The millionaire

di Sara Sesti

 

 

E' un piccolo film tratto dal best seller "Le dodici domande" del diplomatico indiano Vikas Swarup (ed. Guanda) e ambientato a Mumbai, l'antica Bombay. Al centro della narrazione la trasmissione televisiva "Chi vuol essere milionario" che anche in India mantiene lo stesso svolgimento, la stessa grafica e atmosfera musicale che da noi in Italia.

Protagonista il diciottenne Jamal, cameriere in un Call Center, che partecipa al gioco e si sta avvicinando alla vincita massima di 20 milioni di rupie, azzeccando una risposta dopo l' altra: una cifra tanto più favolosa per lui, che viene dalla baraccopoli di Mumbai e che ha condotto fin da piccolo una vita piena di sofferenze e umiliazioni. Ma il conduttore del programma, sicuro che un ragazzo povero non possa conoscere tutte le risposte, lo denuncia alla polizia per sospetta truffa.

Mentre gli agenti lo interrogano, ricorrendo anche alla tortura, il ragazzo rivive in flashback gli episodi del proprio passato che gli hanno dato conoscenze non culturali, ma dirette, di esperienza delle risposte. Evoca un'infanzia in cui è privato della madre durante gli scontri tra musulmani e indù; è ridotto in schiavitù, con il fratello, da un malvivente che manda i bambini a mendicare; riesce a fuggire con Latika, una ragazzina di cui resterà per sempre innamorato.

Per Jamal rispondere ai quiz non è questione di danaro, ma la condizione per ritrovare il suo amore quando Latika sarà rapita dal fratello Salim, diventato malavitoso. La ragazza é infatti un' assidua spettatrice del format.

Il regista britannico Danny Boyle ("Trainspotting", "Sunshine" ) realizza un bel film, moderno e ben ritmato, che ci mostra un' immagine a forti contrasti del "miracolo" indiano dove improvvise fortune coabitano con la più tetra povertà e l' euforia del mercato senza regole va producendo danni irreversibili. Il fenomeno dell' identificazione di tante persone nei quiz che dispensano denaro è particolarmente impressionante in questa storia, dove i telespettatori adoranti sono prigionieri di un' esistenza di miseria e disperazione.

 

 

14-12-08