione di Vendola, senza essere particolarmente bertinottiana, sono un po’ sfasata. Del resto è bastato il discorso identitario, quasi temporalista, del cardinale Ratzinger per mettere in riga un intero conclave ed essere eletto papa. E anche lì, lo spirito santo è andato a soffiare altrove.

Mi consolo pensando che tanto sono una donna, difficilmente partecipo a comunità politiche in senso stretto, più facilmente mi muovo nel sociale, volontariato e opere di bene in generale, sempre al servizio di qualche identità forte e maschile.

11-08-2008