La mia finestra sulla strada al tempo del Coronavirus

Lea Miniutti

 


Com’è triste Venezia quando non si ama più…


Sostituisco le parole cantate da Charles Aznavour con un mio pensiero ricorrente in questi giorni: Com’è triste la strada vuota davanti alla scuola chiusa.

Davanti alla mia abitazione c’è una scuola elementare. E’ un piccolo mondo che ogni giorno si anima di bambini che tra qualche tempo saranno genitori, insegnanti, cuochi, dirigenti, operai, politici… Ogni giorno frequentano quella scuola per imparare a leggere, scrivere, diventare cioè cittadini adulti.

I movimenti, gli orari, le attività che si svolgono in quelle aule segnano piacevolmente la mia giornata. Al mattino, alla spicciolata, arrivano i bambini accompagnati da un genitore, una nonna, la tata i quali si fermano davanti al cancello fin quando non vedono i piccoli oltrepassare l’ingresso.

Suona la campanella: cala il silenzio, cominciano le lezioni. Li vedo con le teste chine mentre svolgono le loro attività. Si scatenano, poi, durante la ricreazione in giardino, che diventa un piccolo campo di battaglia: giocano, si rincorrono, cantano, urlano… le loro voci riecheggiano fin dentro casa mia e, sull’onda di quei suoni e di quelle voci, mi ritrovo bambina anch’io.

Nel tardo pomeriggio lo spazio davanti alla scuola torna ad animarsi. Arrivano di nuovo gli adulti a riprendere i loro piccoli. Al suono della campanella il silenzio viene rotto dagli schiamazzi che trasmettono la loro felicità. Si precipitano davanti al cancello d’uscita tutti insieme in un vocio assordante. Poi, adulti e piccini, si avviano verso casa mano nella mano. E, fitto fitto di parole si snoda il racconto della loro giornata.

In questo periodo la scuola è chiusa causa Coronavirus. Tende tirate alle finestre delle aule. Il giardino è silenzioso. La strada davanti alla scuola resta tristemente vuota. Tutto è fermo, quasi si stesse aspettando un evento…

 

…Siamo già immersi nell’evento che ha sconvolto tutto e tutti.

L’uomo pensava di dominare tutto e tutti? Pensava di possedere potenti armi per combattere ogni avversità? Pensava bastassero le scoperte scientifiche fin qui raggiunte?

Non è così. Questa situazione ci pone davanti alla fragilità umana. Alla nostra vulnerabilità. E purtroppo ce ne rendiamo conto soltanto quando ne siamo colpiti.

Com’è triste la strada vuota davanti alla scuola chiusa!


17 aprile 2020

 

home