MURI  E CONFUSIONE DI CONTESTI

di Maria Micozzi


Maria Micozzi

Il 9 di novembre 1989 è caduto il muro di Berlino, tutti i commentatori riconoscono in questa data il momento del crollo del Comunismo.
Credo sia importante sottolineare che qui, dal punto di vista del pensiero sistemico, si nasconde uno ‘scivolamento’ logico che non può essere trascurato: non è crollato il Comunismo, ma è crollata una Dittatura, una  dittatura molto classica.
Infatti il Comunismo, è un’idealità basata sull’uguaglianza di tutti gli esseri umani di fronte ai diritti e che per questo  fondamento combatte tutti i soprusi e i privilegi cominciando da quelli fondati sul possesso, e quindi una cosa del genere il 9 di novembre del 1989  era già stata sconfitta, nella Russia post-zarista, da tempo, certo da prima ancora che Lenin morisse. La Storia  è piena di tentativi di questo tipo, falliti. Si pensi solo al ‘comunismo’ delle prime comunità cristiane.
Ciò che è imploso è appunto una dittatura, una delle migliaia di dittature, più o meno terribili, che il patriarcato da millenni produce nei suoi momenti di maggiore aggressività, di paranoia ossessionata dal controllo.
Non esiste congruenza concettuale tra ‘dittatura’ e ‘comunismo’; nessuna  dittatura può avere nel proprio DNA il principio che tutti siano portatori degli stessi diritti perchè nessuna dittatura può prescindere dalla superiorità valoriale e ontologica del capo; in una cultura piramidale ci sono anche gradi di valore zero, di non-esistenza, si pensi alle varie forme di razzismo; questo aspetto è nella struttura stessa del Patriarcato, anche se con modulazioni diverse che vanno dal padre più tenero al tiranno più crudo.
A decidere del grado di ‘tenerezza’ e/o di paranoia è il livello di paura che sempre assilla i sonni del potere fomentando l’ossessione  per il possesso e il controllo.
L’ideale paritetico è per sua natura esente da paure paranoiche essendo aperto a tutte le possibili articolazioni tra differenze, mentre invece l’ideale assolutista-patriarcale è strutturalmente legato al possesso e al controllo e all’omologazione delle differenze  

Quando un potere autocentrato e verticistico,  fa e lascia crescere generazioni e generazioni di donne e uomini ai più bassi livelli di sopravvivenza, in situazioni completamente cieche nei confronti della dignità di ‘persona’ e tutto questo non a caso ma  al fine di garantirsi  supremazia, se, da un lato, è legittimo  per qualche coscienza,  cercare il superamento del problema e adoperarsi per esso,  dall’altro lato,  è una consuetudine  tragica e paradossale  che l’operazione verso un’apertura paritetica venga eseguita, ogni volta, usando le stesse procedure dicotomiche che sono finalizzate alla ‘chiusura’.
Gli strumenti a disposizione sembrano essere sempre e solo il potere del possesso e il controllo unilaterale.
Si corre a salvare una vittima facendosi ‘padre’, prima,  poi ‘padrone’ e infine carnefice della stessa: il potere di salvare sveglia il mostro del potere sul salvato-oggetto.
E’ come dire che ci si ostina a soccorrere il naufrago  legandogli una pietra al collo: buone intenzioni e pessime procedure! Sta a dire: intenzioni proprie di una buona idea, quella paritetica rispettosa dell’altro, e strumenti di un’idea completamente diversa, quella di chi corre a picchettare  il territorio conquistato.
Il possesso è solo nel cuore del Sistema verticistico,  un potere che  viene agito attraverso strutture di controllo alto/basso.
Questo ‘equivoco’ abita la mente della cultura umana fin dalla sua nascita e  progressivamente blocca ogni forma di evoluzione che non sia soprattutto invenzione di cose da possedere (per posseder) e nasce dal fatto che, erroneamente e senza rendersene conto,  vengono posti  sullo stesso piano  logico due diverse visioni del mondo, due diversi Sistemi assiomatici: il Sistema paritetico e il Sistema piramidale, Sistemi che invece sono di complessità totalmente diversa e niente affatto equiparabili: questo errore di livello comporta la formazione di paradossi che fanno proliferare problemi molto pericolosi, in quanto le loro soluzioni sono, in effetti, sempre soluzioni ‘indecidibili’.

I dibattiti  sono pieni di queste indecidibilità; per quanto mi riguarda la maggior parte dei  giri e  dei ri-giri interminabili, che incaprettano gli infiniti sforzi di arrivare al dunque, sono la dimostrazione del paradosso che incastra le nostre procedure di pensiero e le nostre strategie.
Per inciso per essere una Nazione che ripudia la guerra non si investe  affatto nelle armi alternative e incruente, come quella del pensiero, della logica e del linguaggio.,.
Tutti ci accorgiamo del fatto che le questioni invece che risolversi ci si frantumano tra le mani dividendosi in pezzi sempre più piccoli mentre il loro numero si moltiplica all’infinito; d’altro canto, molto banalmente, che altri esiti possiamo sortire operando su strutture complesse con procedure dicotomiche?
E’ come modellare un budino con il bisturi, il fatto è che non sappiamo dell’esistenza di antinomie, e forse neanche di dicotomie assiomatiche, del tutto ignari di confusioni di livello.

