Incontro al Ministero delle Pari Opportunità
sul DDL sulla violenza

 di Assunta Sarlo e Susanna Camusso

 

15 novembre 2006

Intorno a un tavolo del Ministero Diritti e Pari Opportunità: SVS, Casa delle donne maltrattate, Cerchi d’Acqua, un magistrato e la responsabile dell’ufficio legislativo e, per Usciamo dal Silenzio, Susanna Camusso e Assunta Sarlo. Più tardi passerà la Ministra impegnata in Consiglio dei Ministri.

Il tema dell’incontro è la proposta di legge di contrasto alla violenza sessuale. Un titolo non c’è ancora, ­ e sarà importante per delinearne la fisionomia.

Al lavoro ci sono 4 ministeri (diritti e pari opportunità, famiglia, giustizia, interni) e traspare che ci sono ancora divergenze di impostazione che vedrebbero ­ da un lato un’ipotesi più punitiva con l'innalzamento delle pene previste per i reati di violenza sessuale e dall’altra un’idea di legge che guarda più al modello spagnolo, a interventi che diffondano la cultura di genere nella scuola, nel sistema sanitario, come in quello giudiziario e che tutelino le vittime. ­ ­

Il Ministero diritti e pari opportunità continua la relazione con i movimenti delle donne e con la rete dei centri antiviolenza alla quale si pensa di attribuire nella legge un ruolo di rilevo nella tutela delle vittime.

Il primo titolo della legge dovrebbe venir dedicato al tema della misure di prevenzione e sensibilizzazione, e di formazione nel sistema sanitario, nel sistema giudiziario, e in quello delle forze dell’ordine.

Si pensa a percorsi in tutto l’iter scolastico al quale lavora un tavolo tecnico con il Ministero Istruzione e a interventi sui mezzi di comunicazione e sulla pubblicità affinché rispettino i principi di non discriminazione scritti in Costituzione.

All'Istat verrà chiesto di fornire un servizio statistico stabile in materia di violenza, che ora manca.

Il secondo titolo riguarderà i diritti delle vittime: informazione e tutela sociale integrata.

Il terzo titolo conterrà le disposizioni in materia di tutela penale delle vittime: appare ridimensionata, ma non esaurita la questione dell’aumento delle pene. Sull’introduzione di un nuovo reato, lo stalking ovvero le molestie e le minacce che quasi sempre costituiscono l’anticamera della violenza e che attualmente non trova tutela pare ci sia un generale accordo con un’ipotesi di un tetto di pena di 4 anni, mentre resta aperto il dibattito sulla necessità di fissarne il minimo. E’ aperta l’opzione dell’aumento da 5 a 6 anni del minimo di pena per i reati di violenza sessuale (al fine di ampliare gli strumenti di indagine) ed è allo studio un’aggravante specifica laddove la violenza ­ come nella maggior parte dei casi accade ­ sia commessa dentro la famiglia. Si ragiona anche delle misure interdittive e sulla tutela delle vittime nel processo:sembra scomparso il rito direttissimo, mentre si ragiona di ampliamento del rito immediato (120 giorni).

L’osservatorio invece avrebbe un decreto legge a sé, ma sono stati indicati come criteri di partecipazione professionalità di alto livello, movimenti delle donne, figure anche singole.

E' scomparso qualunque riferimento a comunità etniche o religiose.

Complessivamente rispetto a qualche tempo fa potremmo dire che l’orientamento è significativamente cambiato, e se lo possiamo apprezzare non toglie che nei prossimi giorni sarà necessario un laboratorio per restituire collettivamente le informazioni e ragionare su giudizi e valutazioni.

 

 Tratto dal sito Usciamo dal silenzio