La vita avventurosa della pittrice ed
entomologa Maria Sibylla Merian (1647
Francoforte - 1717 Amsterdam) testimonia un percorso non facile di indipendenza
economica e culturale ottenuta attraverso diversi cambiamenti, o meglio, metamorfosi.
Si tratta quindi di una visione globale dell’oggetto di studio visto nelle sue relazioni con l’ambiente e non astratto e parcellizzato secondo la scienza dell’epoca: Sybilla aveva una visione molto moderna. E rigorosa scientificamente poiché osservava dal vero quanto disegnava, mentre gli incisori suoi contemporanei copiavano per lo più da altre illustrazioni.
Da questo momento Maria Sibylla tronca ogni rapporto con il marito, tanto che in anni successivi si dichiarò vedova, mentre lui viveva ancora in un’altra città. In seguito lasciò la setta dei Labadisti, presso i quali aveva cambiato vita ma aveva potuto continuare i suoi studi, e, trasferitasi ad Amsterdam con le figlie, gestì in proprio la sua attività di illustratrice e artista. Lo fece così bene da riuscire a realizzare il sogno di andare a studiare insetti esotici nel Suriname, colonia olandese dell’America equatoriale. Erano gli anni in cui fiorivano i commerci attraverso l’Atlantico: zucchero, armi e schiavi erano i pilastri di un traffico intenso che cambiò la vita sulle due sponde dell’oceano.
La flora e la fauna dei paesi "esotici"
suscitavano molto interesse negli europei del Settecento, che
collezionavano le rarità provenienti dai viaggi dei primi avventurosi che
si recavano nelle Indie orientali o occidentali. Molti studiosi perciò
trovarono facilmente degli illustri mecenati per le loro ricerche. Non così Sibylla, che partì per il Suriname all'età di 52 anni con la figlia Dorothea,
sostenendo in proprio le spese del viaggio e del soggiorno.
Nelle illustrazioni degli insetti del Suriname, Maria Sibylla Merian rappresenta una natura esuberante, ricca, anche pericolosa. Conserva e rafforza la visione del mondo fortemente originale e innovativa, che aveva già espresso nelle sue opere precedenti: una visione unitaria e dinamica. La studiosa coglie l’evoluzione, la metamorfosi, appunto, di una natura che non necessita di fissità e astrazione per poter essere colta dallo sguardo della scienza. Una donna che visse molti cambiamenti nella sua stessa vita e seppe vedere il cambiamento e la complessità nel suo oggetto di studio. Attitudine che è forse caratteristica del pensiero femminile.
La biografia è tratta da Sara Sesti e Liliana Moro "Scienziate nel tempo. 100 biografie" Ledizioni, 2018
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