Queste cose, purtroppo non restano appese ai cosiddetti massimi sistemi, ma entrano anche nella minestra e nelle bollette del gas.
Per la logica, e più precisamente per la Teoria dei Tipi Logici di Russell, nessun Sistema complesso  può mai essere governato da un Sistema meno complesso, infatti questo ultimo non può mai farsi contesto del primo, se questa situazione si dovesse verificare, il Sistema più complesso resterebbe chiuso in problemi le cui soluzioni risulterebbero, appunto, indecidibili..
Se si prende l’organismo umano, come  sistema complesso, si ha  l’esempio di una confusione di livello nel progetto cancerogeno di un suo sotto-sistema, la cellula, quando,  invece di vivere il livello  di complessità che le conferisce significato, ‘si monta la testa’ e vuole ‘conquistare’, ‘vincere’, creare una piramide per farsi ‘vertice’, perseguire una proliferazione quantitativa esponenziale e autoreferente, uno sviluppo lineare di un sé progressivo teso a possedere l’intero corpo ospite.
Un delirio biologico , completamente sordo alle  leggi organiche in genere, , in particolare.alla reciprocità, alle sinergie e  alla retroazione autocorrettiva.
Un delirio nato dal fatto che un sotto-sistema  ambisce diventare sistema del proprio sistema.

Il Sistema paritetico è la forma più organica del  Sistema umano più complesso, infatti rende sinergiche tutte le differenze di potenziale che caratterizzano il gruppo umano ed è quindi portatore di tutte le possibili culture in quanto deriva la propria congruenza dalla visione di  soggetti-agenti  diversi  e interfacciati da infinite gamme  di relazioni articolate sul modello aperto ‘io-tu’ , il secondo è, invece,  semplicemente un sotto-sistema del primo, meno complesso,  in quanto riduce la potenzialità della coppia ‘io-tu’ ad un unico elemento autoreferrente, infatti  sceglie a soggetto-agente solo l’ “io”  e  annulla l’agentività del”tu”. Il “tu” viene  relegato a soggetto-agito. E  non sono più infiniti i modi di rapportarsi degli elementi tra loro perchè la relazione si riduce ad una  semplice contrapposizione  dicotomica del tipo ‘io/esso’.
Russell aveva risolto la sua antinomia dicendo che l’elemento non è la classe, qui si potrebbe dire che una cellula non è il corpo, oppure, per tornare al tema, un Sistema dicotomico “io/esso” non è il suo Sistema complesso “io-tu”.
Il Sistema verticistico è  uno dei possibili sotto-sistemi  del Sistema  paritetico e non dovrebbe, invece,  essere il contesto che conferisce significato a questo ultimo.
Tutti i tentativi di politiche paritetiche, sia del passato che del presente, hanno avuto e hanno come anticorpo questa cecità nel distinguere sistema e sotto-sistema e mettere ognuno al proprio posto.
Superare l’antinomia è un’avventura difficilissima, infatti la confusione di livelli è protetta da strutture troppo consolidate; il sistema più ristretto, quello verticistico-patriarcale  protegge e mantiene la sua qualifica di massimo, unico sistema ; è a casa propria, radicato nel narcisismo primario che connota la  cultura patriarcale,  e  quindi ha dalla sua millenni di leggende, miti, magie, leggi, storie, modi di dire e anticorpi subliminali .
Ha dalla sua procedure sancite come naturali e quindi intoccabili quali la competizione ‘muscolare’ come parametro di azione, al posto dell’intelligenza, ha la  paranoia del possesso e del controllo, ha l’automatismo a gestire  la paura come elemento insostituibile per conquistare accoliti e sottomessi, ha il dogma della lotta e della competizione contro l’altro e non sul problema, ha l’asunto dell’eliminazione e non del superamento evolutivo.
Il patriarcato ha creato padri terrorizzati dalla perdita del potere e terrorizzanti verso i  figli, potenziali attentatori.
La situazione attuale , nell’acuirsi del processo di smaterializzazione sempre più virtuale e  autoreferente dell’ “io”, vede nella finanza il patriarca vincente e nel mercato la sua voce rassicurante , confusiva.

Quindi il muro è caduto e bisogna fare festa, ma se facciamo errori di equiparazione non mettiamo fine ai grovigli e alle vittime dei grovigli.
Il pericolo sta anche nell’inciampare in nuovi  muri subliminali, impastati di  paure fatte mattoni per altri muri ancora.

 

14-11-2009

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