Modigliani e Jeanne Hébuterne in mostra a Milano
di Sara Sesti




Jeanne Hébuterne seduta

Modigliani, 1918

"Amedeo Modigliani, l'angelo dal volto severo" è una mostra-evento che rende giustizia a un artista per decenni etichettato come pittore "facile" dal mondo accademico e che invece va ricollocato nella sua vera dimensione: l'avanguardia, sulla linea di Matisse e Picasso. La mostra milanese di Palazzo Reale, che arriva da Parigi, ha un taglio parzialmente diverso dall'esposizione francese, perché pone l'accento sul mondo femminile che circondava Modigliani, in particolare affiancando ai suoi lavori i disegni e i dipinti della sua ultima compagna, Jeanne Hébuterne, mai esposti prima d'ora.

 


Jeanne Hébuterne a 16 anni

 

Ne risulta uno spaccato di vita, donne e passioni raccontato attraverso 150 opere che costellano tutta l'avventura di Modigliani (1884,1920). Un'avventura segnata sempre dai fantasmi della malattia e della morte, che esasperarono la sensibilità dell'artista. Nato a Livorno da una famiglia ebraica, Amedeo era bellissimo ma gracile; già a 16 anni si ammalò una prima volta di tubercolosi, e la madre lo salvò a stento. Fu un'esperienza che lo segnò per sempre e che lo fece sentire un "sopravvissuto". Nel 1906 si trasferì a Parigi, dove iniziò la sua vita da bohème. All'amico medico Paul Alexandre scrisse nel 1913: "La felicità è un angelo dal volto severo. Il resuscitato". Sono le parole che hanno ispirato il titolo della mostra. A Parigi il "resuscitato" combattè con la povertà (a volte non aveva nemmeno i soldi per i colori), dipinse i suoi nudi "scandalosi", ma anche enigmatici. Si concentrò sul ritratti, perché, scrisse, "è l'essere umano che mi interessa. li volto è la suprema creazione della natura". Così in pochi, brucianti anni lasciò di sé una traccia che farà dire alla poetessa russa Anna Achmatova: "Modigliani era un uomo che non assomigliava a nessuno al mondo".

 



Jeanne con un grande cappello
Modigliani, 1918

 

In mostra c'è anche un paesaggio, uno dei pochissimi che l'artista dipinse quando, cercando di porre rimedio alle disastrose condizioni di salute, svernò nel 1919 in Costa Azzurra insieme alla sua ultima donna, la pittrice Jeanne Hébuterne (1898,1920), conosciuta nel 1916, protagonista di una storia d'amore tanto intensa quanto tragica, al punto da aver contribuito non poco alla nascita della "leggenda " Modigliani. La ragazza infatti, già mamma di una bambina e nuovamente incinta, si buttò dal quinto piano il giorno dopo la scomparsa di lui. Modigliani aveva 36 anni e una tubercolosi cronica degenerata in meningite a forza di notti brave e stenti. La Hébuterne aveva appena 22 anni, non c'è quindi da stupirsi che i suoi lavori, 17 oli e 53 disegni, che a Parigi non si erano visti e costituiscono invece la grande novità della rassegna milanese (i dipinti sono presentati addirittura in "prima" mondiale; i disegni in parte si erano già visti nel 2000 alla Fondazione Cini), gravitino nell'orbita del compagno, anche se non manca l'introspezione psicologica e una sensibilità che ricorda Utrillo.



La suicida
di Jeanne Hébuterne

 

AMEDEO MODIGLIANI. L'ANGELO DAL VOLTO SEVERO
MILANO, Palazzo Reale
Fino al 6 luglio. Ore 10 - 20, giovedì 10 - 23
Ingresso 9 euro
Catalogo Skira
Informazioni e prenotazioni tel. 02 201480